Roberto Leggiero |
PIEDIMONTE MATESE. Il Museo Civico “Raffaele Marrocco” di Piedimonte Matese di nuovo alla
ribalta grazie ad un grande evento dell’Oscar Club della borgata
Sepicciano che ha organizzato dal 7 all’11 dicembre 2013 una mostra di
biciclette d’epoca come artefice degli
antichi mestieri su due ruote, curate dall’artista Roberto Leggiero. La bicicletta oggi in
tutte le sue tipologie ( city bike, da corsa, mountain bike, ibrida, ecc.) è
considerata uno svago, un strumento di
allenamento per il corpo, un comodo mezzo
per muoversi nelle caotiche città, specialmente del nord, dove essa è
molto più diffusa che non al sud. La sua evoluzione ha raggiunto livelli
tecnici straordinari attraverso sofisticati studi del materiale sempre più
leggiero, pneumatici sempre più sottili per diminuire al minimo l’attrito con
l’asfalto a favore della velocità. Un tempo, parliamo della prima metà del
novecento, la bicicletta ha affrancato l’uomo dalla trazione animale, divenendo
il primo mezzo di trasporto individuale con sempre più crescente diffusione
permettendo spostamenti sempre più veloci a costo quasi zero, ad eccezione
della spesa iniziale di acquisto e di manutenzione. Certamente la bici, insieme
ad altre scoperte scientifiche, ha contribuito al passaggio verso una società
industriale in cui l’uomo nella sua conversione da contadino ad operaio ha
invaso le città soprattutto del nord, spopolando le campagne del sud, i nostri
sobborghi e favorendo l’emigrazione di tante famiglie verso il settentrione
d’Italia. La bicicletta in questo periodo “divenne un mezzo di trasporto
usuale, parte integrante del paesaggio quotidiano nelle città, nei paesi e
nelle campagne. Permetteva agli operai della nascente industria di raggiungere
più facilmente il posto di lavoro e quindi la sua diffusione si legò
strettamente alla nascita e alla diffusione dell’industrializzazione in Italia”
( Luca Giannelli, La bicicletta e il lavoro, Scramasax ideazioni,
Firenze 2011). Ovviamente il mezzo si adeguò anche ad altri usi, ivi compresi
quelli sportivi tanto da divenire per diverso tempo lo sport più popolare in
Italia. A volte, sempre in questo periodo, essa si adattò come vero strumento
di lavoro permettendo all’artigiano, al contadino, gente semplice, umile, di spostarsi nel territorio o nelle strade e
piazze di vari paesi e città per portare a domicilio i propri prodotti, la propria arte casa per
casa. Queste biciclette di altri tempi hanno conservato la capacità di parlare, di rivelarci le tradizioni e le attività dei nostri padri. Il ricordo di
questi antichi mestieri poveri, figli di un mondo povero come quello della
realtà delle campagne italiane, qui rappresentati dai
prototipi sapientemente ricostruiti .dal nostro bravo e appassionato
artista, Roberto Leggiero, nella loro originale fattura, frutto di approfondita
ricerca di tutti gli elementi che
compongono ogni singolo
esemplare, ci lega indissolubilmente al nostro passato, con la storia del
nostro territorio. Grazie alla cura e alla passione del nostro
collezionista, attraverso questi
capolavori possiamo godere di queste preziose testimonianze di un mondo ormai
scomparso. Roberto fin dalla sua adolescenza ha avuto la predisposizione
artistica di costruire, assemblare, inventare cose nuove. Con gli amici di
sempre, William, Nello, Pino, Michele, chiusi in un garage in Via Chiesa nella
contrada di Sepicciano, mettevano insieme, dopo averle smontate, pezzi di
biciclette costruendo dei tandem, che alla fine non funzionavano mai perché
l’asse della catena non riusciva mai allineata perfettamente. Con tutto ciò si
avventuravano per le strade sconnesse della borgata e alla fine tornavano nel
garage sempre a piedi, sotto lo sguardo divertito di suo padre. Altre volte
costruivano dei rozzi monopattini con i quali si avventuravano per la discesa
di Via Sannitica, sfidando il pericolo. La sua passione per la bici, già
spontanea in lui, è stata senz’altro
potenziata soprattutto dal padre, Luigi Leggiero, per gli amici “Gigino”, che per
oltre quarant’anni ha lavorato presso la ditta Capuano, punto di riferimento di
tutto il circondario dell’Alto Casertano quale Concessionaria “Piaggio” e dove
nell’attrezzatissimo negozio in Viale Libertà di Piedimonte Matese, gestito
oggi dalla Sig.ra Anna Capuano, trovi ogni tipologia di biciclette, oltre
naturalmente a scooter di vari tipi, a Vespe, ecc. Don “Peppino”
Capuano appena dopo la guerra, all’età di 26 anni, piano piano , inizia
l’avventura “Piaggio” e “vespa dopo vespa” conquista il territorio. Poi
arrivano i ricambi, l’officina autorizzata, ecc. In questo negozio di Viale Libertà,
sostituendo suo padre, ormai in
pensione, presta la sua opera il nostro artista Roberto, dedito a riparare biciclette (oggi in tempo di crisi
anche alle vecchie bici, tenute sospese negli oscuri garage, viene rivolta
l’attenzione da parte dei proprietari), ma soprattutto, tra un intervallo e
l’altro, a ripristinare antichi telai di biciclette d’epoca. Da qui nasce la
passione verso gli Antichi Mestieri su due ruote. Comincia a girare per
le mostre, soprattutto a Fabriano (AN) nelle Marche, dove il Comune ha
allestito una mostra permanente degli Antichi Mestieri in Bicicletta, per
mercatini vari allo scopo di attrezzare le sue opere di materiale originale.
Prende contatto con vari collezionisti, ma soprattutto si dà alla ricerca
attraverso vari canali (internet, riviste specializzate, ecc.). Da questo suo
accurato lavoro nascono i prototipi, oggetto di una rassegna, che tutti
ammireranno e apprezzeranno per la loro originalità e singolarità. Per la
mostra si è scelto il Museo Civico che
bene si addice ad ospitare questo
scorcio di storia italiana a
partire dagli anni venti fino agli anni sessanta ed ha un valore sociale ed
educativo per quanti hanno il piacere di visitarla. La collezione con amorevole
cura approntata in tutti i particolari dal nostro artista e collezionista, dal giorno 7
al giorno 15 Dicembre 2013 sarà esposta al pubblico nel suggestivo
chiostro del Museo Civico di Piedimonte Matese. L’apertura della mostra sarà
preceduta da una conferenza che illustrerà per brevi tratti la storia della
Bicicletta dopo l’avvento dell’era industriale, con riferimenti particolari
alla Ditta Capuano, punto di legame di tutto il territorio dell’Alto Casertano
fin dalla sua nascita con don Antonio Capuano. Questi i prototipi oggetto della
mostra: Il
Lattaio, Il Falegname, Il Barbiere, Il Prete, Il Giornalaio, Il Postino, Il
Militare, Il Calzolaio, L’Arrotino, Il Fotografo, Il Castagnaro, il Contadino. “Ho voluto rendere
un omaggio a nonno Michele– dichiara Roberto - dedicandogli l’ultimo mio lavoro di questa
collezione, il Contadino, a lui infaticabile bracciante, esperto nell’arte
degli innesti e della potatura”.
Pietro Rossi