27 novembre 2008

Festa di S. Andrea ad Alvignanello.


Alvignanello. La Parrocchia di S.Andrea apostolo di Alvignanello (nella foto) ha organizzato un triduo di preparazione alla festa sulla narrazione della traslazione delle reliquie del Santo.
Sabato, 29 novembre 2008 - Vigilia
ore 18,00 Arrivo della Reliquia di sant’Andrea apostolo, donata da S. Ecc. Rev.ma Arcivescovo e dal Capitolo Cattedrale di Amalfi alla Parrocchia di Alvignanello - Celebrazione Eucaristica - Distribuzione della Manna della Tomba del santo

Domenica, 30 novembre 2008 - Solennità - I Domenica di Avvento
ore 11,00 Celebrazione Eucaristica
ore 15,30 Vespri - Processione del Santo - Celebrazione Eucaristica
ore 18,00 Mandato per il cammino di preparazione all’Esperienza Giovani

L’ “Esperienza” (Ascoltarsi, ascoltare per essere se stessi) è uno strumento di evangelizzazione. Prende il giovane (dai 18 anni in su…) così come è e, ordinariamente, lo mette in condizione di incontrare il Dio vivo in Gesù Cristo e per la forza dello Spirito Santo. Non è importante che chi viene invitato sia “preparato” in qualche modo…meglio i “lontani” che i “topi da sacrestia”…specie per l’ implantatio in una nuova comunità, però, è bene invitare anche giovani “vicini” e già in qualche modo impegnati che riscoprano con entusiasmo la loro fede e comprendano e “sposino” il metodo. L’Esperienza è per i battezzati che hanno dimenticato il loro Battesimo o forse non l’hanno mai compreso; questi devono essere messi in condizione di riscoprire (o scoprire) la loro dignità. Sant’Agostino usava dire ai suoi : “Cristiano, ricordati chi tu sei!”

