MARCIANISE - Il cippo della
centuriazione in località Trentola, è una testimonianza storica che la dice
lunga sulla organizzazione sociale, politica, militare ed economica delle nostre
terre e dei nostri avi, ai tempi della grande Capua e di Roma. La battaglia per
il recupero dell’importante reperto storico parte dagli anni 80 con il Prof.
Giuseppe Genoni storico locale che ha amato la sua terra e la sua gente. In
città è ancora evidente il reticolo della centurazione testimoniato dalla
geometria delle sue strade principali. Ora la richiesta di intervento la
rivolgiamo al sindaco Tonino De Angelis attento e sensibile alla storia locale
e seguace del prof. Genoni. “Il cippo è il principale testimone di quello che
accadeva su queste terre – ha commentato Ernesto Genoni amministratore del
gruppo. In vero la nostra antica storia, 2000-2700 anni fa, ruota con la
centurazione, proprio intorno a quella di Roma. Dalle nostre terre, dalla
nostra gente, dalle loro fatiche, attraverso i preposti al controllo dei campi
e delle coltivazioni, arrivavano a Capua e a Roma i tributi dovuti per le terre
che i nostri avi lavoravano, così come i nostri uomini che rimpinguavano le
milizie romane, i giovani che venivano reclutati, e che la nostra terra doveva
dare a Roma, per le centurie e l'esercito romano. Qualcuno, visto che la nostra
è anche la terra dei campioni (quelli della Box e non solo) ha pensato che
forse giugevano a Capua anche giovani lottatori da queste terre, che venivano
selezionati proprio qui da noi, e che probabilmente si unirono a Spartaco ai
tempi della rivolta. Io credo – ha continuato Genoni - che il cippo romano della
centurazione, per quel poco che ci è rimasto a Trentola, non più essere
lasciato nello stato di abbandono in cui versa, rappresentando per noi un punto
fermo per le prime testimoninze storiche di quella che poi è diventata
Marcianise. Secondo il gruppo “Quelli che vogliono bene a Marcianise” il Cippo
della Centurazione romana va salvaguardato e collocato, per cio’ che
rappresenta, in maniera degna e corretta.” Una proposta per meglio conservarlo
e collocarlo viene da Franco Cavagnuolo componente attivo del gruppo. “La
soluzione? Ingabbiarlo in una rotonda luminosa (che lo protegga e lo renda
visibile anche agli autisti di autocarri ubriachi),poggiarlo su di una pedana
che lo sollevi un 20/ 30 centimetri dal livello attuale del piano della strada,
e caso mai circondarlo in plexiglass a dovuta distanza e da paracolpi in marmo con
catarifrangenti e ben visibili che ne formino un circolo a sua protezione,
oppure rimuoverlo (per tutelarlo e proteggerlo nei secoli a venire) e
sostituirlo con una replica, una copia a sua immagine e somiglianza come si è
fatto a Roma Firenze, Venezia Pompei ed Ercolano con le opere sue coetanee e
l’originale conservarlo in un museo.”