Continuamente ci chiediamo perché, noi cristiani, rischiamo di diventare sempre più indicatori ferventi e assidui dell’arrivo di possibili nubi tempestose, e sempre meno sentinelle attente e sapienti che sanno intravvedere, nei cieli grigi di questo nostro tempo, arcobaleni di pace e di speranza? Certo, non è facile abitare terre, qual è la nostra arida e devastata terra casertana, dove i segni di morte, quali: illegalità, clientelarismo, corruzione, malgoverno della politica collusa con la camorra, sfruttamento, criminalità, razzismo, mancanza di lavoro, disastri ambientali, sono sempre più dilaganti, sfacciati e pre-potenti. Non è indolore, per noi, incontrare continuamente storie, come la storia di Bridget, che nella traversata del deserto, per raggiungere l’Italia, solo per caso si è trovata su ‘quel’ camion -trasporto esseri umani, ammassati come animali – mentre l’altro camion è esploso, probabilmente su una mina, provocando la morte di tante donne, uomini e bambini, tra cui due sue amiche partite con lei da Lagos con tanti sogni di vita nel cuore. O la storia di Susan, che ancora bambina (15 anni) si è trovata sulle nostre strade come merce da comprare e da violare da parte di tanti uomini italiani. Crediamo che per essere ‘fedeli’ a questa nostra storia, a questa nostra terra e alle tante storie accolte, siano doverosi e urgenti atti e gesti di alta responsabilità umana ed etica. Crediamo che è proprio in questo nostro momento storico, cosi ‘buio e triste’, che diventa indispensabile, per noi un imperativo, essere abitati e aperti alla speranza. Per questo, come Comunità Rut, siamo dentro e diamo tutto il nostro appoggio al Movimento, “Speranza Provinciale”. Un Movimento civico nato dalla base, alimentato e sostenuto dal bisogno di tanti giovani, uomini e donne che desiderano e vogliono sentire ancora il palpito vivo di una ‘nuova speranza’ e che per questo non si tirano indietro pronunciando, con senso di responsabilità e da persone libere: “I care” – mi interessa. Forse possiamo sembrare dei folli, dei pazzi, dei fuori tempo perchè osiamo, insieme, cammini inediti di ‘resistenza’ che hanno ancora il fascino dell’autenticità, il sapore della vita, la luce della speranza. In ogni caso è la sorte toccata a Gesù: I suoi sono andati a prenderlo, dicevano infatti: “E’ fuori di sé!” (Mc 3,21). Gesù fu considerato fuori di sé perché manifestava con parole e gesti la ‘vicinanza- presenza del Regno’: ai poveri portava il lieto annuncio, proclamava ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; rimetteva in libertà gli oppressi e proclamava l’anno di grazia del Signore (Lc 4,18-19). Gesù fu considerato un folle perché ha dato inizio e compimento ad un nuovo modo di abitare la storia, di vivere la vita: nel segno dell’essere e sentirci tutti figli di Dio e tutti fratelli e sorelle tra di noi, corresponsabile e interdipendenti della ‘felicità’ di ciascuno. E’ questa la novità continua ed inesauribile del Vangelo che chiede, oggi più che mai, di abitare luoghi comunitari, spazi di vita e cuori di ‘carne’ perché ci sia futuro e speranza per questa nostra terra, perché ci sia vita piena per tutti. E allora grazie amiche e amici se per amore di questa terra, se per amore della nostra gente continuiamo insieme a ‘organizzare’ la speranza.
Fonte: comunicato Sorelle Comunità Rut
Fonte: comunicato Sorelle Comunità Rut