PIAGGINE. Successo della quinta edizione del Percorso dei Briganti che si conclude oggi a Piaggine (SA) organizzato dall’Associazione Naturambiente Piaggine/costituenda “ Fondazione Istituto Campano Brigantaggio Giuseppe Maria Tardio” con il coordinamento del Prof. Vincenzo Marra. La manifestazione, sul brigantaggio, giunge al quinto anno. E’arricchita di nuove idee e consenso. Ma l’attuale affermazione, di una sostanziale attenzione politica, è ben più importante. La consistente sensibilità pubblica incoraggia la riproposizione del ricordo dell’avvocato eroe Giuseppe Maria Tardio.L’uomo del Cilento che tenne alta la bandiera contro gli invasori. Armi in pugno e con una rete di collaboratori si oppose all’occupazione. Eseguì le consegne, avendo ricevuto incarico e gradi dal legittimo Re Francesco II. Con lo sbarco ad Agropoli, nel settembre del 1861, iniziarono le sue gesta. Quale capitano, delle armi borboniche, a capo di 32 soldati, si inerpicò per le montagne, fino a giungere al paese natale, Piaggine, per organizzare la resistenza sul monte Cervati. Tenne testa, per ben tre anni, all’esercito, alla Guardia Nazionale, ai nemici del Sud. A meno di 150 anni dagli eventi, se ne deve ancora parlare, è un obbligo:non vogliamo dimenticare. Amiamo la Repubblica che nasce dalla Resistenza. Ma, in primo luogo, amiamo la gente del Sud:i nostri avi, padri, nonni, bisnonni che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale e nella prima a Caporetto contro gli austriaci. I monumenti, nelle piazze, lo testimoniano con i lunghi elenchi dei morti che hanno messo a lutto milioni di persone. Ci dovrebbero essere però anche le lapide con i nomi degli arrestati, dei fucilati di chi emigrò dal 1860 al 1870: tutti vittime dell’occupazione. Bisogna ricordare anche loro, averne memoria. Amiamo la Patria che deve essere di tutti. Sono ed erano del Sud, giovani soldati e forze dell’ordine che difendono l’Italia. Anche i tanti operai e impiegati, trasferitesi al Nord, ne hanno sostenuto la produttività. Non possiamo essere solo mercato. La manifestazione, Il Percorso dei Briganti, si identifica con l’avvocato Giuseppe Maria Tardio, ai cui ordini ebbe centinaia e centinaia di uomini. Migliaia di seguaci e numeri maggiori di estimatori ne condivisero le scelte. I Paesi del Cilento lo volevano, nelle loro comunità, per tripudiargli il rispetto e in festa lo portavano in processione in chiesa per cantare il Te Deum. Dall’altra parte, i carteggi della polizia e degli apparati militare “savoiardi”, lo identificavano come capobrigante.
