LETINO. I corsi d’acqua del Parco
Regionale del Matese in questi ultimi tempi stanno destando grosse
preoccupazione per lo stato d’inquinamento, tra questi è stato segnalato la
situazione precaria del fiume Lete presso Letino, dove sono state segnalate
sulla superficie dell’acqua delle grosse chiazze oleose di colore azzurrognolo.
A quanto pare del fatto si sta
interessando l’ENEL che sta effettuando delle analisi per stabilire le
cause dell’accaduto. Le ipotesi che si avanzano sull’accaduto sono tante potrebbe non essere causato da inquinamento chimico ma
microbiologico. Ci sono germi (Pseudomonas) che vivono normalmente nelle acque
e possono produrre pigmentazioni proprio di quella colorazione. (ricordate la
"mozzarella blu"?). Le temperature favorevoli e l'acqua stagnante
avrebbero potuto incrementare il fenomeno. Certo c'è bisogno di un intervento
delle Autorità e delle analisi dell'ARPAC per avere certezza o comunque avere
un esito certo dell'evento. Il fiume Lete, che nasce per fenomeno carsico nel cuore del Matese, nel comune di Letino in località campo delle Secine, ad un'altitudine di 1.028 m s.l.m. è caratterizzato da una marcata situazione di
criticità quantitativa, acuita nei periodi di magra. Tale situazione è
particolarmente evidente nel tratto a valle del Lago di Letino in ragione
dell’effetto delle opere di regolazione realizzate per l’esercizio del prelievo
idroelettrico effettuato in corrispondenza del lago. Sentito in merito il
Presidente del Parco Regionale del Matese Dott. Umberto De Nicola ha ribadito che non è pervenuta ad oggi nessuna segnalazione ufficiale
e pertanto nel momento in cui qualcuno denuncerà l’accaduto saranno allertati
tempestivamente tutti gli organi di competenza affinché si faccia luce
sull’intera vicenda. Il fiume Lete dopo aver attraversato i comuni di Gallo
Matese, Prata Sannita, Pratella e Ailano, affluisce nel fiume Volturno. Agli
inizi del 1907 la Società Meridionale
di Elettricità con sede a Napoli, ordinò la costruzione di una diga di sbarramento del fiume a Letino, che
serviva ad alimentare la Centrale idroelettrica di Prata Sannita. Negli anni sessanta fu
costruito il lago artificiale di Gallo Matese, sempre per sbarramento del corso
del fiume, sfruttato per il funzionamento della centralina di Gallo Matese, dal
1969, anche per l'alimentazione della centrale idroelettrica di Capriati al Volturno.
Pietro
Rossi