28 giugno 2010

IL FUTURO DELLA VECCHIA ALIFANA LEGATO AL DESTINO DEL SISTEMA DI TRASPORTO REGIONALE.


PIEDIMONTE MATESE. Il futuro della vecchia Ferrovia Alifana che collega l’alto casertano a Napoli è lagato alle sorti del Sistema di Trasporto Regionale Integrato. Secondo alcune indiscrezioni le tre società partecipate dalla Regione Campania, ALIFANA, SEPSA e CIRCUMVESUVIANA, potrebbero essere accorpate. Occorrerebbe, inoltre, creare condizioni di maggiore concorrenza nel settore. Punti, che l’assessore regionale ai trasporti, Sergio VETRELLA, secondo una dichiarazione resa all’Ansa, sta analizzando: “Allo stato attuale abbiamo tre partecipate diverse, nelle quali siamo presenti al 100 per cento, con tre consigli di amministrazione e tutte per il trasporto su ferro. Occorre fare in modo che possano crescere più operatori – ha concluso l’esponente dell’esecutivo regionale – che offrano ai cittadini servizi a costi più bassi con una migliore qualità nei trasporti”. Concepita per collegare a Napoli l'area pedemontana del Matese, l’Alifana, non ha mai avuto vita facile, divisa fin dalla nascita in due tronconi: Piedimonte Matese-S.Maria C.V. e S.Maria C.V. – Napoli. Subì gravi danni durante l'ultima guerra mondiale. Mentre l'Alifana alta venne completamente ricostruita, tanto che ancora oggi è normalmente in esercizio tramite connessione con l'attuale rete delle ferrovie statali, l'Alifana bassa non subì alcun processo di modernizzazione e così nel 1976 l'esercizio venne chiuso. Fu forse l'unico caso in Italia di chiusura di una ferrovia non per scarsa frequentazione, ma per l'esatto contrario. Infatti le zone attraversate dalla linea erano cresciute in maniera talmente smisurata (si pensi ad Aversa, Secondigliano, Marano e Giugliano, tanto per fare qualche esempio) che la linea era diventata nel frattempo inadeguata. Questa fu la motivazione ufficiale anche se, da più parti, è stato fatto notare che si sarebbe potuto ammodernare un tratto per volta così da rendere graduale la ricostruzione senza dover necessariamente chiudere il tutto. Sebbene del suo potenziamento si parlò fin dal 1957 con progetti e promesse, studi di fattibilità e finanziamenti, solo nei primi anni '90 si iniziarono ad aprire i primi cantiere con progetti completamente nuovi. È così che la vecchia sede ferroviaria e le relative stazioni sono ormai in buona parte distrutte o trasformate in strade comunali per le prime o civili abitazioni. Dal 16 luglio 2005, della nuova "Tratta Bassa", è in esercizio il tratto Piscinola-Mugnano, mentre il 24 aprile 2009 è stato aperto al pubblico il tratto Mugnano-Giugliano-Aversa Ippodromo-Aversa.


Pietro Rossi