AVERSA. Si
coglie, sullo sfondo dell’incontro del Vescovo di Aversa con i
giornalisti,svoltosi nei Saloni della Curia,alle ore 10 di sabato 29
ottobre,l’ideale riferimento,da un lato alla prossima 46.a Giornata Mondiale
delle Comunicazioni Sociali sul tema: “Silenzio e Parola:cammino di
evangelizzazione” e dall’altro alla 13.a Assemblea Generale dei Vescovi che
discuterà circa: “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede
cristiana”,delineando un percorso parallelo verso una comunicazione di “senso”,surrettiziamente
orientato al Magistero della Chiesa,attraverso i profili dei contenuti delle Encicliche
COMMUNIUM RERUM di Pio X;QUADRAGESIMO ANNO,di Pio XI;MIRANDA PRORSUS,di Pio
XII;la PACEM IN TERRIS di Giovanni XXIII;l’Esortazione Apostolica COMMUNIO ET
PROGRESSIO di Paolo VI;senza tralasciare il DIRETTORIO DELLE COMUNICAZIONI
SOCIALI SULLA MISIONE DELLA CHIESA e L’EVANGELIUM VITAE di Giovanni Paolo II,per
concludere con la CARITAS IN VERITATE di Benedetto XVI. Un appuntamento che
dice realmente l’attenzione del nuovo Pastore della Diocesi per i “media” quali
veicoli di informazione e di formazione;ormai ritenuti i nuovi pulpiti;strumenti imprescindibili per
annunciare il Vangelo in modo nuovo agli uomini del nostro tempo. Un’occasione
per favorire e promuovere il dialogo della fede,nella fede e per la fede,che
origina dalla sensibilità umana e pastorale di Benedetto XVI ;il Papa del
“logos”,dopo il Papa del “gesto”;che negli estremi apparentemente contrapposti
della parola e del silenzio,indica la “via” attraverso la quale “la
parola”;quella umana e quella della Tradizione scritturistica, può e deve
divenire “dià-logos”,cioè,relazione di reciprocità;interscambio e quindi
“comunicazione di senso”,finalizzata all’esigenza della evangelizzazione. D’altra
parte, il Cristo;l’unto di Dio,è il Verbo fatto Carne così come nella Liturgia
eucaristica,la commistione tra l’accostarsi alla Parola preceduto dal cibarsi-e
perciò,dal nutrirsi-del Corpo e Sangue di Cristo. La “Parola”,quindi,che si fa
spazio tra i rumori assordanti del mondo,che per essere gustata e per usare
un’espressione cara ai Padri della Chiesa,”ruminata”;interiorizzata,ha bisogno
di silenzio;un silenzio soprattutto interiore perché essa diventi alimento di
vita nella quotidianità e nel vissuto. Compito degli operatori della
comunicazione sarà “raccontare” la presenza di Dio nel tempo e nella storia
degli uomini,a quanti Lo cercano con sincerità di cuore,ponendo al centro della
comunicazione tessa,la persona,facendola partecipe,pur nel rispetto della
propria identità,al di là di ogni tentativo di proselitismo e di atteggiamento
irenistico,dello “stupore della fede” che squarcia le tenebre del secolarismo e
del relativismo dilagante. Nello straordinario eccedere di stimoli comunicativi
che invadono l’esistenza,un valore significativo assume il silenzio,che nella
sua accezione etimologica vuol dire “far tacere”;calma”,”tranquillità”,ma che
non coincide con l’assenza di parola;un silenzio che,volendo toccare
l’esperienza di alcune filosofie orientali,conduce alla “percezione di
sé”,attraverso la conquista della saggezza ed all’unione con l’entità
suprema.Un silenzio che paradossalmente va ascoltato nella condizione
psicologica,mentale e spirituale dell’esperienza del deserto,come quella
cenobitica o claustrale o di quella compiuta da tanti Santi e mistici che si
sono posti come l’Uomo biblico,in condizione d’ascolto di Dio. Un silenzio,come quello
liturgico previsto dopo la lettura del Vangelo e della Comunione;e infine un
silenzio adorante o contemplativo come quello dinanzi al tabernacolo o all’
Ostensione dell’Eucaristia:condizione per favorire il discernimento e
l’approfondimento dei motivi e delle ragioni della fede,ma che nelle relazioni
umane è accogliere la parola dell’altro senza prevaricazioni ideologiche e
senza imposizioni preconcette. Nessuna
contrapposizione,quindi tra parola e silenzio, che invece nel loro comporsi ed
integrarsi rendono l’efficacia della comunicazione ai fini dell’evangelizzazione
come luogo di incontro e di arricchimento e di crescita.
RAFFAELE PEZZULLO