Baia Latina. L’ASSOCIAZIONE DEI MIGRATORISTI ITALIANI PER LA CONSERVAZIONE DELL’AMBIENTE NATURALE , dopo l’ incontro svoltosi il giorno 21 c.m. presso “l’aula consiliare del Comune di Baia e Latina” convocato dai consiglieri comunali di minoranza Michele Santoro e Giovanni Perretta, è venuta a conoscenza della volontà di adesione, da parte del Comune di Baia Latina, al progetto istitutivo. Come ha evidenziato il Presidente del sodalizio Francesco Arciprete in una missiva indirizzata al Sindaco di Baia Latina, l’ iniziativa è lodevole , ma purtroppo nasconde le solite problematiche di fondo. Difatti, ricorda il Presidente , come accaduto anche nel recente passato, vedi adesione al “Parco Monte Maggiore Monte Monaco”, non si è avvertita la sensibilità di interloquire con chi, in quel territorio, svolge l’attività della caccia. E’ stato rammentato che anche nell’altra occasione sono state le associazioni venatorie a chiedere un incontro per conoscerne i dettagli. A quanto pare non è stata intervistata nessuna altra categoria/associazione che potrebbe subire un impatto negativo dalla nuova istituzione così come concepita. Ovviamente non era un obbligo contattarle e di questo si è pienamente consapevoli, anche se, visti i precedenti, il gesto sarebbe stato gradito. Dai partecipanti all’incontro presso il Comune di Baia Latina è stato registrato un grosso sconcerto, nel vedere come è stata ripartita la zona di destinazione della nuova “probabile” istituzione. Dal titolo della denominazione del nuovo Parco, ci saremmo aspettati una perimetrazione che comprendesse l’unico, e ripeto unico, corso d’acqua presente nel territorio comunale; al contrario, neanche un centimetro del fiume Volturno è stato inserito nella tracciatura degli eventuali confini.
A questo punto, ribatte Arciprete, la domanda viene spontanea: ma le acque da proteggere nel territorio collinare del Comune di Baia Latina dove si trovano? Inoltre, mi preme ricordare, che con l’istituzione del “Parco Delle Acque” sul nostro territorio collinare, per effetto della L. 157/92, in osservanza dell’art. 30, comma 1, lettera (d), ogni attività venatoria verrebbe sanzionata PENALMENTE e imporrebbe, ai cittadini di Baia e Latina e non solo ad essi, di non poter esercitare la caccia nei nostri boschi; tale privazione per molti rappresenterebbe il divieto dell’unica attività sportiva praticata e ancor più la negazione di una passione. “ Alla luce delle limitazioni di legge i cacciatori della zona , e tutti coloro i quali condividono la stessa passione, non avrebbero più territorio boschivo/collinare ove poter esercitare l’attività venatoria. Tale costrizione, conclude Arciprete, indurrebbe ad un bracconaggio sempre più prorompente e questa condizione non credo possa far piacere a nessuno. Mi preme ricordare che è il cacciatore il vero tutore dell’ambiente e della sua salvaguardia e per la legge è un cittadino immacolato, ma, inversamente, in questo modo vedrebbe negato un suo diritto nonostante versi per la licenza di porto d’armi ad uso caccia circa € 400,00 di tasse l’anno.Pertanto,essendo la proposta di istituzione del Parco delle Acque già stata approvata in prima lettura dal Consiglio Comunale e ritenendola così come concepita discriminatoria per la categoria che rappresento, relativamente all’associazione succitata, qualora non ci fosse una variazione della perimetrazione dei confini dello stesso, in maniera concordata, provvederemo a tutelare gli interessi dei nostri iscritti in tutte le sedi giuridiche preposte.
Pietro Rossi
A questo punto, ribatte Arciprete, la domanda viene spontanea: ma le acque da proteggere nel territorio collinare del Comune di Baia Latina dove si trovano? Inoltre, mi preme ricordare, che con l’istituzione del “Parco Delle Acque” sul nostro territorio collinare, per effetto della L. 157/92, in osservanza dell’art. 30, comma 1, lettera (d), ogni attività venatoria verrebbe sanzionata PENALMENTE e imporrebbe, ai cittadini di Baia e Latina e non solo ad essi, di non poter esercitare la caccia nei nostri boschi; tale privazione per molti rappresenterebbe il divieto dell’unica attività sportiva praticata e ancor più la negazione di una passione. “ Alla luce delle limitazioni di legge i cacciatori della zona , e tutti coloro i quali condividono la stessa passione, non avrebbero più territorio boschivo/collinare ove poter esercitare l’attività venatoria. Tale costrizione, conclude Arciprete, indurrebbe ad un bracconaggio sempre più prorompente e questa condizione non credo possa far piacere a nessuno. Mi preme ricordare che è il cacciatore il vero tutore dell’ambiente e della sua salvaguardia e per la legge è un cittadino immacolato, ma, inversamente, in questo modo vedrebbe negato un suo diritto nonostante versi per la licenza di porto d’armi ad uso caccia circa € 400,00 di tasse l’anno.Pertanto,essendo la proposta di istituzione del Parco delle Acque già stata approvata in prima lettura dal Consiglio Comunale e ritenendola così come concepita discriminatoria per la categoria che rappresento, relativamente all’associazione succitata, qualora non ci fosse una variazione della perimetrazione dei confini dello stesso, in maniera concordata, provvederemo a tutelare gli interessi dei nostri iscritti in tutte le sedi giuridiche preposte.
Pietro Rossi