21 settembre 2008

CRACK MONTANA, LA UE DIROTTA I FONDI PER IL MATESE IN ROMANIA.


Piedimonte Matese. Non è un’ipotesi peregrina ma un rischio drammaticamente concreto: la Comunità Montana rischia davvero di perdere il treno della programmazione finanziaria per il quinquennio 2007/2013, con una preventiva revoca dei fondi europei già stanziati, ma mai messi a pieno regime. La rendicontazione Por 2000/2006 è in alto mare e la scadenza di fine anno incombe su un lungo carnet di opere mai realizzate o, nei casi meno radicali, iniziate e poi abbandonate ai tempi biblici di una politica che vive di marginalità disordinata. L’allarme dei giorni scorsi è stato lanciato dal presidente del Consiglio della Comunità matesina, il professor Marco Fusco (nella foto)che, con la pacatezza e la lucidità che da sempre lo contraddistinguono, ha voluto porre l’accento sulle sfumature più delicate della vertenza, perché di vera e propria querelle politica e strutturale si tratta. “Ho scritto una lunga lettera di dettaglio ed avviso all’assessore regionale per le politiche ambientali e territoriali, Walter Ganapini – ha esordito il presidente Fusco – lanciando un ponte per un dialogo che, in questo periodo, sarebbe fonte di ossigeno per la Comunità Montana; oggi ci troviamo al cospetto di una necessità stringente: creare i presupposti validi per un prosieguo delle attività dell’Ente Montano”. Insomma, si rischia di non arrivare all’appuntamento delle programmazioni quinquennali prossime, e, ironia della sorte, i fondi potrebbero essere scorporati dal portafogli della Comunità del Matese per prendere la pista dell’Est europeo. “E’ un principio di equità distributiva che metterebbe in ginocchio il parco matesino – ha voluto chiarire il presidente Fusco – si parla addirittura di un grande finanziamento che potrebbe essere erogato al parco delle scienze ambientali della Romania; tutto questo depauperamento avviene mentre è in atto un balletto di poltrone che se ne infischia della perdita dei fondi della Comunità del Matese”. Dal flop dell’Infopoint di Capriati al Volturno, passando per la vergogna dei lavori sospesi al rifugio di Castello del Matese, fino agli interrogativi sulla destinazione della Cipresseta di Fontegreca (sacca ambientale e biologica unica in tutto il bacino mediterraneo) e al silenzio dei membri della Comunità sul laboratorio officinale di San Lorenzello, sul Villaggio dell’Arte e sulla nuova sede dell’Ente Parco di Sant’Angelo d’Alife, Fusco non ha mezzi termini per definire “imbarazzante” il comportamento di molti membri del sodalizio montano. “Non so come finirà questa storia – ha concluso Marco Fusco – di sicuro, siamo in nettissimo ritardo sulla rendicontazione e non credo che in due mesi dsi possano salvare capre e cavoli, soprattutto se si perde tempo con macchinazioni politiche che stanno danneggiando la credibilità e la solidità della Comunità Montana del Matese”.


Salvatore Minieri