PIEDIMONTE MATESE. Per il quarto anno consecutivo,
lungo le sponde del Lago Matese, si svolge il campo di inanellamento a scopo
scientifico “Migrandata Matese”. Il progetto, realizzato dall’Associazione
ARDEA e dal CEDA Matese della Legambiente si occupa del monitoraggio
dell’avifauna del luogo, con particolare riferimento alle Rondini. Il lago carsico presente tra i monti del Matese, infatti, rappresenta
un’importante zona di passaggio per i migratori transahariani, tra cui le
rondini, le quali utilizzano il canneto come dormitorio durante il viaggio
verso l’Africa dove andranno a svernare. I risultati relativi a questi primi
cinque giorni di campo sottolineano l’importanza dell’area per l’avifauna,
infatti sono stati inanellati 173 individui di 23 specie diverse, tra cui
numerose specie nidificanti, come Codibugnolo, Upupa, Cannareccione, Capinera,
Merlo e Torcicollo, un uccello appartenente alla famiglia dei picchi, caratterizzato
da una particolare livrea mimetica che lo rende simile ad una corteccia
d’albero. Durante il campo inoltre, sono state inanellate diverse specie
migratrici, tra cui: Canapino maggiore, Luì grosso e Beccafico.I dati raccolti per la Rondine sono al contrario piuttosto allarmanti. Il
numero degli individui è calato drasticamente: a fronte di una media di circa
300 individui inanellati quotidianamente nei primi giorni di campo, oggi si
registrano appena una ventina di marcaggi, con un trend in aumento che fa
presupporre uno slittamento della tempistica della migrazione. Ma la cosa più
preoccupante è l’enorme calo di rondini stimate a vista che nel 2011 si
aggiravano attorno alle decine di migliaia, mentre quest’anno se ne contano
poche centinaia. Considerando la valenza ecologica della rondine, la sua
diminuzione rappresenta una minaccia per l’intero ecosistema e per la qualità
dell’ambiente su grande scala. In totale, nei quattro anni dedicati al
progetto, sono stati inanellati più di 6000 uccelli appartenenti a 50 specie
diverse, tra cui numerose specie mai rilevate prima all’interno del Parco
Regionale del Matese. Durante il monitoraggio sono state effettuate anche
uscite a tema come L’herpetological Day nel quale, guidati da un esperto
Erpetologo, i partecipanti al campo e i visitatori, hanno potuto riscontrare le
psecie di rettili e anfibi presenti all’interno del Parco. Conoscere le specie presenti in una
determinata area geografica è il primo passo per l’elaborazione di strategie di
conservazione efficaci.
Pietro Rossi