Caserta. Le ultime dichiarazione del Governatore della Banca d’Italia Draghi, sulla crisi economica che sta attraversando l’Italia , ha richiamato l’attenzione dei politici e dei consumatori.
Di crisi parliamo spesso, la registriamo nei mutamenti che incidono sulla condizione economica e sociale dei consumatori e delle famiglie. Non possiamo neppure dire che non ce l’aspettavamo. Era crisi profonda e dolorosa quella che accentuava in questi anni la forbice tra chi fatica con i denti a guadagnare ogni giorno il necessario per vivere , i più e in costante crescita e chi nell’imporsi del carovita non ci perde anzi ci guadagna. Attraverso le nostre rilevazioni, ci ha dichiarato il presidente della Lega Consumatori Caserta Vito Conforti, coglievamo la crisi sopra tutto della famiglia popolare nelle aree metropolitane dove le spese necessarie divengono anche obbligatorie per mancanza di rimedi. L’orto la campagna , le offerte. Al tempo stesso eravamo costretti ad assistere alla speculazione che cavalcava gli aumenti delle materie prime, il petrolio ma non solo il petrolio, il grano in particolare. Immediate crescevano le letture affrettate, L’india , la Cina che migliorando la condizione di vita della propria popolazione chiedono di accedere ad una fetta crescente della torta delle materie prime. Causa vera non meccanica e non improvvisa. Infatti il fattore speculativo si fa evidente fino a scoppiare ed esondare in una crisi dagli sviluppi oscuri e imprevedibili. La fiducia nel capitalismo finanziario e nel mercato in grado di portare e riportare l’equilibrio e il progresso vacilla, lo slogan del “pubblico è arretrato e antimoderno, il mercato e la concorrenza sono il moderno entrano in crisi. Non solo si torna ad invocare la necessità che lo stato intervenga con regole, ma che si trasformi in ancora di salvezza per le banche e le grandi imprese portate a rischio di naufragio dal liberalismo sfrenato sono gli Stati Uniti, bandiera di questo tipo di liberalismo, emblematicamente a compiere per primi l’inversione ad u, Fanno investimenti colossali per salvare le loro grandi banche. In Europa e in Italia con la tecnica imbonitrice degli annunci ci si precipita ad assicurare che la crisi finanziaria mondiale non colpirà l’economia reale ma subito si presentano i primi segnali: crisi delle fabbriche, cassa integrazione, difficoltà delle piccole e medie imprese, crisi dei mutui. Noi consumeristi la crisi ce l’aspettavamo, non certo nelle forme in cui si è manifestata , ma l’attendevamo. Di fronte ad essa e alle forme pesanti in cui temiamo si manifesti nei prossimi mesi siamo convinti che i rimedi da adottare per salvare il potere di acquisto del consumatore e della sua famiglia sono gli stessi con i quali la Lega Consumatori da quaranta anni propone di prevenire le cause delle crisi sopra tutto in un’era di globalizzazione: costruire lo sviluppo economico attento alle esigenze del PIL ma orientandone lo sviluppo con il rispetto delle esternalità , rispetto dell’ambiente umano e dell’ambiente naturale, combattere la finanza meramente cinica, puntare su forme di finanza eticamente motivata e motivabile. Puntare su uno sviluppo sostenibile e solidale , in altre parole su un altro sviluppo a dimensione d’uomo per tutti gli uomini”.
Pietro Rossi
Di crisi parliamo spesso, la registriamo nei mutamenti che incidono sulla condizione economica e sociale dei consumatori e delle famiglie. Non possiamo neppure dire che non ce l’aspettavamo. Era crisi profonda e dolorosa quella che accentuava in questi anni la forbice tra chi fatica con i denti a guadagnare ogni giorno il necessario per vivere , i più e in costante crescita e chi nell’imporsi del carovita non ci perde anzi ci guadagna. Attraverso le nostre rilevazioni, ci ha dichiarato il presidente della Lega Consumatori Caserta Vito Conforti, coglievamo la crisi sopra tutto della famiglia popolare nelle aree metropolitane dove le spese necessarie divengono anche obbligatorie per mancanza di rimedi. L’orto la campagna , le offerte. Al tempo stesso eravamo costretti ad assistere alla speculazione che cavalcava gli aumenti delle materie prime, il petrolio ma non solo il petrolio, il grano in particolare. Immediate crescevano le letture affrettate, L’india , la Cina che migliorando la condizione di vita della propria popolazione chiedono di accedere ad una fetta crescente della torta delle materie prime. Causa vera non meccanica e non improvvisa. Infatti il fattore speculativo si fa evidente fino a scoppiare ed esondare in una crisi dagli sviluppi oscuri e imprevedibili. La fiducia nel capitalismo finanziario e nel mercato in grado di portare e riportare l’equilibrio e il progresso vacilla, lo slogan del “pubblico è arretrato e antimoderno, il mercato e la concorrenza sono il moderno entrano in crisi. Non solo si torna ad invocare la necessità che lo stato intervenga con regole, ma che si trasformi in ancora di salvezza per le banche e le grandi imprese portate a rischio di naufragio dal liberalismo sfrenato sono gli Stati Uniti, bandiera di questo tipo di liberalismo, emblematicamente a compiere per primi l’inversione ad u, Fanno investimenti colossali per salvare le loro grandi banche. In Europa e in Italia con la tecnica imbonitrice degli annunci ci si precipita ad assicurare che la crisi finanziaria mondiale non colpirà l’economia reale ma subito si presentano i primi segnali: crisi delle fabbriche, cassa integrazione, difficoltà delle piccole e medie imprese, crisi dei mutui. Noi consumeristi la crisi ce l’aspettavamo, non certo nelle forme in cui si è manifestata , ma l’attendevamo. Di fronte ad essa e alle forme pesanti in cui temiamo si manifesti nei prossimi mesi siamo convinti che i rimedi da adottare per salvare il potere di acquisto del consumatore e della sua famiglia sono gli stessi con i quali la Lega Consumatori da quaranta anni propone di prevenire le cause delle crisi sopra tutto in un’era di globalizzazione: costruire lo sviluppo economico attento alle esigenze del PIL ma orientandone lo sviluppo con il rispetto delle esternalità , rispetto dell’ambiente umano e dell’ambiente naturale, combattere la finanza meramente cinica, puntare su forme di finanza eticamente motivata e motivabile. Puntare su uno sviluppo sostenibile e solidale , in altre parole su un altro sviluppo a dimensione d’uomo per tutti gli uomini”.
Pietro Rossi