09 settembre 2013

Capua bombardata! Il 9 settembre di settant’anni fa*



CAPUA. Ricorre oggi il settantesimo anniversario del bombardamento aereo americano su Capua, uno dei più devastanti tra quelli effettuati sull’intero territorio italiano nel corso della seconda guerra mondiale. Quel giovedì è il giorno stabilito per lo sbarco a Salerno, ma anche quello successivo alla dichiarazione dell’armistizio. Così come nella maggior parte della penisola, anche i capuani sono scesi in strada a festeggiare la “conclusione” della guerra. Ma poche ore dopo, alla gioia si contrappone l’incredulità e il panico: infatti, mentre le strade sono gremite di gente che sta tornando nelle proprie case dopo lo “sfollamento” e saluta con i fazzoletti il passaggio degli aerei, l’antico centro subisce l’incursione più devastante di tutto il conflitto. Sulla carta, come si evince dagli ordini diramati dalle forze aeree strategiche americane per le operazioni di sbarco, l’obiettivo primario è il ponte stradale sul Volturno, quello secondario il ponte ferroviario. La distruzione di questi bersagli avrebbe impedito ai tedeschi di inviare uomini e mezzi nell’area della testa di sbarco. Tuttavia, per la vicinanza di tali obiettivi con il centro della città, le cose vanno diversamente e gran parte del “carico di morte” finisce sulle abitazioni a causa di lanci disassati. La città, già da qualche settimana, è stata considerata dagli strateghi alleati un punto nevralgico per i piani di avanzata delle forze anglo-americane, pronte a sbarcare nella piana del Sele, ed un caposaldo della difesa tedesca. La presenza di campi di volo, di numerose caserme, del Pirotecnico, dello scalo ferroviario e dei ponti sul Volturno risultano determinanti in tal senso. Per tali motivi, già a partire dal mese di luglio aveva subito numerosi attacchi aerei e decine di vittime. L’attacco diurno del 9 settembre 1943 inizia alle 9.28 e viene effettuato con settantuno “fortezze volanti” B-17 dei gruppi di bombardamento americani 99° e 97°, da circa 8.000 metri per evitare gli attacchi della contraerea nemica. La notevole altezza diventa il fattore determinante della devastazione dell’abitato sul quale vengono sganciate 172 tonnellate di bombe. Gli ufficiali dell’“intelligence” che analizzano le fotografie scattate dopo il raid attestano il buon esito dell’operazione che aveva rimpiazzato egregiamente un lancio di paracadutisti sulla sponda settentrionale del Volturno, annullato poche ore prima. Quello che i rapporti della missione non restituiscono è l’entità delle distruzioni: in essi vengono segnalati genericamente «gravi danni ad un quarto della città». Il bilancio delle vittime è pesante – circa un migliaio di civili – mentre il ricco patrimonio monumentale viene sfregiato indelebilmente: il Duomo è quasi raso al suolo, pesanti danni sono provocati alle chiese dell’Annunziata e di San Giuseppe; il Museo Campano subisce gravi danni strutturali con il crollo di tutta l’ala sinistra, corrispondente al palazzo Antignano. Per di più, centinaia di abitazioni vengono distrutte o gravemente danneggiate. Infatti, pure se i piloti americani utilizzano un avanzato sistema di puntamento che avrebbe dovuto garantire l’accuratezza dello sgancio, i pianificatori non tengono conto che i raggi di caduta delle bombe sono compresi tra i 300 e i 700 metri dall’obiettivo: è evidente che in una città di piccole dimensioni, come Capua, tutto ciò avrebbe provocato danni incalcolabili. Quindi, un altro “bombardamento di precisione”, che avrebbe dovuto colpire obiettivi specifici, si trasforma in un vero e proprio raid “terroristico”, indipendentemente da ogni intenzione e da ogni pianificazione, mostrando similitudini con quello devastante del 27 agosto su Caserta e con tanti altri attacchi che saranno portati sul casertano tra settembre e ottobre 1943, provocando centinaia di vittime civili e gravi distruzioni al patrimonio abitativo e monumentale e “garantendo” alla provincia di essere annoverata, suo malgrado, tra quelle più danneggiate dalla guerra.
 
* di Giuseppe Angelone, docente di Cinema, Fotografia
e Televisione presso la Seconda Università di Napoli