La sua storia è esemplare. Mentre la stragrande parte dei signori, galantuomini, “massari” possidenti, propietari agrari per accaparrarsi i terreni demaniali, passarono subito con il nuovo potere, lui ascoltò la voce del popolo affamato:contadini, bracciali, garzoni, pastori, carbonai, renitenti alla leva vollero combattere.Si diedero alla macchia. Mesi prima, i detrattori lo fecero arrestare e rinchiudere nel carcere di Laurino. Aveva, da poco, vinto una causa, che dà inizio alle disavventure. Infatti difese un pastore, contro gli abusi di un possidente. L’atto favorevole ai più deboli, in un battibecco, si diffuse nel comprensorio e le idee di opporsi agli abusi trovarono crescenti riscontri. La notte, di Natale del 1860, evase dal carcere di Laurino insieme al compaesano Francesco Ricci. Arrivò a Gaeta e seguì a Roma il Re. Rientrò, nel Cilento, sbarcando ad Agropoli. Operò in tutto il Cilento, opponendosi ai piemontesi e ai fiancheggiatori. Se il consenso e i proseliti aumentarono, non arrivarono le armi, nè l’aiuto militare promesso. Il Capo si convinse della sconfitta e per diminuire le sofferenze alla sua gente non ispirò nuove rivolte dei “cafoni cilentani”, sempre represse con violenza. Si ritirò. E’ consapevole che la lotta legittimista è persa, abbandonò il campo, si rifugiò a Roma, vi visse sotto falso nome. Nel 1870 fu catturato, perché tradito, in cambio della taglia, da un pastore di Valle dell’Angelo, andato militare a Roma. Costui, da giovanissimo, pascolando le greggi, aveva conosciuto in montagna l’avvocato, diede le indicazioni ai gendarmi. Nei processi, fu condannato a morte, ma in seguito, la pena fu tramutata in carcere a vita a Favignana, l’isoletta in provincia di Trapani. In questa fortezza, senza tradire chi lo aveva aiutato o aveva collaborato con lui, morì nel 1892.Le sofferenze e la vita travagliata lo stroncarono a 58 anni Si vuole con la manifestazione, arricchita da molte iniziative, ripercorrere lo stesso tragitto che da Agropoli, Giungano, Capaccio, Trentinara, Monteforte Cilento, Magliano, Stio, Laurino, Piaggine portò l’avvocato Tardio alle falde del Monte Cervati, la vetta più alta della Campania. E’ il monte Cervati, i suoi contrafforti, le forre del fiume Calore che offrono rifugio alle sue bande inseguite dalla Guardia Nazionale e da reparti dell’esercito. In quel territorio inestricabile, senza strade non è mai stanato, anzi, appena i controlli si allentano, vi predispone i preparativi per occupare altri Comuni del Cilento. L’intero itinerario di circa 80 Km, individuato e marcato dalla Comunità Montana Calore Salernitano potrà essere percorso autonomamente a cavallo e a piedi. Nei tre giorni 18/19/20 settembre c’è il raduno a Piaggine (SA) nel ricostruito villaggio rurale. Da Piaggine, si possono ripercorrere alcuni sentieri che conducono ai campi dei briganti e rientrare nel pomeriggio. Il percorso marcato si snoda, nei Comuni menzionati,per creste e pianori, che si alternano lungo le dorsali della catena montuosa per aggirare dirupi, forre, picchi ed altri impedimenti naturali. Nei tre giorni molti cavalieri ed escursionisti a piedi si cimentano con la fatica del percorso segnato. Il lungo tragitto termina a Piaggine dove il territorio montano offrirà tante postazioni utilizzate dalle bande capeggiate da Tardio che vi operavano e vi si rifugiavano. Vi sarà, Venerdi, Sabato e Domenica, il grande raduno di BRIGANTI e BRIGANTESSE con ristori e bivacchi in gran parte all’aperto. Interessantissime località come il monte Vivo, l’Oasi faunistica del Cervo al Piesco, il campo dei briganti della Croce di Pruno tra Piaggine, Valle dell’Angelo e Laurino e le forre del fiume Calore possono essere percorse e visitate. Negli agriturismo, lungo il tragitto dei paesi attraversati, si possono consumare piatti e prodotti tipici. A Piaggine, invece, nel villaggio rurale realizzato negli spazi antistanti il mercato coperto, si preparano la Pecora alla Pastoresca secondo la tradizione dei briganti(afrodisiaca) e (da prenotare in comitiva) arrosti e “bistecconi” di carne podolica di Piaggine.
