CASERTA -
Confcommercio e Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) dicono ‘no’ al
divieto di servizio al banco imposto alle attività economiche dal Ministero
dell’Interno con la circolare del 24 aprile scorso. Un provvedimento che le
associazioni di categoria definiscono inspiegabile sul piano sanitario,
immotivato giuridicamente e punitivo sul piano economico. Si tratta infatti di
una interpretazione che nessuno si aspettava in virtù del fatto che il decreto
‘Riaperture’ non esclude espressamente la somministrazione al banco ma, al
contrario, specifica con quali modalità può avvenire il consumo al tavolo e
cioè esclusivamente all’esterno, almeno fino al 31 maggio. Nel dettaglio,
stando a quanto previsto dalla circolare del Ministero, il servizio al banco
non potrà essere effettuato infatti prima di luglio mentre a partire dal primo
giugno sarà possibile consumare al chiuso, ma solo al tavolo. Un paradosso
giuridico e sanitario. ‘In questo modo – fa notare Lucio Sindaco,
presidente provinciale di Confcommercio Caserta – si penalizza ulteriormente l’attività dei pubblici
esercizi già messi a dura prova dall’impossibilità di ospitare i clienti
all’interno dei locali. Non tutti dispongono infatti di spazi all’aperto e
questo dato rappresenta un limite e una discriminazione per un’ampia fascia di
esercenti. Speriamo che questa posizione venga rivista al più presto e
chiediamo con forza un intervento del Ministero per lo Sviluppo economico anche
alla luce della impossibilità ormai evidente di separare il tema della tutela
della salute pubblica da quello della tenuta del settore economico e
produttivo’. Nella stessa direzione anche il commento di Giuseppe Russo, presidente di Fipe Confcommercio Caserta: ‘Condividiamo
questa protesta contro un divieto assurdo e incongruente. Il divieto di sostare al banco, per un consumo pratico, veloce e in
sicurezza, azzera infatti il lavoro del 50% dei bar e dei locali che non hanno
spazi all’esterno. Il provvedimento peraltro non tiene in alcuna considerazione
le caratteristiche del modello di domanda e offerta del bar italiano che
proprio nel consumo al banco ha il suo cuore pulsante. Troviamo assurdo
peraltro anche il divieto di utilizzo dei servizi igienici posti all’interno
dei locali e dei bar salvo in casi di assoluta necessità e siamo fortemente
preoccupati delle conseguenze di queste misure che creeranno soltanto ulteriori
assembramenti’.
Pietro Rossi