12 luglio 2010

Vie d’erba paesaggi per un'economia fra storia e natura a Statigliano.


Statigliano. Si svolgerà il 16 luglio a Statigliano le “Vie d’erba”, un itinerario tra i paesaggi agrari di quattro regioni, che si snoda dalla valle di Comino ai Monti Dauni passando per le Mainarde, per il gruppo vulcanico di Roccamonfina, i monti del Matese, la valle del Volturno, i monti del Taburno, la valle del Fortore, le colline dell’Ufita e i Monti Picentini. Confronti, laboratori, eventi enogastronomici, scambi di buone pratiche agronomiche e amministrative per costruire una proposta di sviluppo autosostenibile fondata sulle risorse del territorio come i pascoli, i corsi d’acqua, i sentieri, i boschi, gli orti, i frutteti, le greggi e le mandrie, ma soprattutto il lavoro dei contadini e dei pastori, custodi della terra.La salvaguardia del paesaggio agrario è un tema cruciale per la nostra sopravvivenza: oggi milioni di ettari un tempo coltivati sono in abbandono o destinati all’edificazione di case e infrastrutture, modificando non solo i paesaggi ma anche l’equilibrio ambientale. Solo salvaguardando il paesaggio agrario può essere perseguito uno sviluppo sostenibile che limiti il consumo di territorio e l’uso delle risorse ambientali e nel contempo tuteli le produzioni alimentari e la biodiversità. In questo senso, Slow Food Italia sta lavorando a un progetto che definisca la qualità delle produzioni agricole anche in relazione a paesaggi rurali belli, produttivi e sostenibili.L’iniziativa, promossa dalla condotta Slow Food Volturno con la collaborazione dell’Associazione Città Paesaggio, vede la partecipazione delle condotte di Sora (FR), Massico-Roccamonfina (CE), Matese (CE), Alto Molise (IS), Tammaro-Fortore (BN), Taburno (BN), Irpinia Colline dell’Ufita Taurasi (AV), Avellino, Foggia e Monti Dauni (FG), che saranno sedi di altrettanti appuntamenti di “Vie d’erba” nei prossimi mesi.L’obiettivo finale è quello di realizzare una Carta di principi, regole ed esperienze da porre in essere nel governo e nella gestione dei territori e dei paesaggi.Il primo appuntamento, con il patrocinio della Comunità Montana del Monte Maggiore e del Comune di Roccaromana, avrà luogo venerdì 16 luglio a Statigliano di Roccaromana (CE), presso l’azienda agrituristica “Villa Gemma” in contrada Offi, con un dibattito alle ore 16,30 sul tema “Le terre collettive: il futuro della tradizione”.Ai lavori parteciperanno: Anna DE SIMONE, Sindaco di Roccaromana; Giuseppe Vastano, Presidente della Comunità Montana del Monte Maggiore; Silvio BARBERO, Vice Presidente di Slow Food Italia; Daniela LOMBARDO, Dirigente settore Foreste, Caccia e Pesca della Regione Campania; Ferdinando FUSCHETTI, Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato; Gioacchino ASCIONE, che illustrerà “gli usi civici dei Monti Trebulani, di Roccamonfina e del Matese”; Claudio DI GIOVANNANTONIO, che esporrà l’esperienza della Regione Lazio su “gli usi civici e la Rete Natura 2000 per la conservazione degli habitat”; Ignazio FORMOSA, che illustrerà “il regime giuridico degli usi civici in Campania”; Francesco GRIFONI, che esporrà il progetto della Regione Toscana su “il bosco e l’allevamento della cinta senese”; Roberto RUBINO, che interverrà sul tema “pascoli e qualità delle produzioni lattiero-casearie”.Parteciperanno, inoltre, i fiduciari Slow Food Rosamaria Esposito (Matese), Giorgio Del Grosso (Tammaro-Fortore), Franco Archidiacono (Irpinia colline dell’Ufita Taurasi), Lucio Napodano (Avellino), Gaetano Palumbo (Taburno), Francesco Martino (Alto Molise), Giuseppe Orefice (Massico-Roccamonfina), Matteo Rugghia (Sora), Salvatore Taronno (Foggia e Monti Dauni).A coordinare i lavori sarà Nicola Sorbo, fiduciario della condotta Volturno.Quella degli usi civici e dei beni comuni in generale è una questione che ormai va affrontata sul piano della proposta. Recentemente Carlo Petrini ha affermato, in proposito, che “ bisogna ridare dignità giuridica a queste antiche forme di gestione perché realizzano ciò che né il pubblico puro, né il privato puro sono in grado di garantire. Sono cose né pubbliche né private, né leghiste né comuniste, né passatiste né utopiche. Modelli che funzionano, collettivi e innovativi, al di là di schemi stantii che ormai hanno solo più questi scopi: fanno arricchire qualcuno, scarseggiare le risorse di tutti, perdere la nostra libertà, il senso di far parte di una comunità e di avere potere sulle nostre stesse vite, lasciandoci da soli a pagare bollette sempre più salate”.Il particolare regime giuridico delle terre collettive (inalienabilità, inusucapibilità e destinazione perpetua silvo-pastorale) ne fa una risorsa preziosa su cui sia le generazioni presenti che quelle future possono contare, ma è necessario definire il ruolo degli enti esponenziali (Comuni e Regioni) in relazione ai diritti dei cittadini e agli interventi di altri Enti in tema di salvaguardia ambientale.A conclusione dei lavori sarà presentata la “Comunità degli Antichi Formaggi dell’Alta Terra di Lavoro”, formata dai produttori di marzolina, caso peruto e casoforte di Statigliano. Ospiti d’onore saranno i rappresentanti del presidio della Marzolina (Picinisco, FR) e del Conciato Romano (Castel di Sasso, CE).

Pietro Rossi