NAPOLI. Il 9 aprile si apprende dai giornali una notizia che conferma le preoccupazioni maturate negli ultimi mesi anche tra le fila del personale regionale: La Regione Campania ha sforato per l'anno 2009 il Patto di Stabilità Interno, sistema di regole che impone alle amministrazioni il rispetto di vincoli alla spesa pubblica.Il 31 marzo 2010, ultimo giorno utile per trasmettere al Ministero dell'Economia e delle Finanze l'attestazione riguardante il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità 2009, il Governatore uscente della Regione Campania Antonio Bassolino certifica invece che tali obiettivi non sono stati rispettati.Con piacere tralascio di riportare le solite e improduttive polemiche politiche che si sono accese tra maggioranza e opposizione, né mi addentro nella complicata analisi delle cause che hanno determinato questa situazione: cause rispetto alle quali non sapremo mai la verità, o meglio ne sentiremo più di una. Preferisco invece soffermarmi sugli aspetti che ci riguarderanno molto da vicino, ovvero le conseguenze che da questa situazione ricadranno sul personale della Giunta regionale. Il mancato rispetto del patto di stabilità da parte della Regione Campania comporta infatti ripercussioni negative anche su "noi risorse umane".Anzitutto si rafforza l'obbligo di ridurre le spese del personale, con particolare riferimento alle risorse finanziarie destinate alla contrattazione decentrata integrativa.Ma l'aspetto più preoccupante è il divieto di procedere a nuove assunzioni. Questo divieto, che a prima vista sembrerebbe non coinvolgere il personale di ruolo, invece ne limita fortemente le prospettive di crescita professionale. Infatti occorre considerare che le progressioni verticali, per obbligato per accedere ad un avanzamento di carriera, sono equiparate a tutti gli effetti ad una nuova assunzione. Il candidato vincitore di una procedura di progressione verticale stipula un nuovo contratto con l'amministrazione, è "un nuovo assunto".In Regione Campania, dove si sono da poco concluse 12 procedure di progressione verticale, il divieto in questione può determinare quindi implicazioni molto pesanti.La preoccupazione maggiore riguarda il concorso di Istruttore Direttivo Amministrativo per il quale, diversamente dalle altre procedure, l'amministrazione non ha ancora approvato la graduatoria definitiva di merito. I vincitori di questo concorso potrebbero non poter accedere alla categoria D per tutto il 2010.Ma ovviamente anche per tutte le altre graduatorie già approvate, che contano diversi candidati idonei non vincitori, sarà impossibile progettare un loro scorrimento, con ciò penalizzando le legittime aspettative di avanzamento professionale maturate dagli interessati. Dunque, quel raro percorso di carriera offerto ai dipendenti regionali, programmato nel lontano 2002 ma attuato con estrema ed inspiegabile lentezza, resta anche a metà, lasciando e non poco l'amaro in bocca.
Luciano Nazzaro
UIL FPL