03 settembre 2008

I Progetti integrati territoriali: un’occasione per la crescita socio-economica e culturale delle zone interne dell’alto casertano.







Piedimonte Matese. Tre sono i PIT-Direttrice Monti Trebulani Matese, nell’ambito dei POR 2000-2006, ammessi a finanziamento per la Città di Piedimonte Matese. Il ‘Parco Archeologico di Monte Cila’, per un importo di 850.000 Euro circa; l’ex Convento di San Tommaso d’Aquino, comunemente noto come San Domenico, per un importo di 800.000 Euro circa; e l’ex Convento dei Celestini, in Via A. Scorciarini Coppola, per un importo di Euro 800.000 circa. I lavori per San Domenico si stanno effettuando nel Chiostro ed al secondo piano. In particolare, nel Chiostro si stanno restaurando i pregevoli affreschi quattrocenteschi che narrano episodi della vita di San Domenico; mentre al secondo piano si stanno predisponendo i locali che accoglieranno le collezioni del Museo ex Alifano temporaneamente depositate, dal lontano 1973, nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dopo i ripetuti furti. L’ex Convento dei Celestini, seicentesco, accoglierà la biblioteca comunale con una imponente sala di lettura e sale multimediali. Il progetto per il Parco Archeologico di Monte Cila, invece, prevede, innanzitutto, la tutela ed il consolidamento delle mura ciclopiche in opera poligonale (o pelasgica), tre semicircuiti difensivi snodantisi sulle pendici meridionali del monte per ben 7.000 metri, tali da contrastare validamente l’avanzata di probabili invasori dalle coste campane o del Lazio meridionale verso la capitale del Sannio Pentro, Bovianum. Il visitatore sarà accolto in un edificio presente nell’area di cava, dove potrà disporre di guide e depliants informativi. Qui si sta realizzando anche una sorta di anfiteatro per eventuali spettacoli all’aperto. Successivamente, lo stesso visitatore si inerpicherà sui sentieri provvisti di staccionata e di totem multimediali che gli diranno in qualsiasi momento in che punto si trova e lo faranno orientare per la successiva progressione sul monte. Il percorso continua sin sull’area sommitale ove insistono resti d’un abitato sannitico raso al suolo. E’ proprio qui, oltre che su alcuni terrazzamenti costruiti dai sanniti, che si è deciso di effettuare scavi archeologici, allo scopo di indagare su un’area che già in passato ha restituito diversi avanzi d’antichità. Gli scavi, che si stanno effettuando da parte del Bonifico Group sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica e dell’Università degli Studi del Salento (referente il Prof. Gianluca Tagliamonte, Docente di Etruscologia e Antichità Italiche presso lo stesso Ateneo), hanno incominciato a dare qualche frutto. A questo proposito, si è deciso di rastrellare le ulteriori economie possibili nel quadro economico di progetto (come, su impulso dell’Assessore delegato ai PIT, Dott. Attilio Costarella, col beneplacito del Sindaco, Avv. Vincenzo Cappello, quelle derivanti dal mancato esproprio di un’area di proprietà della Regione Campania, da quest’ultima data in comodato d’uso al Comune nel corso del 2007) per permettere importanti interventi archeologici, specie in prossimità della terza cinta muraria ed in corrispondenza delle mura megalitiche sannitiche, che potranno essere consolidate e valorizzate, a beneficio dei turisti che visiteranno, a lavori ultimati, l’importante insediamento sannitico che nel recente passato ha restituito importanti reperti come, tra i più fascinosi, il cosiddetto “Corridore del Cila”, bronzetto di derivazione greca del V-IV Secolo a. C., testimoniante i rapporti tra l’entroterra sannitico e le colonie greche della costa.

Pietro Rossi