Giuseppe Avecone |
Alife –L’iniziativa
di chiedere alla cittadinanza alifana la disponibilità di cedere al Comune a
titolo gratuito la proprietà di terreni per impiantarvi delle opere di pubblica
utilità era venuta qualche tempo fa proprio all’amministrazione comunale,
guidata dal Sindaco Giuseppe
Avecone. Ora arriva, con gratificazione, il primo atto di
donazione. A compierlo, “con grande senso di civiltà”, come ha ricordato il
primo cittadino nell’annunciare l’acquisto e ringraziare pubblicamente i
proprietari, sono i coniugi
Sansone Pietromario e Granitto
Michela. Gli stessi sono proprietari di un appezzzamento di
terreno in località San
Michele, sulla collina di Alife, tra la Strada Provinciale
che collega Piedimonte Matese – Sant’Angelo d’Alife e la Chiesa Antica di San Michele
(distinto al foglio 19, particelle 148 e 5138). Il terreno è stato, nei fatti,
acquistato al patrimonio comunale ed i proprietari lo hanno ceduto a titolo
assolutamente gratuito (solo le spese per il trasferimento di proprietà saranno
a carico dell’ente). Il Comune potrà realizzarvi in loco opere di urbanizzazione
per rendere lo stesso fruibile per diversi scopi. “Sento il dovere di ringraziare a nome di tutta la
cittadinanza alifana la famiglia Sansone – ha dichiarato
visibilmente commosso il Sindaco Avecone – perchè
il loro è un atto di disponibilità e di grossa civiltà. Avere persone al giorno
d’oggi che dimostrano attaccamento al proprio Comune è cosa rara. Sono felice
di questo momento molto bello, avremo la possibilità di fare qualcosa in più
per la frazione di San Michele su di un terreno che riveste una posizione
strategica molto importante. Noi faremo in modo di renderlo particolarmente
bello ed utile – ha continuato Avecone mentre consegnava una
pergamena all’ex proprietario Sansone - anche
per una giusta gratificazione dei proprietari. Ringrazio per questo
l’amministrazione comunale tutta ed il vice Sindaco Palmieri, che si è molto impegnato per
ottenere questo risultato, ed il buon Peppino Sansone, per la preparazione degli
atti“.
Pietro Rossi