01 settembre 2009

Piano casa, Comuni pronti a recuperare gli oneri.


Cellole. Il Piano casa di Silvio Berlusconi potrebbe aiutare le finanze dei Comuni italiani. La realtà giunge da una serie di Enti territoriale ove le richieste di condono edilizio, avanzate negli anni passati, sono state approvate da tempo e non vengono ritirate dai cittadini (se non per l'utilizzazione in qualche atto notarile). Il motivo di tale mancanza è l'assenza nell'assetto giurisprudenziale italiano di una norma in grado di vincolare la richiesta di condono edilizio da parte dei cittadini alla reale liquidazione della stessa. Fino a questo momento, infatti, basta una normale autodenuncia (una richiesta) per essere parzialmente in pari con il fisco italiano, ma il quadro potrebbe cambiare in breve tempo. Il Piano casa integra nel suo testo la possibilità di contare, ai fini dell'aumento delle volumetrie, anche sui metri quadri inerenti il condono edilizio (badi bene: non la sua richiesta, la sua liquidazione) e, dunque, i cittadini saranno incentivati a chiudere le pratiche pendenti presso gli Uffici tecnici comunali. Il Comune di Cellole, ecco il motivo della corposa introduzione, vanta crediti per migliaia di euro in oneri di urbanizzazione non pagati proprio per i condoni edilizi non del tutto evasi. Per recuperare tali somme, in attesa degli effetti collaterali del Piano casa, l'assessore al Bilancio, alle Finanze ed al Personale Albino Bisecco ha deciso di far girare una scheda tra i vari dipendenti comunali incaricati delle varie pratiche per capire bene quante siano le pratiche inevase (in attesa dell'approvazione da parte della Commissione edilizia) o in giacenza (non ritirate dai cittadini). Su quest'ultimo fronte si aprirà a breve la ricerca di uno strumento normativo, le modalità sono sconosciute sebbene si possa suppore in un dialogo intercomunale o nell'interessamento di qualche rappresentante della Repubblica italiana, in grado di appianare la vicenda. L'Ente ha intenzione di recuperare le somme senza vessare i cittadini, che tra l'altro hanno fatto loro stessi la richiesta negli anni addietro, e per tale motivo inizierà una campagna di sensibilizzazione. Il tutto tenendo a mente che dopo un certo periodo vengono pagati gli interessi sugli oneri di urbanizzazione, aggravando la pendenza nei confronti del fisco locale. Insomma, chi ha in soffitta una richiesta di condono inevasa la vada a controllare per poter ampliare la propria dimora e, soprattutto, per evitare di pagare gli interessi.


Elio Romano