PIEDIMONTE MATESE. Dopo le ripetute insistenze dell’Amministrazione Comunale le collezioni dell’ex Museo Alifano tornano a Piedimonte Matese. A darne notizia visibilmente soddisfatto è stato l’Assessore delegato Attilio Costarella (nella foto) che ha precisato che questo è l’epilogo d’un lungo e tortuoso cammino iniziato anni or sono, che ha visto impegnate diverse Amministrazioni Comunali (nella fattispecie quelle che hanno governato il paese dalla fine degli anni settanta alla fine degli anni ottanta) nel richiedere il ritorno in Città delle collezioni museali, anche in coerenza con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs 22 Gennaio 2004 N. 42) che tutela la piena fruizione e valorizzazione periferica dei beni museali. La Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, prendendo spunto dal ritrovamento del Busto di Zeus, statuina in tufo grigio rinvenuta sul Monte Cila nel 1940 e descritta al N. 803 del Catalogo redatto negli anni trenta del secolo scorso dal suo fondatore e primo direttore R. Marrocco, nel darne comunicazione ufficiale all’Amministrazione Comunale impegnata nel difficile compito di allestire nei locali dell’ex Convento di San Tommaso d’Aquino una mostra sui siti fortificati del Matese ove esporre i primi cento reperti dell’ex Museo Alifano già presenti in Città, comunica la sua decisione di restituire alla Città di Piedimonte Matese (che oggi accetta senza esitazione alcuna) la rimanente parte degli avanzi di antichità custoditi dal lontano 1973, dopo i ripetuti furti, nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, assecondando la ferma volontà più volte espressa in tal senso dall’Amministrazione stessa. Decisive sono state le scelte di eseguire nell’ex complesso monastico, sede storica del Museo Civico, impianti antintrusione ed antincendio che hanno permesso alla attuale Amministrazione Comunale, retta da Vincenzo Cappello, di incassare, dopo ripetute sollecitazioni, il 18 Giugno scorso, il prestito della pregevole statuetta denominata ‘Corridore del Cila’, scoperta sul Monte Cila nel 1928 nei pressi del Mendicicomio a ridosso della prima cinta di mura megalitiche sannitiche, messa a disposizione dell’Ente di Piazza Francesco De Benedictis dal Soprintendente Pietro Giovanni Guzzo, con cui più volte l’Amministrazione Comunale si è interfacciata. O la ferma volontà di impegnare una cospicua fetta dei fondi europei per il restauro integrale delle volte, delle lunette e delle prospicienti mura del chiostro maggiore del complesso monumentale di San Tommaso d’Aquino, celate e ferite, a tratti irrimediabilmente, da secoli di incuria. Od ancora la decisione, pure da ascriversi all’attuale esecutivo, di preparare quella mostra sui siti fortificati del Matese che permetterà di sistemare definitivamente almeno le prime tre stanze del futuro Museo Civico, di cui diligentemente si è ottenuta la classificazione di ‘museo a carattere regionale’, si è redatto il regolamento approvato in Consiglio Comunale, indicandone la figura del Direttore. Ed infine la stretta rete di rapporti intessuti con le Soprintendenze Archeologiche di Napoli e Pompei, quella di Caserta e Benevento competente per territorio (in particolare l’Ufficio Scavi di Alife diretto da Enrico A. Stanco), l’Università degli Studi del Salento (referente il Sannitologo di nota fama Prof. Gianluca Tagliamonte) con cui già dal Giugno 2006 è operante un protocollo d’intesa per la mutua assistenza che permetterà nel mese di Settembre del corrente anno l’attuazione di indagini archeologiche, dirette dal Prof. Tagliamonte, in località Monticello e sul Monte Cila, che già in passato hanno restituito diversi avanzi di antichità, colla speranza di incrementare le collezioni museali, gettando nuova luce sulle popolazioni che hanno vissuto e operato sul versante tirrenico del massiccio del Matese; o il rapporto proficuo con ditte romane altamente specializzate negli allestimenti museali. E’, soprattutto, il compimento di un mandato sindacale dell’Assessore delegato Attilio Costarella, detentore del progetto-obiettivo del recupero delle collezioni dell’ex Museo Alifano, ovunque disperse, onorato pienamente a tutto vantaggio della Città di Piedimonte Matese, della sua storia millenaria, delle sue multiformi tradizioni, delle future generazioni di piedimontesi.
Pietro Rossi
Pietro Rossi