Quella che si propone è un’esperienza di ANNUNZIO. Nessuna illusione: non si nasce cristiani, lo si diventa e per diventarlo è indispensabile ascoltare l’ANNUNUNZIO della fede. Paolo VI nella sua esortazione Evangelii nuntiandi afferma con insistenza che non vi è vera evangelizzazione senza l’annunzio esplicito dell’Evangelo (n° 42). Nei primi secoli il cammino per diventare cristiani si sviluppava a partire dal PRIMO ANNUNZIO destinato a suscitare la fede e la conversione.
Quali le finalità del primo annunzio dell’Evangelo? Le troviamo nello stesso NT ove San Giovanni, a conclusione del suo Evangelo, scrive: molti altri segni fece Gesù sotto gli occhi dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Signore e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome (Gv 20, 30-31). È per noi una frase programmatica che possiamo meglio comprendere alla luce delle parole che Giovanni stesso pone sulle labbra di Gesù (17,3): Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico e vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.
Insomma la finalità del primo annunzio è conoscere veramente Gesù Cristo per giungere all’adesione all’unico Dio e nella luce dello Spirito si viva la vita di Dio (vita eterna) per essere costruttori del Regno vivendo la vita ecclesiale.
Schematicamente l’Esperienza (come ogni vero PRIMO ANNUNZIO della fede) vuole:
a) rendere consapevole chi non lo è del grande mistero dell’Amore di Dio che interpella ogni uomo;
b) rendere consapevoli che si ha bisogno di salvezza;
c) creare reali possibilità di INCONTRARE Gesù Cristo morto e risorto ed il suo Evangelo;
d) mostrare la Chiesa come luogo concreto in cui è possibile fare esperienza di vita nuova in Cristo;
e) far conoscere la proposta e le esigenze dell’Evangelo di Gesù Cristo;
f) accompagnare le persone in un processo che dovrebbe cambiare profondamente la loro vita.
Ovviamente il raggiungimento di questa finalità non dipende solo da chi annunzia l’Evangelo, né dalle parole più o meno belle ed inculturate che riesce ad usare, ma anche dalla GRAZIA DI DIO che chiama e dalla LIBERTA’ e DISPONIBILITA’ dell’ascoltatore.
Chi evangelizza deve sempre ricordare di essere servo e testimone di un grande mistero di cui non è padrone e che non può amministrare o programmare a piacimento.
Una cosa è certa: per diventare cristiani il passo decisamente più difficile è quello di ACCEDERE alla fede (per lo meno nel momento embrionale) all’Unico Vero Dio che Gesù Cristo ha rivelato nella sua Croce e Risurrezione. L’Esperienza si prefigge di accompagnare questi primi passi nell’ACCESSO alla fede.
Il risultato che l’Esperienza di prefigge si ottiene attraverso la proclamazione kerygmatica del Messaggio di Salvezza, dell’Evangelo di Gesù Cristo, dell’Evangelo come buona notizia dell’Amore di Dio in Cristo e della libera e reale possibilità di ogni uomo di incontrarlo ed aprirsi ad esso.
L’Esperienza ha scelto il metodo KERYGMATICO; tutto ciò che è nell’Esperienza deve obbedire al principio del kerygma: non si propongono delle belle idee cui aderire intellettualmente, si propone una Persona, Gesù Cristo, che ci ha narrato Dio perché in lui Dio si è fatto carne, che ci ha amato fino alla Croce, che è vivente perché risorto da morte, che ci raduna nella Chiesa, comunità di fratelli che si amano. Il kerygma chiede adesione esistenziale, non assenso intellettuale. Il kerygma vuole provocare e suscitare il cambiamento della mente e del cuore; è una proclamazione che chiede impegno e compromissione e che è offerto da persone compromesse con il Signore Gesù. Il kerygma deve avere uno stile gioioso e convinto, pieno di speranza. Il kerygma è proclamato da TESTIMONI (in un’ Esperienza dall’EQUIPE che, formata da presbiteri e laici, conta circa una trentina di persone che si preparano per circa sei mesi all’annunzio!) che narrano Cristo narrando la sua opera nella propria vita e servendo i fratelli nuovi in quei tre giorni. Siamo convinti che “la testimonianza della vita è irradiazione della fede, della speranza e dell’amore” (LG 31). Il kerygma non è un’esposizione etica o peggio ancora moralistica; se si trasforma il cristianesimo in morale gli uomini fuggono (e giustamente!). Il cristianesimo ha una morale ma non è una morale, è una persona! E’ Gesù Cristo! L’Esperienza vuole annunziare Gesù Cristo! Chi annunzia il kerygma in un’Equipe racconta l’avvenimento di salvezza che gli ha cambiato la vita. Così il kerygma è la comunicazione gioiosa dell’essere cristiano fatta da dei TESTIMONI…lo Spirito si serve di testimoni per giungere al cuore degli uomini; il testimone non parla “per sentito dire” ma parla a partire dalla vita, dal suo amore compromettente per Cristo e la sua Chiesa. Non si tratta di essere perfetti moralmente, si tratta di aver incontrato il Signore Vivente e di aver sentito da lui l’appello alla SANTITA’ per la quale si è disposti a lottare…il testimone è uno che vive da figlio e non da schiavo…il testimone dell’Evangelo, poi, non è uno che dice delle cose a titolo personale, è uno che sa che è la Chiesa che lo invia a portare quell’Evangelo di cui essa stessa è serva. Il Evangelii nuntiandi Paolo VI scrive: “Il mondo possa ricevere l’Evangelo non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti o ansiosi, ma da ministri dell’Evangelo la cui vita irradia fuoco e che abbiano PRIMA LORO RICEVUTO la gioia del Cristo” (n° 80) e ancora “la testimonianza della vita è essenziale per l’efficacia dell’annunzio dell’Evangelo. L’uomo contemporaneo, infatti, ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni”.


Pietro Rossi