Mons. Valentino Di Cerbo |
PIEDIMONTE MATESE. Cari fratelli, care sorelle! Quest’anno,
il 31 dicembre sera, non celebreremo nella nostra Cattedrale di Alife il
tradizionale Te Deum con le Autorità e il Popolo di Dio. L’inagibilità del
maggiore Tempio della Diocesi e il permanere dello sciame sismico, insieme al
disagio in atto nella popolazione matesina e alla necessità che in questo
momento i responsabili delle nostre comunità siano sul posto e vicino alla
gente, mi hanno indotto a prendere una tale decisione, anche se con sofferenza.
Ma questo non ci esime dal dovere di ringraziare il Signore per i doni elargiti
nell’anno che sta per finire: il coraggio e la tenacia della popolazione nel
sopportare la pesante crisi economica, i notevoli, anche se non esibiti,
gesti di solidarietà realizzati in favore dei bisognosi, il rispetto dei disagi
dei poveri che ha portato molte Amministrazioni e molte persone ad uno stile di
vita più essenziale, la testimonianza di amore alla propria Terra attraverso
molteplici iniziative culturali e sociali, l’impegno di molti cristiani per
aiutare i fratelli a scoprire il senso della vita con l’annuncio del Vangelo e
il servizio al Regno, lo sforzo dei fedeli del territorio a rendere la loro
Diocesi più bella con la Visita Pastorale, l’ordinazione di nuovi Diaconi… Sono
tutti motivi di riconoscenza, cui si aggiungono in queste ultime ore il fatto
che il terremoto, che ha colpito il nostro territorio quando le nostre chiese
erano gremite di fedeli, non ha provocato alcuna vittima, né la maggior parte
delle abitazioni ha subito danni tali da costringere le persone a trasferirsi
altrove e a sopportare nuove sofferenze… Inizieremo il prossimo anno con
qualche difficoltà in più, ma da credenti sappiamo che il tempo della crisi è
tempo di crescita, tempo per “terremotate” false sicurezze e stabilire
l’esistenza sulla salda roccia delle convinzioni, degli atteggiamenti e dei
sentimenti che ci rendono più umani. Nel messaggio per la Giornata mondiale
della pace, il Papa Francesco quest’anno ci esorta a prendere in
considerazione la fraternità come fondamento e via della pace. Possa, anche
l’evento del terremoto creare tra noi più fraternità, più solidarietà, più
onestà, più attenzione agli ultimi, più civiltà vera, quella dall’amore, per
offrire motivi di vita e di speranza ai bambini e ai giovani e tenerezza
accogliente e grata agli anziani. A tutti voi che il Signore ha affidato alle
mie cure di Pastore, auguro Buon Anno e, invocando la celeste protezione della
Madre di Dio, invio con affetto la mia benedizione.
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Valentino, vescovo