Quando
la realtà supera la fantasia… È proprio quello che abbiamo pensato
arrivando nel Salento una terra baciata dal sole e che permette di
riconciliarsi con se stessi dal momento che sono a disposizione spiagge quasi
deserte e mare cristallino a perdita d’occhio. Ma non c’è solo
questo in questa terra fortunata! Si può passeggiare tra gli ulivi secolari,
alcuni dei quali risalenti all’epoca romana, o scegliere come itinerario
le città d’arte e le grandi feste di tradizione. Sono proprio questi i
contenuti di un pacchetto turistico studiato per la bassa stagione nel Salento,
che porterà anche alla scoperta del folclore più autentico, beneficiando dei
servizi offerti dalle principali località turistiche del territorio che risultano
meno affollate, ancora più belle in primavera inoltrata ed a prezzi veramente
competitivi. Da maggio a giugno perché non usufruire di lunghi week end o di
un’intera settimana da trascorrere in pieno relax tra mare, natura e
borghi ricchi d’arte e di storia. Il pacchetto turistico, progettato
dalla rivista di turismo e cultura del Salento “Spiagge”, diretta
da Carmen Mancarella, è stato presentato qualche giorno fa nella biblioteca
comunale di Oria dal Sindaco della città, Cosimo Pomarico e dall’Assessore
al turismo, Pino Malva; dai primi cittadini dei comuni: di Carovigno, Vittorio
Zizza e di Cisternino, Donato Baccaro e dagli Assessori al turismo di Ostuni,
Agostino Buongiorno e al bilancio di Porto Cesareo, Paola Cazzella. Il progetto
vede la collaborazione dell’ Unione Europea, della Regione Puglia con
l’ Assessorato al Turismo, Mediterraneo e Cultura. A fare sistema sono
gli operatori turistici, che offrono servizi di qualità: l’albergo
diffuso: Borgo di Oria resort (www.borgodioria.it), il B&B Messapia
(www.salentocasavacanze.com); le case vacanze: Antiche dimore
(www.antichedimore.it), Spina (www.casavacanzespina.com), La Trozzella
(latrozzellaoria@gmail.com), La Tana del Lupo (www.latanadel-lupo.com), Domus
Frumenti (www.domusfrumenti.com); i ristoranti di Oria: la Torretta, Medieval
Inn (www.themedievalinn.it) e Orchidea, annesso al villaggio turistico Malibùm,
il ristorante Odissea di Anna Tasselli. Partecipano anche all’iniziativa:
il caseificio Pipino di Oria e la masseria Brancati di Ostuni ed il neonato
consorzio degli operatori turistici di Carovigno, Costa degli ulivi. «L’obiettivo
- spiega il sindaco di Oria, Cosimo Pomarico - è di fare sistema e promuovere
sempre più lo sviluppo del nostro territorio, puntando sul turismo. Siamo lieti
di aver elaborato un pacchetto turistico con i Comuni di Ostuni, Cisternino,
Carovigno e Porto Cesareo». A testare la validità di questo lungo week end saranno
gli operatori dell’informazione italiani e stranieri che toccheranno con
mano questa splendida e coinvolgente realtà che non-finisce-mai-di-stupire.
Tutto inizia con una grande festa di tradizione: quella in onore dei Santi
Medici, Cosma e Damiano. Tra bande, luminarie e prodotti tipici, sfilano per le
vie del borgo sei statue di Santi, addobbate con fiori e seguite da migliaia di
fedeli provenienti da tutta la Puglia. Con i cinque Santi Medici ed i Santi
orientali, ci sarà anche il protettore di Oria, San Barsanofio. La festa
ricorre ogni anno il quinto giovedì dopo Pasqua. Per
quanti vorranno concedersi un meritato riposo da tran tran della vita
quotidiana, dopo un lungo e piovoso inverno ( sulla scia del fortunato sketch
di “Carosello” di Ernesto Calindri) perché non distendersi passeggiando
in riva al mare a Porto Cesareo? Si potrà fare un giro in barca fino
all’isola dei conigli e poi raggiungere il punto dove affondò una nave
romana che trasportava le colonne in porfido destinate alla costruzione di un
tempio. Porto Cesareo punta da qualche anno alla tutela dell’ambiente e
non a caso è stata istituita l’area marina protetta che arriva alla
confinante Nardò. La città è famosa per la via delle pescherie, definita unica
al mondo. Le pescherie ben curate si susseguono una dopo l’altra e in
bella mostra ci sono le triglie di Porto Cesareo, il tonno e il pesce spada e
non solo. Da non farsi sfuggire la visita alla città di Oria. La sua
fondazione avvenne quando un gruppo di cretesi naufragò lungo le coste
salentine. Essi scelsero il colle più alto per iniziare la costruzione di una
nuova città, in quanto da lì potevano ben controllare tutto il territorio
circostante. Questo primo nucleo abitativo prese il nome di Hyria.
