on. Aldo Patriciello |
La Sessione Plenaria del parlamento Europa
appena conclusa ha portato tante novità nel panorama legislativo comunitario. Primo
fra tutti un nuovo tassello alla riforma della Pac, la Politica Agricola
Comunitaria per la quale i deputati hanno approvato quattro atti legislativi,
pagamenti diretti, sviluppo rurale, mercato e norme di finanziamento e
monitoraggio, che apriranno la strada ai negoziati in materia con gli Stati membri.
La particolarità di tale procedura sta proprio in questo nel fatto cioè che per
la prima volta il Parlamento Europeo ha pieni poteri legislativi insieme a
tutti i Paesi comunitari vale a dire i veri beneficiari della riforma. “Con il voto in plenaria – commenta l’on.
Aldo Patriciello – abbiamo raggiunto il
migliore equilibrio tra i due obiettivi fondamentali della Pac e cioè tra la
garanzia della sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente. Questo porterà
dunque ad un incremento dei beni pubblici per i cittadini e soprattutto agli
agricoltori che in questo periodo stanno vivendo profonde difficoltà.
Probabilmente il settore agricolo è uno di quelli più colpiti dalla crisi e,
soprattutto in Italia, la Politica Agricola Comune potrebbe tutelare e
incrementare tutte le attività ad esso collegate. Però io credo che per
garantire un facile accesso ai fondi comunitari bisogna innanzitutto creare un
sistema di informazione semplice e ramificato e snellire tutto il sistema
burocratico che caratterizza la presentazione dei progetti, la valutazione e
l’erogazione dei finanziamenti. Dobbiamo fare in modo cioè che i nostri
agricoltori sappiano che l’Europa è loro vicina e che possono contare sugli
aiuti comunitari; così come un giovane che vuole intraprendere l’attività
agricola deve sapere che può farlo tramite il supporto dell’Unione Europea. Credo
che la possibilità di negoziare con gli Stati membri sia fondamentale perché
permetterà alla Commissione e al Parlamento, di conoscere i diversi bisogni e
caratteristiche di ogni territorio al fine di trovare, infine, la migliore
soluzione innovativa per il settore agricolo comunitario”. Secondo i deputati, infatti, la differenza dei
livelli di finanziamento per gli agricoltori tra gli Stati membri dovrebbe
essere ridotto, vale a dire nessun agricoltore dovrebbe ricevere meno del 65%
della media UE. Tra le altre novità in materia, il Parlamento ha votato in
favore della pubblicazione dei beneficiari dei finanziamenti agricoli e ha
inserito un elenco di proprietari terrieri escludendo da esso tutti coloro che
non dimostrino che l’agricoltura contribuisca ad una quota sostanziale del loro
reddito; sarebbero esclusi da questo elenco ad esempio proprietari di terreno
su cui nasceranno aeroporti o società sportive. L’obiettivo è quello di
mantenere e promuovere le economie rurali e assicurare che la competitività e
la protezione dell’ambiente. Secondo il mandato negoziale approvato, poi, i
giovani agricoltori dovrebbero ottenere il 25% in più sui pagamenti, per un
massimo di 100 ettari e agli Stati viene attribuita più libertà nell’utilizzo
di quei fondi che vanno a sostenere i piccoli agricoltori. Il rispetto delle
regole ‘verdi’ è alla base dei finanziamenti. I deputati infatti si sono
trovati d’accordo che il 30% dei bilanci nazionali per i pagamenti diretti
dovrebbe essere subordinato al rispetto di tali misure che, in linea generale,
contemplano la diversificazione delle colture, la conservazione dei pascoli
permanenti e la creazione di ‘aree di interesse ecologico’. I deputati inoltre
stanno studiando regole volte ad aiutare gli agricoltori a far fronte alla
volatilità dei prezzi e quindi delle variazioni del mercato dei prodotti
agricoli; tale obiettivo si raggiunge tramite la creazione di organizzazioni di
agricoltori autorizzate a negoziare contratti per conto dei loro membri. Al
fine di garantire che la fine delle quote latte non comporti una grave crisi
nel settore lattiero-caseario, i deputati suggeriscono di prevedere aiuti per
almeno tre mesi per i produttori di latte che hanno volontariamente tagliato la
produzione di almeno il 5%. D’altro canto, il Parlamento ha posto il veto a
proposte che permettono la fine delle quote per lo zucchero, in scadenza nel
2015, per consentire ai produttori di barbabietole di prepararsi meglio alla
liberalizzazione del settore prevista nel 2020. Il diritto d’impianto della
vite dovrebbe anche essere prorogato fino ad almeno il 2030, sostiene il
Parlamento. La riforma della politica agricola dell’UE sarà decisa
congiuntamente dal Parlamento, dal Consiglio e dalla Commissione. I negoziati
dovrebbero iniziare a fine marzo, inizio aprile.
Strasburgo, Ufficio Stampa on. Aldo Patriciello