04 agosto 2010

Lavoro e crisi sono i nodi da sciogliere per il futuro dei nostri figli.


PIEDIMONTE MATESE. Uno degli articoli più importanti della Costituzione Italiana recita che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro; il lavoro assume, quindi, un'importanza fondamentale per la vita dello Stato e delle famiglie da cui è composto. L'economia dei singoli e del Paese poggia su questo pilastro d'indiscussa validità per il sostentamento di tutti. Fin dalla prima metà dell'Ottocento gli operai hanno combattuto battaglie sindacali in nome di una giustizia sociale che potesse dare ai lavoratori quella dignità di cui necessitavano, garantendo equità e diritti. Ricordo bene, ci dice la Prof.ssa Rosanna Onorii , ex segretaria cittadina dei DS di Piedimonte Matese, le lotte del 1968 degli universitari schierati al fianco degli operai per costruire un mondo più moderno e più giusto. Non parliamo poi delle vittime, numerosissime, che tutte le conquiste sociali hanno richiesto perchè la schiavitù e il lavoro minorile fossero aboliti. Ma questi uomini, queste donne e questi bambini troveranno mai pace se i diritti e la dignità del lavoro non saranno rispettati? Assisto (ahimè impotente!) alla continua e silenziosa devastazione di quanto acquisito e dato per scontato dalle generazioni precedenti in merito a quanto suddetto. Da anni ormai è in atto l'incessante demolizione dello stato sociale per cui la mia “generazione sessantottina” aveva lottato; e mi riferisco al diritto alla salute pubblica, al diritto all'istruzione pubblica, al diritto-dovere al lavoro. In un mondo che sembrava camminare a grandi passi verso una società più equa e solidale qualche meccanismo perverso ha fatto inceppare il sistema, che è così diventato precario, ingiusto e sprecone. Colpa della Politica, continua la Prof.ssa Onorii, e in parte anche dei Sindacati che non hanno svolto il compito loro assegnato dai cittadini. In piena crisi economica, generata dal malcostume e dalla corruzione, la mia generazione, che credeva di aver conquistato tanti diritti fondamentali di giustizia sociale, si trova a dover sostenere da una parte i giovani, i figli, precari nei valori e nel lavoro, e dall'altra i vecchi, che necessitano di cure e assistenze costose. Si dice che negli ultimi decenni siano stati garantiti troppi diritti per cui alla fine tutto il sistema sta crollando, ma io affermo che approfittatori, speculatori e super beneficiati si sono inseriti in un buon sistema economico provocandone il tracollo. Quello che mi fa più rabbia,conclude la Onorii, però, è il fatto che a farne le spese non sono i “veri malfattori” ma i lavoratori che pagano ogni giorno di più il prezzo di questo stato di fatto. Senza pensare poi che la cronaca degli ultimi giorni ci informa di omicidi e di suicidi per un lavoro che viene a mancare. E la disperazione prende il sopravvento. E la preoccupazione per il futuro dei nostri figli ci attanaglia. E la Politica? Discute su se stessa e intorno a se stessa e pare non interessarsi affatto dei problemi della società che protesta e soffre.

Pietro Rossi