“The Beatles – angeli o demoni”? E’ il titolo dell’ultimissimo libro di Giancarlo Padula, giornalista professionista e scrittore, che esce nelle librerie per la Global Press Italia, (indirizzi per prenotazioni: info chiocciola globalpressitalia.it; tel: 0744 292308). I Beatles? Erano una band cristiana. Almeno così la descrisse John Lennon nel 1969, in un’intervista. Lo disse per farsi perdonare di aver detto - tre anni prima - che i Beatles erano più popolari di Gesù Cristo. Così John Lennon affermò che in effetti la band era profondamente cristiana e lui era personalmente «uno dei più grandi fan di Cristo». La video-intervista - concessa nel 1969 a un giornalista canadese e acquistata di recente dai musei di Liverpool (la città natale dei Beatles) - è stata mandata in onda lunedi’ 14 luglio 2008, nel corso di un programma di Radio 4, il canale culturale della Bbc, che l’ha presentata come un’autentica riscoperta. Sembra che l'intervista non sia mai stata trasmessa prima in in Gran Bretagna. John Lennon ha anche detto che gli sarebbe piaciuto sposare Yoko Ono in Chiesa, ma che sapeva di non poterlo fare, perché divorziato dalla precedente moglie Cinthya Powell. “War Is Over!” . Nel 1972, i muri di cinque capitali delle piu’ importanti nazioni del mondo, furono tappezzati di manifesti bianchi su cui campeggiava questo appello alla pace. L’ennesimo, dai tempi dei famosi “Bed In”, del leader dei Beatles, John Lennon, insieme alla moglie Yoko Ono. E’ un appello che oggi risuona quasi “profetico”, visto che uno dei pacifisti piu’ in vista del mondo, della storia recente, fu ucciso, l’8 dicembre del 1980 a New York, con tre colpi di rivoltella, da uno squilibrato, David Chapman. I Beatles si erano contraddistinti fin dal 1965 per essere i paladini dell’amore universale, con la canzone “The word” (La parola), che compariva nell’album Rubber Soul, impegno, mai dimenticato, quello per la pace, la coesistenza pacifica tra gli uomini, e culminato con quello che pu’ essere definito l’inno del più famoso quartetto di tutti i tempi: “All you need is love”, trasmesso in mondivisione nel 1967, quando ancora non esistevano ne’ i computer ne tanto meno Internet e i collegamenti satellitari erano solo a livello pionieristico. È il grido di pace di uno dei “guru” del pacifismo mondiale, John Lennon, che inauguro’ le sue campagne contro le guerre in occasione del suo matrimonio con la giapponese Yoko Ono, ad Amsterdam, con i famosi “Bed in” per la pace. Lui e Yoko sul letto matrimoniale, circondati da cartelli contro la violenza e la guerra, campagne che proseguirono ncon l’ipegno sociale accanto ai movimenti pacifisti e per i diritti umani negli Stati Uniti e che in maniera planetaria erano iniziate con i Beatles, cantando quello che è diventato il loro inno e l’inno di intere generazioni: quella All you need is love (Tutto cio’ che desideri è amore), che per la prima volta fu trasmessa in mondovisione. Fino alla leggendaria”Imagine”, passando per “Give peace a change” (diamo una possibilità alla pace), che fu la colonna sonora di Fragole e Sangue, uno dei film “cult” degli anni sessanta, ed Happy Xmas, war is over, (Buon Natale la guerra è finita), (e poi via via negli anni a seguire, fino a quando questo brande pacifista non fu abbattuto dalla mano violente di uno squilibrato, David Chapman, l’8 dicembre del 1980 a New York. Ma ieri come oggi, come mai risuonano le note di Lennon e dei Beatles, basta guardarsi intorno. Sui Beatles è stato scritto parecchio forse. Biografia, piu’ o meno ufficiali, discografie, analisi di testi, rarità, segreti, misteri o presunti tali. Eppure questo è un libro del tutto inedito. Gian Carlo Padula, 55 anni, giornalista e scrittore, autore della prima performance multimediale intitolata “John Lennon”, presentata alla Galleria d’Arte Moderna di Ferrara, a pochi mesi dalla scomparsa dell’ex beatle, vincitore del Premio Astro Nascente, professionista dalla lunga e articolata carriera (da Paese Sera al Gruppo La Repubblica-Espresso), medaglia d’argento per meriti professionali, esperto tra l’altro della musica contemporanea, traccia il profilo più autentico del quartetto più famoso di tutti i tempi, percorrendo addirittura gli itinerari dello “spirito” anche al fine di ricondurre tutta l’epopea Beatles sia come gruppo che come singoli artisti nella più genuina dimensione, fuori dai luoghi comuni ripetutatemente percorsi nel corso degli anni. E lo fa con il contributo di persone esperte, da Rolando Giambelli, presidente dell’Associazione beatlesiani d’Italia a Don Backy (ex braccio destro di Adriano Celentano), grande autore e interprete della canzone popolare italiana, la dottoressa Silvia Panetta, che ha discusso presso l’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea in Dams-cinema, la tesi: “Help, fenomenologia beatlesiana in Italia, che ha curato per questo libro anche una speciale e originalissima biografia del quartetto, e si è occupata della revisione totale del testo e della sua strutturazione, la dottoressa Daniela Longo, laureata in lingue e culture europee, che ha discusso all’Università di Catania la tesi: “Lucy in the sky with Alice, il nonsense nei Beatles, con un aiuto che non poteva mancare (“With a little help from my frieds”), della dottoressa Marta Miccoli autrice della tesi: “Parola di Beatles – Analisi del testo verbale nell’opera dei Beatles”, discussa all’Università di Bari. L’85 per cento delle canzoni dei “Fab Four” contengono parole o di carattere sentimentale adolescenziale, come la stragrande maggioranza dei cantanti italiani e stranieri, oppure messaggi di amicizia, pace, amore, solidarieta’, speranza, giustizia. L’impegno per la pace e i diritti umani da parte di John Lennon è passata ormai alla storia, così come il grande concerto di beneficenza organizzato da George Harrison nel 1091, per il Bangla Desh dilaniato dalla guerra, mentre vi sono addirittura opere a carattere religioso di Paul MCcarteney: “Liverpool Oratorio” del 1991 ed “Ecce Cor meun” del 2006
di Giancarlo Padula
giancarlopadula@email.it
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