Bellona. Venti giovani pazienti psichiatrici che hanno trovato la possibilità di costruire il loro futuro nella comunità terapeutica di Bellona(Caserta)- stanno per essere sbattuti fuori, perché la ASL di Caserta ha avuto lo sfratto per morosità e non si decide a comprare la struttura pur avendo i soldi per farlo e l’assenso del proprietario. Il 2 Dicembre è l’ultimo giorno utile fissato dal Giudice per lasciare la casa dove 10 giovani vivono notte e giorno, e altri 10 vengono al mattino e vanno via la sera, per riprendersi in mano la loro vita, imparando un mestiere e a stare insieme, spesso dopo anni di solitudine e sofferenze indescrivibili sia personali che dei familiari.
La struttura “Il Monticello”, così chiamata dai ragazzi e dalla gente di Bellona, che ospita da più di 12 anni questa realtà, è una struttura pubblica residenziale e semiresidenziale di riabilitazione psico-sociale. Attraverso i laboratori di ceramica, allevamento, agricoltura, falegnameria, cucina, i colloqui individuali, i gruppi di psicodramma, la danza-terapia, la pittura collettiva, la scrittura creativa, le riunioni di gruppo con i ragazzi e con i loro familiari, le attività sportive e di svago, si ricostruisce giorno dopo giorno la fiducia in sé stessi e negli altri e la capacità di diventare una persona libera, attiva e felice! Questo è “Il Monticello”: un esempio di buon servizio pubblico sanitario, che ha valorizzato al massimo quello che già c’era (la piscina, il campetto sportivo polivalente, i ricoveri per l’allevamento, la vigna ecc.) e che in tutti questi anni ha costruito il resto, con la partecipazione attiva degli stessi utenti. Una realtà che vuole continuare ancora a crescere, dando sempre più spazio a progetti di imprenditorialità sociale, che la faranno pesare sempre meno sulle casse della ASL.Tutto questo rischia di scomparire per sempre.
Giuseppe Sangiovanni
La struttura “Il Monticello”, così chiamata dai ragazzi e dalla gente di Bellona, che ospita da più di 12 anni questa realtà, è una struttura pubblica residenziale e semiresidenziale di riabilitazione psico-sociale. Attraverso i laboratori di ceramica, allevamento, agricoltura, falegnameria, cucina, i colloqui individuali, i gruppi di psicodramma, la danza-terapia, la pittura collettiva, la scrittura creativa, le riunioni di gruppo con i ragazzi e con i loro familiari, le attività sportive e di svago, si ricostruisce giorno dopo giorno la fiducia in sé stessi e negli altri e la capacità di diventare una persona libera, attiva e felice! Questo è “Il Monticello”: un esempio di buon servizio pubblico sanitario, che ha valorizzato al massimo quello che già c’era (la piscina, il campetto sportivo polivalente, i ricoveri per l’allevamento, la vigna ecc.) e che in tutti questi anni ha costruito il resto, con la partecipazione attiva degli stessi utenti. Una realtà che vuole continuare ancora a crescere, dando sempre più spazio a progetti di imprenditorialità sociale, che la faranno pesare sempre meno sulle casse della ASL.Tutto questo rischia di scomparire per sempre.
Giuseppe Sangiovanni