Mauro Castellano |
CAIAZZO. Dopo il
l’omaggio a Debussy ed alla musica francese di Paolo Bordoni tenutosi di ieri al
Museo Campano di Capua che ha inaugurato l’Autunno Musicale ed il suo segmento
Pianofestival, la Rassegna prosegue con un dittico di concerti ed una mostra di
mail art spaziando da John Cage, celebrato autore in occasione del centenario
della nascita, e i nuovi linguaggi tra tecnologia e tradizione di Damerini
& D’Anghera. Alle ore 11.30 al Palazzo
Mazziotti di Caiazzo
il pianista Mauro Castellano inaugura il Ciclo Contemporary
Tour con un programma dedicato a John Cage di cui ricorre il
centenario della nascita. In programma un percorso antologico che copre l’arco
temporale dal 1947 al 1975 tra cui brani per l’Immancabile - per l’occasione -
“pianoforte preparato”. Compilare un’antologia delle composizioni di
John Cage non ha seonso. Proprio perché per lui tutto aveva senso, comprese le non-scelte, quelle legate alla
casualità. Ma non si può non considerare l’invenzione (Arnold Schoenberg, suo
maestro, non lo riteneva un compositore, ma un inventore di talento) del
“pianoforte preparato”, ottenuto inserendo nelle corde dello strumento viti,
bulloni, ed altri oggetti d’uso domestico, per ottenere l’effetto di un gruppo
di percussioni orientali: ecco il motivo di Music
for Marcel Duchamp (1947), che apre questo concerto. Nasce però il problema
di togliere gli oggetti dalla cordiera del pianoforte per poter eseguire il
resto del programma. Ecco allora Variations
III, una serie di azioni sonore casuali da compiere entro un certo lasso di
tempo: l’esecuzione di questo brano coinciderà con le azioni necessarie per
“normalizzare” lo strumento. Cage sosteneva che ogni oggetto ha un’anima che si
ravviva facendolo produrre suono. In a
Landscape è uno stupefacente brano: facendo uso di scale modali di
derivazione orientale, produce un effetto di grande calma interiore. Nel 1948.
Molti decenni prima della moda del “New Age” Waiting (1952) è invece un breve pezzo in cui piccole cellule sono
separate da lunghi silenzi, che ci
costringono ad acuire una nostra percezione in favore di eventi sonori e di
rumori che diamo per scontati o trascurabili. Cage equipara suono e rumore in
senso non gerarchico (ed in tal senso egli è davvero allievo di Schoenberg,
inventore anche lui della dodecafonia, che assegna eguale importanza ad ogni
suono della scala cromatica). Winter
Music (1952) allinea una sequenza di gruppi sonori eseguibili da uno fino a
venti pianoforti. Gli Etudes australes
(1974/75) riportano su quattro pentagrammi le mappe celesti dell’emisfero
australe; un ritorno al cielo. Alle ore
11.00, sempre al Palazzo Mazziotti di Caiazzo, avrà luogo l’inaugurazione
della Mostra internazionale di mail art
John Cage mail art….supposing.
L’esposizione, curata da Angela Caporaso
nell’ambito del Ciclo Suoni &
Visioni, raccoglie opere appositamente
create da 100 artisti di tutti i continenti e sarà visibile sino al 2
dicembre. Dice la curatrice: “Non
intendendo qui circoscrivere la complessa vicenda artistica e musicale di Cage,
questa iniziativa vuole invece porre l’accento sul concetto di casualità – alea
– che dagli anni cinquanta in poi irrompe nella sua evoluzione artistica……. Le casuali traversie del viaggio postale, i fortuiti
incontri di percorsi sconosciuti determinano infine la peculiarità dell’opera
entrata a far parte del progetto.”
Pietro Rossi