Nacque da genitori cristiani, terziari francescani. Era la decima di tredici figli, tra cui Alberto, medico missionario cappuccino; Giuseppe, sacerdote ingegnere nella diocesi di Bergamo; Virginia, medico religiosa canossiana. Fin dalla prima giovinezza visse profondamente la religione cattolica, secondo l'educazione ricevuta dai genitori. Ricevette la prima comunione a cinque anni e mezzo, il 4 aprile 1928. Il 9 giugno 1930 fu cresimata nel Duomo di Bergamo. Visse a Milano fino ai 18 anni. Lì frequentò la Chiesa dei Padri Cappuccini in Corso Monforte. Nel 1925, dopo la morte di alcuni fratelli a causa dell'influenza detta spagnola, la famiglia si trasferì a Bergamo. Nel gennaio 1937 morì la sorella Amalia e la famiglia si trasferì a Genova, nel quartiere di Quinto al Mare. Qui Gianna si iscrisse alla V ginnasio presso l'Istituto delle Suore Dorotee. Finita la quinta ginnasiale, i genitori di Gianna decisero di farle sospendere le scuole per un anno perché rinforzasse la sua debole costituzione fisica. Nell'ottobre 1941, la famiglia, a causa dei bombardamenti, ritornò a Bergamo, nella casa dei nonni materni. Fu qui che Gianna, nell'anno della maturità classica, perse entrambi i genitori, a poco più di quattro mesi di distanza l'una dall'altro. Nell'ottobre 1942 Gianna ritornò a Magenta e si iscrisse e frequentò la facoltà di medicina e chirurgia, prima a Milano e poi a Pavia, dove si laureò il 30 novembre 1949. Anche in questi anni dell'università partecipava ogni giorno alla Messa, faceva la visita al Santissimo Sacramento e recitava il Rosario. A Pavia si inserì nella vita della comunità parrocchiale di san Martino, collaborando alle attività dell'Oratorio delle Madri Canossiane. Si impegnò, inoltre, nell'Azione Cattolica e nelle conferenze delle Dame di San Vincenzo. Dopo la laurea in medicina, il 30 novembre 1949 Gianna aprì uno studio medico a Mesero. Si specializzò in pediatria a Milano il 7 luglio 1952. Mentre compiva la sua attività professionale, accrebbe il suo impegno nell'Azione Cattolica, divenendo educatrice delle "giovanissime". Era amante della musica, della pittura, dell'alpinismo.
La vita adulta
Il 24 settembre 1955 sposò l'ing. Pietro Molla, conosciuto pochi anni prima. Nella frazione di Pontenuovo, dal 1956, svolse il compito di responsabile del Consultorio delle mamme e dell'asilo nido facenti capo all'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, e prestò assistenza medica volontaria nelle scuole materna ed elementare di stato. Fu mamma di tre bambini: il 19 novembre 1956 nacque Pierluigi, l'11 dicembre 1957 Maria Zita (Mariolina) e il 15 luglio 1959 Laura. Nel 1961, verso il termine del secondo mese di una nuova gravidanza, Gianna fu colpita da un fibroma all'utero. Prima dell'intervento operatorio di asportazione del fibroma chiese al chirurgo di salvare la vita che portava in grembo, anche a scapito della sua. Il 21 aprile 1962 partorì Gianna Emanuela e per Gianna iniziarono lunghe sofferenze. Già dopo qualche ora dal parto le condizioni generali di Gianna si aggravarono e nonostante le cure praticate, le sue condizioni peggiorarono di giorno in giorno. Morì il 28 aprile a soli 39 anni.
La canonizzazione
Il 6 novembre 1972 l'arcivescovo di Milano, il cardinale Giovanni Colombo, promosse la causa di beatificazione della serva di Dio Gianna Beretta Molla. Il 6 luglio 1991, papa Giovanni Paolo II la rese venerabile. Il 24 aprile 1994, in piazza San Pietro, Gianna fu proclamata beata [1] come "madre di famiglia" dal papa. Iniziò quindi il processo di canonizzazione con il susseguirsi di notizie circa fatti ritenuti prodigiosi grazie alla sua intercessione. Il processo è terminato ufficialmente nel febbraio del 2004 e il 16 maggio 2004, nell'anno dedicato alla famiglia, papa Giovanni Paolo II, in Piazza San Pietro a Roma, ha proclamato Gianna santa [2] . È la prima donna sposata salita alla gloria degli altari negli ultimi mille anni di storia della Chiesa cattolica. La sua memoria liturgica è il 28 aprile.
Il miracolo per la canonizzazione
In generale, ai fini della canonizzazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso di Gianna Beretta Molla, ha ritenuto miracolosa la vicenda di Gianna Maria Arcolino Comparini. La madre, Elisabete Comparini Arcolino, una brasiliana di 34 anni, madre di tre figli, era giunta alla quarta gravidanza, nel novembre 1999. Dopo un inizio già difficile, l'11 febbraio 2000 si verificò un evento drammatico: alla sedicesima settimana di gestazione si ruppero le membrane, con la conseguente perdita totale del liquido amniotico. I medici consideravano indispensabile l'interruzione della gravidanza, per il grave rischio di infezione cui erano esposti sia la madre che la bambina, ma Elisabete non accettò - dopo essersi consultata con il marito, Carlo Cesar, e anche con il vescovo diocesano, monsignor Diogenes Silva Matthes - e convinse la ginecologa, Nadia Bicego Vieitez de Almeida, ad aspettare. Monsignor Diogenes, quando somministrò l'Unzione degli infermi a Elisabete, le portò una biografia di Gianna Beretta Molla, e la gestante rispose che avrebbe chiamato Gianna la nascitura. Intanto l'intera comunità della parrocchia di San Sebastiano, cui Elisabete apparteneva, pregava per ottenere l'intercessione dell'allora beata Gianna Beretta Molla, sotto la guida del parroco, padre Ovidio José Alves de Andrade. Contrariamente alle previsioni mediche, la piccola Gianna Maria sopravvisse, e il 31 maggio 2000, alla trentaduesima settimana, venne alla luce con parto cesareo. Pesava milleottocento grammi e, in seguito, presentò un normale sviluppo psico-fisico. La Consulta medica della Congregazione per le Cause dei Santi, nella seduta del 10 aprile 2003, concluse: "Guarigione rapida, completa e duratura; inspiegabile la modalità dell'evoluzione favorevole della gestazione dopo la sedicesima settimana." Il decreto sul miracolo è stato promulgato il 20 dicembre 2003, alla presenza di Giovanni Paolo II, che ha canonizzato Gianna Beretta Molla il 16 maggio 2004.La venerazione di santa Gianna Beretta Molla è molto forte in tutto il magentino e nella stessa Magenta si è costituita l'associazione "Amici di Santa Gianna Beretta Molla" che promuove il culto e lo studio della vita della santa. La sua tomba, sita in Mesero, è ancora oggi meta di pellegrinaggi ed a lei è stato dedicato un santuario nella città. Altri luoghi di venerazione legati alla santa si trovano a Pontenuovo di Magenta, nella casa dove visse assieme al marito e nella piccola chiesa locale della Madonna del Buon Consiglio ove era solita ritirarsi in preghiera. A Magenta si trova ancora oggi la casa natale della famiglia Beretta, non distante dalla Basilica Minore di San Martino.