Dott.ssa Anna Barbato |
Care concittadine,
In
qualità di donna, di madre e di Assessore alla Cultura e Politiche Sociali del
nostro comune, sento di scrivervi pubblicamente un pensiero per riflettere
assieme sul significato dell'8 Marzo, giornata mondiale della donna. Non
una festa, non un compleanno, ma un appuntamento con i luoghi della memoria,
per ricordare quanto la donna abbia lottato e sacrificato se stessa per il
progresso della società. Molto sangue è stato ingiustamente versato e molte
lotte sono state promosse e condotte in nome di un'uguaglianza riconosciuta
dalla ragione. L'incendio della fabbrica Triangle, avvenuto a New York il 25
marzo 1911, fu il più grave incidente industriale della storia di New York.
Causò la morte di 146 persone, per la maggior parte giovani operaie di origine
italiana e dell'est europeo. Il Novecento inaugura con questa tragedia la
trasformazione del ruolo della donna nella società, un ruolo quasi in rottura
con i vecchi schemi e i vecchi stereotipi, che vogliono nella donna un simbolo
di fragilità e gentilezza, un emblema di eterna bellezza. Sono finalmente la
forza d'animo e la grinta le qualità che alla donna vengono riconosciute,
soprattutto abilità lavorative e di indipendenza. Dal punto di vista
socio-culturale la figura femminile si è affermata come soggetto essenziale
della società e della cultura. Ciò che caratterizza l'emancipazione femminile
sarà, senza dubbio, il pieno riconoscimento alla donna dei diritti politici,
quindi diritto di voto e di partecipazione alle cariche dello stato. Le donne
italiane dovranno aspettare il 1946 per poter avere il diritto di voto. È
l'Italia che dal secondo dopoguerra guiderà la "rivoluzione
femminista", riuscendo ad ottenere il raggiungimento di numerosi
obiettivi, come ad esempio la possibilità di poter accedere alle cariche
pubbliche. La figura femminile che fino a pochi anni prima vestiva
esclusivamente il grembiule domestico ora si trova a vestire abiti nuovi,
rifiutando quella condizione di sottomissione che fino a poco tempo prima accettava
passivamente. Non si trattava infatti soltanto di contestare una legge dello
stato, una gerarchia, ma di saper vedere anche nella propria vita di ogni
giorno i segni del predominio maschile. Dal femminismo viene la proposta
entusiasmante di abbattere strutture inaccettabili per lasciare posto ai veri
pensieri ed ai veri sentimenti. Le donne non devono più adattarsi alle opinioni
altrui. È proprio da questo momento che vedremo nascere e mettersi in luce
figure femminili che saranno poi ricordate tra le pagine dei libri, in ogni
ambito, dall'economia alla politica, dalla medicina alle istituzioni
scolastiche. La nostra società si tingerà sempre più di rosa, ma quello che
abbiamo oggi e che avremo domani lo dobbiamo alle donne che ci hanno preceduto
e che hanno fatto la storia. C'è chi prima di noi ha lottato per un futuro
fatto di diritti e doveri. Maria Montessori, la prima donna medico in Italia,
pedagogista e scienziata, la cosiddetta donna della "mille lire",
portò avanti il proprio impegno per l'emancipazione femminile. Altra figura di
rilievo è stata Rita Levi Montalcini, scienziata e donna italiana, Alfonsina
Strada, prima donna a gareggiare con gli uomini nel Giro d'Italia, Alessandra
Germi, la prima donna pubblico ministero, Tina Anselmi, la prima donna
ministro. Il giorno dell'8 Marzo deve rappresentare per le mondragonesi (e non
solo!) un giorno di riflessione e di ricordo anche per quante hanno perso la
vita in nome di un diritto. Sono e sarò sempre vicina a tutte le donne della
nostra terra.
Assessorato alle
Politiche Sociali
Dott.ssa Anna
Barbato