22 gennaio 2014

Letteratitudini: gli amanti della letteratura si confrontano sui canti VI della Divina Commedia



Cancello ed Arnone (Matilde Maisto) - E’ per venerdì 24 Gennaio p.v. l’incontro di Letteratitudini che segna l’ inizio del 2014. Gli amanti della letteratura, ancora una volta si sono dati appuntamento ed hanno programmato di confrontarsi su uno scottante ed affascinante tema della Divina Commedia. Infatti argomento della serata è il seguente: “Il sesto canto dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso: la traduzione poetica della sofferenza politica dantesca”. Relatore il professore Raffaele Raimondo. Come sappiamo il VI canto dell’intera Divina Commedia è dedicato alla politica. Nell’Inferno, vi è un’invettiva contro Firenze; nel Purgatorio vi è un’invettiva contro l’Italia e nel Paradiso vi è un’invettiva contro tutto l’Impero. In effetti il pensiero politico di Dante nei versi della Commedia appare caratterizzato da un’evoluzione frutto della sua vicenda personale (l’impegno nella politica comunale a Firenze, l’esperienza drammatica dell’esilio, la conoscenza diretta delle corti e delle città italiane ecc.) e di una più ampia riflessione sulla storia (il fallimento della spedizione di Arrigo VII, il problema della libertà e della giustizia, le cause della corruzione della società umana ecc.). Nei tre canti Dante incontra tre personaggi che si differenziano l’uno dall’altro sia per il ruolo svolto in politica, sia per le colpe e le pene subite nell’aldilà. Nel VI canto dell’Inferno, Dante e Virgilio incontrano Ciacco, un fiorentino, parassita di corte che fu soprannominato “maiale” a causa del suo peccato di gola. Egli viveva nelle corti, non si interessava di politica ma sapeva molto circa la storia di Firenze. Dante gli pone tre domande: dove giungeranno gli uomini della città divisa; se vi è alcun giusto; qual è la cagione che ha alimentato tante discordie. Ciacco risponde facendo riferimento alla continua lotta tra guelfi bianchi e guelfi neri. “Giusti son due”: le persone giuste sono pochissime e “superbia, invidia e avarizia sono le tre faville ch’anno i cuori acceso”. Nel VI canto del Purgatorio Dante e Virgilio incontrano Sordello da Goito, mantovano come Virgilio, infatti i due concittadini si stringono in un forte abbraccio, mentre Dante dà inizio ad un’invettiva contro l’Italia che definisce: serva di dolore ostello – nave senza nocchiere in gran tempesta – non donna di provincia ma bordello. La felicità con la quale Sordello accoglie Virgilio è contrapposta all’odio che dilania le città d’italia. Nel VI canto del Paradiso, Dante e Beatrice si trovano nel cerchio di Mercurio, in cui si situano le anime di coloro che fecero del bene per ottenere la gloria terrena. Qui Dante incontra l’imperatore Giustiniano che narra la storia dell’aquila, simbolo dell’impero romano. Incontro che promette grande interesse, quindi, per l’attualità dell’argomento trattato: la politica oggi, come ieri e come sarà domani… Ancora una volta, siamo lieti d’invitare tutti e, soprattutto, i giovani, a partecipare a questa serata che sarà, come sempre, all’insegna della convivialità, dell’amicizia e della cultura.
A venerdì, dunque…VI ASPETTIAMO!