SAN GREGORIO MATESE. La Pro Loco Le Mura di San Gregorio Matese ha organizzato un Concorso Estemporaneo di Pittura ispirato ai colori del tempo. Il tema ispiratore di questa estemporanea è il realismo e verismo napoletano della seconda metà dell’Ottocento, con l’intenzione di celebrare la memoria di Gioacchino Toma (nella foto), richiamando le tematiche a lui care si riproponga, in chiave moderna, il tema della nuova società, nel rapporto tra eredità del passato e futuro, tra vecchie e nuove realtà sociali e comportamentali, avendo in considerazione il paesaggio, la natura e la morfologia dei luoghi, l’architettura, i beni demoetnoaltropologici e la realtà sociale cotemporanea. In linea di continuità con le tecnica pittorica utilizzata nel periodo tardo, ossia la pittura di macchia, si riproponga in chiave contemporanea la moderna tecnica derivata dal mondo dei pixel delle moderne tecniche fotografiche o comunque legate al verismo, all’iperrealismo di matrice figurativa. La nostra terra ha visto attivo sul territorio l’artista Gioacchino Toma nato a Galatina in provincia di Lecce nel 1836 e morto a Napoli nel 1891, orfano a sei anni ebbe un’infanzia difficile peregrinando fra ospizi e conventi. Presso l’ospizio di Giovinazzo si accostò al disegno ed alla pittura. Nel 1855, a Napoli frequentò la bottega del pittore ornamentista Alessandro Fergola. Nel 1857, fu arrestato per errore dalla polizia borbonica e mandato in esilio tra Piedimonte d’Alife e San Gregorio Matese. Restò tra noi fino al 1859. Nella sua permanenza nel Matese, venne benevolmente accolto dai duchi di Laurenzana e da Beniamino Caso da cui ebbe diverse committenze. In particolare, grazie all’interessamento di quest’ultimo ebbe la commissione di due opere di ispirazione sacra per la chiesa parrochiale di San Gregorio Matese. In questi anni di permanenza nelle nostre zone dipinse l’Erminia fra i pastori (Napoli, Palazzo Reale), primo esordio importante dell'artista, opera premiata e acquistata nel 1859 dalla casa reale borbonica. Fu tra gli artisti principali del realismo meridionale, legato, in partenza, ai modi del Morelli ed alla pittura di storia, approdò successivamente ad una versione personale del verismo sociale. L’artista, partendo dalla forma disegnata ridotta all’essenziale, colto da un modello realmente esistente in natura, coglie gli elementi essenziali di un interno, di un volto, della natura. Nelle sue opere è evidente una partecipazione emotiva sentita. Le tematiche dall’artista afforontate sono spesso legate al sociale, ai problemi degli ultimi. È evidente, infine, nelle sue opere, un interesse per le forme di religiosità popolare. In riferimento alla tecnica pittorica, l’artista nelle sue composizioni utilizzza accenti poeticamente sommessi con cui descrive i temi della povertà e della solitudine dell'infanzia derelitta con raffinati giochi tonali e nel periodo più tardo, inflessioni più drammatiche, sottolineate dall'abbandono della pittura tonale in favore di un ritorno alla pittura di macchia.
Pietro Rossi
Pietro Rossi