Prof. Marco Fusco |
FONTEGRECA.
Svelato il mistero della schiuma bianca nelle acque del torrente Sava di
Fontegreca, generata, a quanto pare, dal cattivo funzionamento del depuratore
di Gallo Matese. “Fanghi da depuratori”, cioè materiale non depurato, ci
riferisce il Prof. Marco Fusco già
Responsabile dell’Unità Operativa Interreg III B Cypmed e Medcypre del Comune di Fontegreca, è sceso a valle
inquinando le acque del torrente Sava nel cuore del Bosco degli Zappini. La
schiuma bianca la conseguenza logica di questa emergenza. Gli effetti
catastrofici dei depuratori senza manutenzione, senza controlli oserei
aggiungere. Del resto queste cose in Campania non meravigliano più di tanto,
atteso la cronaca giornaliera di fenomeni legati all’inquinamento delle acque
oltre che dell’aria e dei terreni.
L’Arpac non ha potuto fare altro che analizzare i campioni prelevati a
Fontegreca e comunicare alle autorità preposte, l’esito della campionatura. Si
parla del malfunzionamento del depuratore di Gallo Matese. Può darsi, ribatte
il Prof. Fusco, ora occorre
intervenire senza indugiare oltre. Parliamo di un contesto di alto pregio
naturalistico che va assolutamente salvaguardato da ogni forma di inquinamento
esterno. Bisogna assolutamente rimuovere la causa di questo inquinamento, con
interventi mirati e urgenti. Proprio l’altro giorno c’è stata una riunione
operativa tra Assessorato regionale All’agricoltura, Corpo Forestale dello
Stato, Ufficio territoriale della Biodiversità, Comune di Fontegreca, CNR
Istituto per la Protezione delle Piante di Firenze . Al tavolo si è discusso di
una bozza di un libro che uscirà a gennaio dal titolo: “L’arboreto clonale da
semi: il futuro della cipresseta di Fontegreca”. Un lavoro a più mani che vede
come gruppo di lavoro il Prof. Marco Fusco, il prof. Paolo Raddi del Cnr IPP
Firenze, dott. Salvatore Apuzzo dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura,
l’ing. Zambulo del Corpo Forestale dello Stato e il sindaco di Fontegreca
Antonio Montoro. Pochi sanno, purtroppo, che a Fontegreca è stato costituito il
primo arboreto clonale da seme d’Europa, a coronamento di una attività iniziata
nel lontano 1999 e che ha avuto concreta attuazione cinque anni or sono
dall’assessorato regionale all’agricoltura con il primo progetto per
l’individuazione e la selezione dei Materiali di base ai sensi della Direttiva
1999/105/CE e del D.Lvo 386/2003, cioè attuazione della direttiva relativa alla
commercializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione. Al termine
dell’intensa giornata di lavoro efficace è stata la battuta finale del
professore Paolo Raddi, coordinatore del gruppo di lavoro: “Il bosco degli Zappini:
la comunità di Fontegreca si è prodigata ieri, sta lavorando oggi e guarda al
domani con l’arboreto clonale da seme”. E stiamo lavorando anche su un progetto
interregionale a valere sulla nuova programmazione UE 2014/2020, che vedrà insieme regione Molise e
Campania attraverso la costituzione di un sistema turistico locale che metterà
insieme l’area a ridosso delle due province Caserta e Isernia per un turismo
durevole.
Pietro
Rossi