Giorgio Magliocca |
Cari concittadini,
probabilmente non ho ancora metabolizzato tutto ciò che mi è
capitato in questi lunghi undici mesi. E forse ci vorrà ancora molto tempo per
superare questo assurdo ed incredibile dramma.
Una cosa è certa. Il 20 febbraio scorso, alle ore 15,32, il Gup del
Tribunale di Napoli, dott. E. De Gregorio, ha scritto una importantissima
sentenza che rende giustizia non solo ad una persona, ad una famiglia, ma
oserei scrivere ad una comunità che non merita il clamore ed il fango che ha
dovuto subire in tutto questo tempo per colpa dei soliti impostori. Il processo ha sancito che la destra non ha
mai fatto accordi con la camorra. L’ha sempre avversata e contrastata. In particolare, è risultato che nel 2006 non
ho incontrato Ligato Pietro, stipulando con lo stesso un accordo elettorale,
perché questi era in galera: lo è stato dall’ottobre 2004 fino a Luglio 2006,
mentre le elezioni si tennero nel maggio 2006. Per il 2002, invece, è emerso
che Raffaele Lubrano fece campagna elettorale per un mio avversario politico.
Il che lancia un ombra di sospetto sui miei accusatori e non sicuramente sulla
mia parte politica. Sulla gestione dei beni confiscati, infine, la giustizia
italiana ha accertato che il mio comportamento, e quello della mia
amministrazione, è sempre stato “corretto” e “congruo”. Pertanto, alcun favore
è stato mai fatto al locale clan della
malavita organizzata. Ci è voluto tempo, ma alla fine la verità è stata
ripristinata. Non dimenticherò mai la
sofferenza provata in quei tristi momenti in cui non so cosa avrei dato per
accarezzare i miei figli, per guardare gli occhi di mia moglie, per confortare
i miei genitori e i miei fratelli. E’ stata durissima. Ma, grazie a tutti voi
(tantissimi) che vi siete stretti intorno alla mia famiglia e alla mia persona
difendendone l’integrità morale e il percorso politico-amministrativo, e grazie
alla fede in Dio che non ho mai perso, sono riuscito a superare questa difficilissima
prova della mia vita. Non immaginavamo che la politica potesse arrivare a tanto.
Giorgio Magliocca