CASERTA. Condividiamo pienamente la protesta attuata dagli Atenei italiani - dal 5 al 9 Luglio - con l’occupazione dei propri Rettorati. Non entriamo nel merito della stessa, tanto chiare sono le motivazioni di tutti gli addetti ai lavori: Rettori, docenti, ordinari, ricercatori, studenti, amministrativi e categorie sindacali. Rimaniamo però, ancora una volta, profondamente mortificati allorché per un’Università, quella casertana, tale anche a dispetto di tanti che continuano a negare questa appartenenza, questo atto non simbolico, ma forte per la SUN avvenga a Napoli. Dopo vent’anni siamo costretti a leggere su tutti i giornali di questa scelta napoletana. Non solo un affronto ma un vero e proprio schiaffo, elargito ad una popolazione che invoca da vent’anni – l’8 agosto prossimo cadrà questo ventennale - la risoluzione di due problemi: il trasferimento del Rettorato a Caserta – già previsto per legge - e il cambio di nome della SUN in università di Caserta. Avremmo preferito, anche se l’atto avrebbe avuto connotazioni diverse, che quanto meno, per la SUN si fossero occupati gli uffici amministrativi casertani o le Presidenze delle facoltà presenti sul nostro territorio, ma tant’è. Registriamo come nessun politico locale abbia gridato allo scandalo, ma non ne rimaniamo sorpresi, atteso che una nostra petizione, consegnata singolarmente ad ogni consigliere provinciale neo eletto finora sia stata bellamente ignorata, dalla Provincia, come dal Comune Capoluogo.
-Pasquale Sarnelli-
Comitato pro-Università di Caserta
-Pasquale Sarnelli-
Comitato pro-Università di Caserta