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ed Arnone (Matilde Maisto) - E’ per venerdì 24 Gennaio p.v. l’incontro
di Letteratitudini che segna l’ inizio del 2014. Gli amanti della letteratura,
ancora una volta si sono dati appuntamento ed hanno programmato di confrontarsi
su uno scottante ed affascinante tema della Divina Commedia. Infatti argomento
della serata è il seguente: “Il sesto canto dell’Inferno, del Purgatorio e del
Paradiso: la traduzione poetica della sofferenza politica dantesca”. Relatore
il professore Raffaele Raimondo. Come sappiamo il VI canto dell’intera Divina
Commedia è dedicato alla politica. Nell’Inferno, vi è un’invettiva contro
Firenze; nel Purgatorio vi è un’invettiva contro l’Italia e nel Paradiso vi è
un’invettiva contro tutto l’Impero. In effetti il pensiero politico di Dante
nei versi della Commedia appare caratterizzato da un’evoluzione frutto della
sua vicenda personale (l’impegno nella politica comunale a Firenze,
l’esperienza drammatica dell’esilio, la conoscenza diretta delle corti e delle
città italiane ecc.) e di una più ampia riflessione sulla storia (il fallimento
della spedizione di Arrigo VII, il problema della libertà e della giustizia, le
cause della corruzione della società umana ecc.). Nei tre canti Dante incontra
tre personaggi che si differenziano l’uno dall’altro sia per il ruolo svolto in
politica, sia per le colpe e le pene subite nell’aldilà. Nel VI canto
dell’Inferno, Dante e Virgilio incontrano Ciacco, un fiorentino, parassita di
corte che fu soprannominato “maiale” a causa del suo peccato di gola. Egli
viveva nelle corti, non si interessava di politica ma sapeva molto circa la
storia di Firenze. Dante gli pone tre domande: dove giungeranno gli uomini
della città divisa; se vi è alcun giusto; qual è la cagione che ha alimentato
tante discordie. Ciacco risponde facendo riferimento alla continua lotta tra
guelfi bianchi e guelfi neri. “Giusti son due”: le persone giuste sono
pochissime e “superbia, invidia e avarizia sono le tre faville ch’anno i cuori
acceso”. Nel VI canto del Purgatorio Dante e Virgilio incontrano Sordello da
Goito, mantovano come Virgilio, infatti i due concittadini si stringono in un
forte abbraccio, mentre Dante dà inizio ad un’invettiva contro l’Italia che
definisce: serva di dolore ostello – nave senza nocchiere in gran tempesta –
non donna di provincia ma bordello. La felicità con la quale Sordello accoglie
Virgilio è contrapposta all’odio che dilania le città d’italia. Nel VI canto
del Paradiso, Dante e Beatrice si trovano nel cerchio di Mercurio, in cui si
situano le anime di coloro che fecero del bene per ottenere la gloria terrena.
Qui Dante incontra l’imperatore Giustiniano che narra la storia dell’aquila,
simbolo dell’impero romano. Incontro che promette grande interesse, quindi, per
l’attualità dell’argomento trattato: la politica oggi, come ieri e come sarà
domani… Ancora una volta, siamo lieti d’invitare tutti e, soprattutto, i
giovani, a partecipare a questa serata che sarà, come sempre, all’insegna della
convivialità, dell’amicizia e della cultura.
A venerdì, dunque…VI
ASPETTIAMO!