VIGEVANO. Dopo gli stupri compiuti in questi ultimi giorni, non riesco a non esternare ciò che sdegna la mia coscienza e certamente quella dei più. Vorrei che per questi reati odiosi si pagasse veramente! Se dessi retta al mio istinto mi direbbe che il carcere e la castrazione chimica non siano pene sufficienti per punire una tale barbarie…occorrerebbe una pena definitiva! Certo, queste parole rischiano di essere impopolari…non mi importa! Sostengo la pena di morte benché sia cristiano… Queste bestie, poiché d’umano nulla possiedono, hanno stuprato delle donne obbligandole a subire violenze che rimarranno per sempre impresse nella loro memoria, che le hanno private forse della gioia di vivere, del sorriso, poiché, sono certo, fatti così selvaggi sono difficili da elaborare e quindi da superare. Hanno aggredito, sottomesso, oltraggiato, violato la loro persona, la loro libertà, la loro mente… La loro quotidianità rimarrà pervasa da questo abuso. Quante volte dovranno mentalmente rivivere e subire lo stesso incubo e lo stesso terrore? Forse per tutta la vita, in quanto niente e nessuno potrà annullare ed annientare l’ombra di un tale vissuto, di una tale paura, di una tale profanazione dell’integrità della loro persona. E allora, che almeno giustizia sia fatta! Mi voglio rivolgere e chiedere a coloro che sostengono che non sia ammissibile togliere la vita di chi commette un crimine, nemmeno se così efferato, cosa farebbero se le vittime di quelle violenze e di quegli stupri fossero le loro mogli o le loro figlie... La risposta sarebbe una sola: certamente lo vorrebbero morto! Ci dicono che lo stato non ammetta la vendetta…Ci dicono che la pena di morte non rappresenti un deterrente…forse per i delinquenti congeniti, ma per i più lo sarebbe. Ci dicono anche che i criminali abbiano il diritto di essere riabilitati; siamo venuti però a conoscenza di cosa siano stati capaci di commettere di nuovo e di nuovo ancora certi assassini (perché così si dovrebbero chiamare) riabilitati dalla giustizia! Ho la triste consapevolezza che la pena di morte non potrà essere ammessa in Italia per molteplici motivi umani ed etici, benché non escluda che una delle ragioni non possa essere il solito “buonismo ipocrita” (spesso dei colti), tanto di moda nel nostro-paese-civilizzato. E allora ripeto nuovamente: che perlomeno giustizia sia fatta! A tal fine, con la speranza di riscontrare nelle persone il mio stesso intento, mi attiverò presto, tramite raccolta di firme, affinché sia prevista per tali reati odiosi la “pena certa” dell’ergastolo.
Di Pietro Andrea
Consigliere Comunale di Vigevano
ALLEANZA NAZIONALE