Piedimonte Matese. La Comunità Montana del Matese preso atto di quanto scaturito dalla riunione straordinaria di sindaci, dirigenti scolastici, Organizzazioni sindacali, tenutasi mercoledì 29 ottobre 2008, previa regolare convocazione e considerato quanto rilevato dalla Conferenza dei Sindaci, nella stessa riunione, in sede di Comunità Montana del Matese che ha evidenziato l’opportunità di coinvolgere in questa fase di concertazione per la proposta di un piano di dimensionamento che tenga conto delle reali esigenze e peculiarità territoriali, tutti gli attori principali e cioè: sindaci, sindacati, dirigenti scolastici, rappresentanti politici espressione del comprensorio ha fatto propria l’indicazione scaturita all’interno della più volte citata riunione.
I partecipanti all’incontro, hanno preso in considerazione il Decreto Legge n. 154 ed in particolare l’art. 3, convertito in legge dal Parlamento il 29 ottobre scorso, che contiene l’elenco delle Istituzioni scolastiche da sottodimensionate che saranno oggetto di provvedimento del Governo, di soppressione o di accorpamento, e che naturalmente sta creando, nelle popolazioni interessate, fondate e condivisibili preoccupazioni. E stato considerato che non si può continuare ad essere indifferenti di fronte ad un vistoso attacco alla scuola pubblica ed al diritto delle nostre comunità; che, i programmi di riorganizzazione dell’istruzione scolastica italiana stanno tenendo con il fiato sospeso migliaia di piccoli comuni montani, dove il diritto allo studio rappresenta il principale presidio e il principale avversario del fenomeno dello spopolamento in territori con problematiche complesse, dove almeno nel settore della istruzione la legge 97/1994, definita legge sulla montagna, aveva dato chiare indicazioni per la sopravvivenza di una organizzazione scolastica in grado di garantire ai territori montani un servizio assistenziale. Dal dibattito è emerso che oggi le proposte di modifiche all’attuale sistema di istruzione, in particolare la programmata chiusura dei plessi scolastici frequentati da meno di 50 alunni, genera altre apprensioni non solo nel mondo della scuola, ma soprattutto nelle famiglie delle piccole comunità montane che pagheranno il prezzo di queste decisioni. Atteso che le Regioni entro il prossimo 30 novembre devono approvare il nuovo dimensionamento scolastico, pena la nomina di un commissario ad acta e rilevato che la disposizione ministeriale sancirà la chiusura di oltre 800 plessi scolastici italiani e interesserà il 10 % dei comuni della penisola, con ricadute pesantissime per quei comuni delle aree interne e delle aree montane, che già vivono insormontabili problemi legati alla sopravvivenza di servizi vitali, quale è quello della scuola l’assemblea ha espresso un atto di indirizzo, affinché vengano apportate deroghe alla legge di conversione del Decreto Legge 154( articolo 3) e si introducano specifiche norme a salvaguardia delle aree montane, nel pieno rispetto dell’articolo 21 della legge n. 97 del 31/01/1994 e della legge regionale n. 17 del 4/11/1998. I convenuti all’incontro hanno affermato inoltre che la stessa conferenza Stato-Regioni è ferma sull’argomento perché le regioni rivendicano il diritto di decidere autonomamente in merito ai dimensionamenti scolastici. Hanno preso atto che è necessaria la mobilitazione di tutti, in quanto la scuola dei tagli ai servizi non piace a chi vorrebbe che l’Istruzione nel nostro Paese occupasse un posto di rilievo, e che è necessario scendere in piazza per manifestare il nostro profondo dissenso a scelte che danneggiano la scuola e mettono a repentaglio la sicurezza democratica e civile nei piccoli centri. Il documento sottoscritto è stato trasmesso a tutti i sindaci del comprensorio Matesino, alla Regione Campania e alla Provincia di Caserta affinché, a loro volta, esprimano manifestazione di indirizzo in merito.
Pietro Rossi
I partecipanti all’incontro, hanno preso in considerazione il Decreto Legge n. 154 ed in particolare l’art. 3, convertito in legge dal Parlamento il 29 ottobre scorso, che contiene l’elenco delle Istituzioni scolastiche da sottodimensionate che saranno oggetto di provvedimento del Governo, di soppressione o di accorpamento, e che naturalmente sta creando, nelle popolazioni interessate, fondate e condivisibili preoccupazioni. E stato considerato che non si può continuare ad essere indifferenti di fronte ad un vistoso attacco alla scuola pubblica ed al diritto delle nostre comunità; che, i programmi di riorganizzazione dell’istruzione scolastica italiana stanno tenendo con il fiato sospeso migliaia di piccoli comuni montani, dove il diritto allo studio rappresenta il principale presidio e il principale avversario del fenomeno dello spopolamento in territori con problematiche complesse, dove almeno nel settore della istruzione la legge 97/1994, definita legge sulla montagna, aveva dato chiare indicazioni per la sopravvivenza di una organizzazione scolastica in grado di garantire ai territori montani un servizio assistenziale. Dal dibattito è emerso che oggi le proposte di modifiche all’attuale sistema di istruzione, in particolare la programmata chiusura dei plessi scolastici frequentati da meno di 50 alunni, genera altre apprensioni non solo nel mondo della scuola, ma soprattutto nelle famiglie delle piccole comunità montane che pagheranno il prezzo di queste decisioni. Atteso che le Regioni entro il prossimo 30 novembre devono approvare il nuovo dimensionamento scolastico, pena la nomina di un commissario ad acta e rilevato che la disposizione ministeriale sancirà la chiusura di oltre 800 plessi scolastici italiani e interesserà il 10 % dei comuni della penisola, con ricadute pesantissime per quei comuni delle aree interne e delle aree montane, che già vivono insormontabili problemi legati alla sopravvivenza di servizi vitali, quale è quello della scuola l’assemblea ha espresso un atto di indirizzo, affinché vengano apportate deroghe alla legge di conversione del Decreto Legge 154( articolo 3) e si introducano specifiche norme a salvaguardia delle aree montane, nel pieno rispetto dell’articolo 21 della legge n. 97 del 31/01/1994 e della legge regionale n. 17 del 4/11/1998. I convenuti all’incontro hanno affermato inoltre che la stessa conferenza Stato-Regioni è ferma sull’argomento perché le regioni rivendicano il diritto di decidere autonomamente in merito ai dimensionamenti scolastici. Hanno preso atto che è necessaria la mobilitazione di tutti, in quanto la scuola dei tagli ai servizi non piace a chi vorrebbe che l’Istruzione nel nostro Paese occupasse un posto di rilievo, e che è necessario scendere in piazza per manifestare il nostro profondo dissenso a scelte che danneggiano la scuola e mettono a repentaglio la sicurezza democratica e civile nei piccoli centri. Il documento sottoscritto è stato trasmesso a tutti i sindaci del comprensorio Matesino, alla Regione Campania e alla Provincia di Caserta affinché, a loro volta, esprimano manifestazione di indirizzo in merito.
Pietro Rossi