29 ottobre 2011

RIFLESSIONI A MARGINE DELL’INCONTRO DEL VESCOVO DI AVERSA ,MONS. SPINILLO CON I GIORALISTI.


AVERSA. Si coglie, sullo sfondo dell’incontro del Vescovo di Aversa con i giornalisti,svoltosi nei Saloni della Curia,alle ore 10 di sabato 29 ottobre,l’ideale riferimento,da un lato alla prossima 46.a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema: “Silenzio e Parola:cammino di evangelizzazione” e dall’altro alla 13.a Assemblea Generale dei Vescovi che discuterà circa: “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”,delineando un percorso parallelo verso una comunicazione di “senso”,surrettiziamente orientato al Magistero della Chiesa,attraverso i  profili dei contenuti delle Encicliche COMMUNIUM RERUM di Pio X;QUADRAGESIMO ANNO,di Pio XI;MIRANDA PRORSUS,di Pio XII;la PACEM IN TERRIS di Giovanni XXIII;l’Esortazione Apostolica COMMUNIO ET PROGRESSIO di Paolo VI;senza tralasciare il DIRETTORIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI SULLA MISIONE DELLA CHIESA e L’EVANGELIUM VITAE di Giovanni Paolo II,per concludere con la CARITAS IN VERITATE di Benedetto XVI. Un appuntamento che dice realmente l’attenzione del nuovo Pastore della Diocesi per i “media” quali veicoli di informazione e di formazione;ormai ritenuti  i nuovi pulpiti;strumenti imprescindibili per annunciare il Vangelo in modo nuovo agli uomini del nostro tempo. Un’occasione per favorire e promuovere il dialogo della fede,nella fede e per la fede,che origina dalla sensibilità umana e pastorale di Benedetto XVI ;il Papa del “logos”,dopo il Papa del “gesto”;che negli estremi apparentemente contrapposti della parola e del silenzio,indica la “via” attraverso la quale “la parola”;quella umana e quella della Tradizione scritturistica, può e deve divenire “dià-logos”,cioè,relazione di reciprocità;interscambio e quindi “comunicazione di senso”,finalizzata all’esigenza della evangelizzazione. D’altra parte, il Cristo;l’unto di Dio,è il Verbo fatto Carne così come nella Liturgia eucaristica,la commistione tra l’accostarsi alla Parola preceduto dal cibarsi-e perciò,dal nutrirsi-del Corpo e Sangue di Cristo. La “Parola”,quindi,che si fa spazio tra i rumori assordanti del mondo,che per essere gustata e per usare un’espressione cara ai Padri della Chiesa,”ruminata”;interiorizzata,ha bisogno di silenzio;un silenzio soprattutto interiore perché essa diventi alimento di vita nella quotidianità e nel vissuto. Compito degli operatori della comunicazione sarà “raccontare” la presenza di Dio nel tempo e nella storia degli uomini,a quanti Lo cercano con sincerità di cuore,ponendo al centro della comunicazione tessa,la persona,facendola partecipe,pur nel rispetto della propria identità,al di là di ogni tentativo di proselitismo e di atteggiamento irenistico,dello “stupore della fede” che squarcia le tenebre del secolarismo e del relativismo dilagante. Nello straordinario eccedere di stimoli comunicativi che invadono l’esistenza,un valore significativo assume il silenzio,che nella sua accezione etimologica vuol dire “far tacere”;calma”,”tranquillità”,ma che non coincide con l’assenza di parola;un silenzio che,volendo toccare l’esperienza di alcune filosofie orientali,conduce alla “percezione di sé”,attraverso la conquista della saggezza ed all’unione con l’entità suprema.Un silenzio che paradossalmente va ascoltato nella condizione psicologica,mentale e spirituale dell’esperienza del deserto,come quella cenobitica o claustrale o di quella compiuta da tanti Santi e mistici che si sono posti come l’Uomo biblico,in condizione d’ascolto di Dio. Un silenzio,come quello liturgico previsto dopo la lettura del Vangelo e della Comunione;e infine un silenzio adorante o contemplativo come quello dinanzi al tabernacolo o all’ Ostensione dell’Eucaristia:condizione per favorire il discernimento e l’approfondimento dei motivi e delle ragioni della fede,ma che nelle relazioni umane è accogliere la parola dell’altro senza prevaricazioni ideologiche e senza imposizioni preconcette. Nessuna contrapposizione,quindi tra parola e silenzio, che invece nel loro comporsi ed integrarsi rendono l’efficacia della comunicazione ai fini dell’evangelizzazione come luogo di incontro e di arricchimento e di crescita.
 
RAFFAELE PEZZULLO