Enzo Marra
La sua storia è esemplare. Mentre la stragrande parte dei signori, galantuomini, “massari” possidenti, propietari agrari per accaparrarsi i terreni demaniali, passarono subito con il nuovo potere, lui ascoltò la voce del popolo affamato:contadini, bracciali, garzoni, pastori, carbonai, renitenti alla leva vollero combattere.Si diedero alla macchia. Mesi prima, i detrattori lo fecero arrestare e rinchiudere nel carcere di Laurino. Aveva, da poco, vinto una causa, che dà inizio alle disavventure. Infatti difese un pastore, contro gli abusi di un possidente. L’atto favorevole ai più deboli, in un battibecco, si diffuse nel comprensorio e le idee di opporsi agli abusi trovarono crescenti riscontri. La notte, di Natale del 1860, evase dal carcere di Laurino insieme al compaesano Francesco Ricci. Arrivò a Gaeta e seguì a Roma il Re. Rientrò, nel Cilento, sbarcando ad Agropoli. Operò in tutto il Cilento, opponendosi ai piemontesi e ai fiancheggiatori. Se il consenso e i proseliti aumentarono, non arrivarono le armi, nè l’aiuto militare promesso. Il Capo si convinse della sconfitta e per diminuire le sofferenze alla sua gente non ispirò nuove rivolte dei “cafoni cilentani”, sempre represse con violenza. Si ritirò. E’ consapevole che la lotta legittimista è persa, abbandonò il campo, si rifugiò a Roma, vi visse sotto falso nome. Nel 1870 fu catturato, perché tradito, in cambio della taglia, da un pastore di Valle dell’Angelo, andato militare a Roma. Costui, da giovanissimo, pascolando le greggi, aveva conosciuto in montagna l’avvocato, diede le indicazioni ai gendarmi. Nei processi, fu condannato a morte, ma in seguito, la pena fu tramutata in carcere a vita a Favignana, l’isoletta in provincia di Trapani. In questa fortezza, senza tradire chi lo aveva aiutato o aveva collaborato con lui, morì nel 1892.Le sofferenze e la vita travagliata lo stroncarono a 58 anni Si vuole con la manifestazione, arricchita da molte iniziative, ripercorrere lo stesso tragitto che da Agropoli, Giungano, Capaccio, Trentinara, Monteforte Cilento, Magliano, Stio, Laurino, Piaggine portò l’avvocato Tardio alle falde del Monte Cervati, la vetta più alta della Campania. E’ il monte Cervati, i suoi contrafforti, le forre del fiume Calore che offrono rifugio alle sue bande inseguite dalla Guardia Nazionale e da reparti dell’esercito. In quel territorio inestricabile, senza strade non è mai stanato, anzi, appena i controlli si allentano, vi predispone i preparativi per occupare altri Comuni del Cilento. L’intero itinerario di circa 80 Km, individuato e marcato dalla Comunità Montana Calore Salernitano potrà essere percorso autonomamente a cavallo e a piedi. Nei tre giorni 18/19/20 settembre c’è il raduno a Piaggine (SA) nel ricostruito villaggio rurale. Da Piaggine, si possono ripercorrere alcuni sentieri che conducono ai campi dei briganti e rientrare nel pomeriggio. Il percorso marcato si snoda, nei Comuni menzionati,per creste e pianori, che si alternano lungo le dorsali della catena montuosa per aggirare dirupi, forre, picchi ed altri impedimenti naturali. Nei tre giorni molti cavalieri ed escursionisti a piedi si cimentano con la fatica del percorso segnato. Il lungo tragitto termina a Piaggine dove il territorio montano offrirà tante postazioni utilizzate dalle bande capeggiate da Tardio che vi operavano e vi si rifugiavano. Vi sarà, Venerdi, Sabato e Domenica, il grande raduno di BRIGANTI e BRIGANTESSE con ristori e bivacchi in gran parte all’aperto. Interessantissime località come il monte Vivo, l’Oasi faunistica del Cervo al Piesco, il campo dei briganti della Croce di Pruno tra Piaggine, Valle dell’Angelo e Laurino e le forre del fiume Calore possono essere percorse e visitate. Negli agriturismo, lungo il tragitto dei paesi attraversati, si possono consumare piatti e prodotti tipici. A Piaggine, invece, nel villaggio rurale realizzato negli spazi antistanti il mercato coperto, si preparano la Pecora alla Pastoresca secondo la tradizione dei briganti(afrodisiaca) e (da prenotare in comitiva) arrosti e “bistecconi” di carne podolica di Piaggine.
Enzo Marra