E la
storia continua… Partendo da Hyria, questi gruppi di cretesi
colonizzarono in seguito tutto il territorio salentino e furono chiamati
Messapi o Sallentini. Per avere una visione globale della città consigliamo di
entrarvi dalla Porta degli ebrei per scoprire le viuzze, gli angoli e le
casette del quartiere dove una fiorente comunità ebraica vi si stabilì tra il
VI e l’VIII secolo. In uno dei tre colli di Oria, sorge il cimitero
ebraico, dove è stata scoperta la stele funeraria di una donna, Anna, morta a
56 anni, pronta ad eseguire I precetti della fede… Questa stele è così
famosa da richiamare ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo. Ma
Oria è profondamente medioevale. L’arrivo di Federico II, il Puer
apuliae, che vi soggiornò per un lungo periodo in attesa del suo matrimonio con
Jolanda di Brienne viene ricordato ancora oggi nel corteo storico e nel Torneo
dei rioni, organizzato dalla Pro Loco il secondo week end di agosto. I quattro
rioni, Lama, San Basilio, Judea e Castello si danno battaglia per conquistare
l’ambito palio. Tra Brindisi e Carovigno si sviluppa per oltre mille
ettari la riserva di Torre Guaceto, riconosciuta sin dal 1979 con la
convenzione internazionale di Ramsar. Tra ulivi secolari, macchia mediterranea
e bianche spiagge la riserva si estende, sia nell’entroterra comprendendo
i comuni di Brindisi e Carovigno, sia sul mare con l’area marina protetta.
Da fine maggio oltre a godere dei percorsi naturalistici si può fare il bagno
in un lido attrezzato anche per i disabili e gestito dal consorzio del Parco
(Carovigno, Brindisi e Wwf) e si possono degustare i prodotti tipici biologici:
il pomodoro fiaschetto, divenuto
presidio slow food, l’olio extravergine di oliva, con l’etichetta
l’Oro del parco e i pesci pescati con le reti a maglia larga, progettati
dall’Istituto di biologia marina dell’Università del Salento. Più a
Nord incontriamo le marine di Carovigno, Pantanagianni e Torre Santa Sabina,
dove si erge la torre di guardia a forma di stella, voluta da Carlo V per
difendere il Salento dalle incursioni saracene. Ma il vero baluardo di difesa
era il castello di Carovigno con le sue torri a mandorla che oggi è di
proprietà della Provincia di Brindisi. La fortezza domina il mare,
dall’alto della rocca dove sorge Carovigno, famosa anche per la
tradizione degli sbandieratori: la nzegna
legata alla leggenda della Madonna del Belvedere. Si racconta che un pastorello,
dopo aver trovato l’immagine della Madonna sotto una grotta, legò un
fazzoletto bianco ad un bastone, lo lanciò in alto e da lì nacque la tradizione
degli sbandieratori, che ogni anno accompagnano la statua della Madonna del
Belvedere, la settimana dopo Pasqua. E poi con un occhio attento è
d’obbligo visitare Cisternino, definito il balcone sulla Valle
d’Itria. Siamo infatti in collina, ai confini tra la provincia di
Brindisi e di Taranto. I vicoli con palazzetti che risalgono al 1500 si snodano
intorno alla via principale, dove sin dalla bella stagione si organizzano
eventi, incontri letterari, dibattiti. Sotto la chiesa madre sono stati trovati
i resti di una cripta bizantina che hanno datato le origini del borgo intorno
all’anno Mille. Dalla balconata poi una vista mozzafiato sulla Valle
d’Itria con i trulli di Martina Franca. Cisternino è anche la città dei
vitigni a bacca bianca, Verdeca e Aleatico di Alessano che i produttori della
cantina sociale vendemmiano a fine settembre. Cisternino è anche la città
della mandorla atterrata: dolcetti di mandorla e zucchero detti così perché
l’amalgama con le mandorle viene stesa su un piano di marmo e poi
lavorata. Per la forma irregolare, assunta dai dolcetti, la mandorla viene
anche detta pazza.
Meta da
raggiungere è poi Ostuni la città bianca, che non ha certo niente da invidiare
ad altri centri turistici europei. La città Bianca, che illumina il cielo, non
smette mai di ampliare la sua offerta turistica. Inaugurato da meno di un anno
il Museo della civiltà pre-classica della Murgia Meridionale, in una chiesa,
esentata dal culto, che è essa stessa un gioiello di arte barocca. Vi si
possono ammirare i resti di una giovane donna, vissuta 28mila anni fa e
definita la prima mamma dell’umanità. Morì infatti a soli 23 anni, che
era incinta ed incarnava il mito della Dea Madre. La scoperta della tomba
avvenne nella grotta di Santa Maria di Agnano, alla periferia di Ostuni,
dedicata, secondo gli studiosi, al culto della Dea Madre.
Ma tra
la piana degli alberi di ulivo secolari, Ostuni è la culla della Dieta
Mediterranea, riconosciuta patrimonio immateriale dell’Umanità
dall’Unesco. Inaugurata da poco la Fondazione per rendere omaggio,
salvaguardare e promuovere quei prodotti che come olio, pasta, ortaggi e frutta
rendono unico il sapore di una vacanza nel Salento: all’insegna di un
antico proverbio salentino: “sette su
li meju muccuni: carne, pesce e maccaruni, acqua frisca e vinu puru, fimmina
beddhra e giovane puru”.
E allora
la valigia di emozioni è già fatta. Siete pronti a partire per questa terra
baciata dal sole?
Vera De Luca