Napoli - Un vero e proprio canile degli orrori è stato scoperto a Marigliano, in provincia di Napoli, dal Corpo forestale dello Stato. Quasi 300 cani di varie età, razze e sesso, tenuti in spazi angusti, con acqua e cibo insufficienti e in pessime condizioni igieniche oltre a un numero imprecisato di carcasse seppellite a bassa profondità in numerose buche: questo lo scenario inquietante apparso agli agenti. Le carcasse presentavano delle vere e proprie incisioni sul dorso proprio in corrispondenza del punto in cui generalmente vengono apposti i microchip, risultati in questo caso mancanti.Protagonista dell'operazione il personale del Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (NIRDA) e del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Napoli, affiancato dagli agenti dei Comandi Stazione Forestali di Marigliano e Roccarainola (NA), con l'ausilio di medici veterinari della ASL e con la collaborazione, per la prima volta, della Task Force veterinaria del Ministero della Salute.Il canile, gestito da un'associazione locale e convenzionato con vari comuni della provincia, è stato posto sotto sequestro preventivo d'urgenza così come i 286 esemplari vivi di cane.Dai controlli effettuati è emerso che gli animali, molti dei quali malati, erano tenuti in condizioni che non rispettavano le esigenze etologiche e di benessere dei cani. In uno dei box è stato addirittura ritrovato un cane morto presumibilmente da più di un giorno. Oltre a quelle igienico-sanitarie la struttura presentava gravi carenze strutturali che alimentavano un permanente stato di stress nei cani aumentandone l'aggressività. Gli animali vivevano in promiscuità tanto che alcuni degli esemplari erano già in avanzato stato di gravidanza. Il responsabile della struttura è stato denunciato per reati che vanno dal maltrattamento di animali e dalla loro detenzione in condizioni incompatibili con la propria natura alla truffa nei confronti di Enti pubblici e al mancato adempimento di contratti di pubbliche forniture. Inoltre sono stati contestati all'indagato anche i reati di gestione di discarica non autorizzata e smaltimento illecito di sottoprodotti di origine animale. Per questo è stato richiesto l'intervento dell'ARPAC per le analisi delle acque, degli scarichi e del materiale presente sul terreno, poiché si teme l'inquinamento del suolo e delle falde acquifere.I cani saranno presto affidati ad associazioni di volontariato che si occuperanno di trovare famiglie idonee ad accogliere gli sfortunati animali.