Cancello ed Arnone (Matilde Maisto) - L’associazione
culturale “Letteratitudini” nell’incontro del 30 Aprile u.s. ha realizzato,
come sempre, una serata molto frizzante all’insegna della cultura. Questa volta,
però, non sono stati scomodati i grandi poeti italiani e stranieri, ma si è
trattato di un evento improntato sulla
spontaneità e la freschezza di una giovane scrittrice locale, Marialuisa
Santonicola. In proposito si è, concordemente, giunti alla conclusione di lasciare, per il
futuro, sempre una “finestra aperta” per le nuove e giovani generazioni. Si è
parlato, infatti, della possibilità di valorizzare il talento locale, in modo
che, per una volta, il nostro territorio non venga ricordato solo come “terra
di gomorra” e come “terra dei fuochi”, ma bensì di un territorio sempre alla sospirata ricerca di un riscatto
morale, sociale e culturale. Allo scopo, è necessario diffondere la cultura come fattore di coesione
sociale, di cittadinanza attiva e di apprendimento permanente. Intanto Marialuisa Santonicola, nel raccontarsi agli amici di
Letteratitudini, dice che lei scrive da anni e da anni “esplode per implodere”,
ossia nella sua anima avviene come una deflagrazione, una necessità di
chiudersi in sé stessi e non comunicare con gli altri, per timore di non essere
compresa ed anche per la necessità di custodire gelosamente i propri sentimenti
e le proprie emozioni. La sua necessità di scrivere è iniziata con uno strano
malessere che la faceva sentire inadeguata, “tu mai abbastanza di fronte agli
altri”, ma con tanta voglia di dire, parlare, farsi ascoltare. E tuttavia,
senza mai riuscire a fare un vero discorso, come se le parole venissero bloccate
in gola – dice Marialuisa – insomma ci si sente attraversare da una brezza
leggera che dà benessere, ma che non si riesce mai a respirare pienamente. E poi continua:
“Pensavo e scrivevo pagine di diario, riflettevo e scrivevo anche sulle
parole mai scritte, quelle guardate con il cuore. Osservavo e guardavo, anzi
non guardavo, leggevo in tutte le cose che mi circondavano: nelle foglie, nel
mare, negli alberi, nel sole, nella terra della mia terra, negli occhi della
mia gente, nelle strade del mio paese, nei riflessi iridescenti del sole che lo
illuminano, nel vocìo dei bambini, nella mia anima, come per imprimere tutto
nella mia mente e conservarlo dentro di me. I miei racconti “Vita… per caso” e “Angeli violati”, per
quanto possano essere parzialmente storie inventate, sono sempre al limite
della realtà, sono storie reali, comuni, lucidamente vere, con personaggi che,
se chiudo un attimo gli occhi, vedo lì, li sento respirare, così come sento
respirare le mie radici nel battito dell’universo”. La serata di Letteratitudini si è chiusa con il consueto
assaggio di prodotti tipici locali, quali la mozzarella di bufala campana,
pizze varie appena sfornate dai forni dei panifici locali, salsiccia arrostita
fornita dalle locali macellerie, che ancora hanno l’abitudine di macellare i
maiali, frittatina con le uova fresche dei nostri pollai, dolci realizzati
dalle varie signore del gruppo, il tutto bagnato da gustosi vinelli offerti
puntualmente dal nostro professore Raimondo. Ed è proprio il professore Raffaele Raimondo il relatore del
prossimo incontro del mese di Maggio, tema dell’incontro sarà Salvatore Di
Giacomo con “Era ‘de Maggio”, con chiaro riferimento alla famosa canzone di Di
Giacomo: “Era ‘de maggio e te cadéano ‘nzino, a schiocche a schiocche, li
ccerase rosse… Fresca era ll’aria… e tutto lu ciardino addurava de rose a
ciento passe…”, ma con riferimento anche al mese dei fiori ed in particolare alle
rose, ed anche al mese dedicato alla Madonna.
Matilde Maisto