25 agosto 2009

CORO DI DENUNCE SULLA PRECARIA SITUAZIONE AMBIENTALE NEL PARCO REGIONALE DEL MATESE.

SI RINGRAZIA IL COLLEGA GIORNALISTA NICO BRUNELLI PER LA CONCESSIONE DELLE FOTO SCATTATE NEL PARCO DEL MATESE.
Piedimonte Matese. Il Parco Regionale del Matese come una gigantesca discarica a cielo aperto assentita e leggittimata. Il capo gruppo del PD in seno al Consiglio Comunale di S.Gregorio Matese Gabriele Caso, denuncia con sdegno l’abbandono totale del territorio da parte delle istituzioni, chiamando in causa l’Ente Parco, la Comunità Montana del Matese, la Regione Campania, la Provincia di Caserta e i Comuni ricadenti nella zona interessata in primis quello S.Gregorio Matese. “Buona parte del territorio ricadente nella perimetrazione del Parco Regionale del Matese, riferisce Gabriele Caso, è in uno stato di abbandono totale a testimoniarlo, un po dovunque, cumuli di spazzatura, ferraglie varie, carcasse di frigoriferi, lavatrici, televisori, materassi, carcasse di auto, pneumatici in disuso, carcasse di animali morti ed ogni altro tipo di rifiuto. Una marea di persone ogni fine settimana prende di assalto queste bellissime zone in cerca di refrigerio, si inoltrano nei boschi raccogliendo senza controlli funghi, fragole, origano ed erbe officinali, poi riparte abbandonando al suolo cumuli di rifiuti. Una domanda sorge spontaneamente, dove sono i controlli degli agenti della Polizia Provinciale, la Guardia Forestale e i Baif della Comunità Montana del Matese?”. A rafforzare l’appello del Consigliere Comunale di San Gregorio Matese Gabriele Caso, arriva un’altra denuncia del referente locale ed attivista del W.W.F. di Caserta Nico Brunelli che in giro per il Matese ha effettuato un sensazionale reportage fotografico che documenta la situazione critica di abbandono in cui versano alcune zone del Parco Regionale del Matese . “Spero che la divulgazione sulla stampa e sul web di tali immagini, ha precisato Nico Brunelli, servano per far capire agli organi competenti la gravità della situazione. Il Matese necessita di provvedimenti urgenti e risolutori che mettano fine a questo enorme scempio in una zona protetta”. Il Matese non può più attendere, dalle parole bisogna passare ai fatti concreti, sarebbe auspicabile, a questo punto, un tavolo di concertazione tra tutti gli enti e organi territoriali per creare una sorta di coordinamento istituzionale capace controllare, prevenire e reprimere azioni a danno del territorio.

Pietro Rossi