Luigi Ferritto |
Piedimonte Matese - Se ne accorgono nel momento in cui
prendono confidenza e la pedalata diventa più sciolta, il fiato meno corto,
l’umore su di giri. Rinunciare all’auto e scegliere le due ruote, come mezzo di
locomozione preferito, fa proprio bene, al fisico e alla mente. Gli effetti
benefici, la bici,
riesce a produrne in maniera davvero importante, specialmente sul cuore.
Dalle chiacchiere da bar alle rubriche dedicate alla salute, nessuno lo mette
più in dubbio: contro le malattie cardiovascolari, l’abitudine ai pedali
la vince alla grande su una bella quantità di accorgimenti. Non si contano gli
studi che arrivano alle stesse conclusioni: da quello pubblicato sul British
Medical Journal - in sintesi, mezz’ora di pedalata al giorno dimezza il
rischio di infarto - all’indagine dei ricercatori dell’Università danese di
Odense, riportata dall’Official Journal of The International Society for
Physical Activity and Health, che conferma gli effetti benefici anche su
organismi in crescita come quelli dei bimbi,
indipendentemente dall’età in cui cominciano ad andare in bici. Un
cuore «allenato» grazie ai pedali, diventa più efficiente, pompa più sangue e
con forza maggiore cosicché – come spiegano i medici - la quantità espulsa in
un minuto è la medesima, ma servono meno contrazioni: la frequenza cardiaca in
condizioni di riposo si abbassa. Tutti in bici, dunque, senza altre
precauzioni? Un importante distinguo provvede a segnalarlo Luigi Ferritto,
medico, presso la Clinica Athena-Villa dei Pini di Piedimonte Matese (CE) e,
forse, il simbolo del ciclismo "Made in Matese", con gli oltre 70
successi in sella alla sua seconda fiamma: la bicicletta. Dopo la premessa,
scontata, che «sono ormai accertati i benefici della bici sul sistema
cardiocircolatorio», Ferritto ricorda un fatto che forse molti sottovalutano.
«Pedalare in piano, senza sforzo, ha sul cuore lo stesso effetto di una buona
camminata, nel senso che fa bene, mantiene il fisico in efficienza, niente di
più. Se invece si va in bicicletta per fare sport, sono necessari protocolli
più intensi». Detto in altri termini, «bisogna ritrovarsi ogni tanto con la
lingua di fuori». Spiegato in termini più scientifici? «Procuriamo un surplus
di benessere al nostro muscolo, spingendo sui pedali in modo che la frequenza
cardiaca arrivi al 70-80% della massima correlata alla nostra età». La
regoletta da applicare, è semplice: sottraendo da 220 il numero corrispondente
ai nostri anni, si ottiene la frequenza massima teorica. La “velocità di
crociera consigliata e benefica”, la si ottiene «togliendo ancora 20 dalla
cifra rimasta». Per regolarsi è utile avere con sé un cardiofrequenzimetro. Gli
effetti positivi riguardando non è solo il cuore, assimilabile ad una pompa, ma
l’intero sistema vascolare interessate dal rilascio di sostanza vasodilatatrici
e vasocostrittrici, le coronarie, la glicemia, l’hdl. E chi ha il diabete
dimezza la glicemia. «Ma bisogna fare fatica - insiste Ferritto - e si può
cominciare a qualunque età, sottoponendosi a un test da sforzo». Perfetto
pedalare, le prime volte, due volte la settimana per venti-trenta minuti alla
velocità che si è detto ma poi con il crescere della resistenza e della forma
si possono aumentare tranquillamente i minuti. Tornando a chi si “accontenta”
di andare in piano, il ritmo ottimale, è compreso tra le 70 e le 80 pedalate al
minuto. Come ricorda Ferritto, la bici ha ottimi effetti sulla pressione, in
particolare sui suoi valori minimi, che dipendono dall’elasticità dei vasi
venosi (ottima quindi per chi soffre di ipertensione). «Mantenere un ritmo
costante con un’intensità non troppo elevata e per almeno mezz’ora: uscire in
bici tre quattro volte a settimana è un’ottima soluzione per tenere in
esercizio l’intero sistema cardiocircolatorio». Aumentando poi l’elasticità
delle pareti delle vene e delle arterie, si permette al muscolo cardiaco di
lavorare meno a parità di intensità di esercizio. In queste condizioni il
cuore, e non solo quello degli atleti, subisce modificazioni aumentando la
propria massa e migliorando la sua funzione di pompa, ottimizza il consumo di
ossigeno e riduce la frequenza. Dulcis in fundo, e per chi non fosse ancora
pienamente convinto di quanto si è detto, la prova dell’utilità della
bicicletta per il sistema cardiovascolare è che la sua versione statica, cioè
la cyclette, viene utilizzata nella riabilitazione dei pazienti post-infartuati.
Pietro Rossi