PIEDIMONTE MATESE. Agosto: mese di vacanze, feste sacre e riti pagani, notti bianche e trasgressioni. Un tempo era il mese dei riti festosi, che chiudevano il ciclo delle principali produzioni agricole e della raccolta dei beni per affrontare l’inverno. Oggi, per molti, è celebrazione sfrenata di consumismo, nonostante la crisi, che affligge solo le ordinarie sofferenze sui sentieri della solitudine sociale. E’ rituale il riposo dei politici, imitazioni dell’imperatore Ottaviano, che istituì le “feriae Augusti”. Ma i riflettori dell’informazione restano accesi: divorano fatti e persone, spesso scartando il meglio e triturando il peggio e la politica, sotto gli sbuffi del solleone, è quasi ovunque, come il sale, soprattutto quando è sparso da chi ha il mal di silenzio. Il ferragosto nel Matese, puntualizza il Prof. Marco Fusco (nella foto) ex Presidente del Consiglio Generale della Comunità Montana del Matese, è stato veramente nero, nerissimo. Le associazioni ambientaliste che come me hanno visto, dovrebbero denunciare quanto accaduto in questo periodo feriale tra le montagne matesine. Sarebbe interessante conoscere il resoconto del CAI sulla traversata conclusasi proprio il giorno di ferragosto a Capriati A Volturno. Spero che nel Matese ci sia ancora qualche “ambientalista di prima generazione” pronto a scendere in piazza per battaglie di civiltà e di democrazia. Per l’ambiente vale sempre la pena sporcarsi le mani. Ma ritorniamo all’attualità. Ci si è imbattuti nelle corse dei Quod addirittura nel cuore della cipresseta di Fontegreca, un bene di inestimabile valore all’interno del Parco regionale del Matese. Turisti mordi e fuggi che utilizzavano le postazioni realizzate abusivamente nel contesto del Bosco degli Zappini per arrostire carne, salsicce e appiccare fuoco in un contesto di massima emergenza ed allerta per il pericolo incendi. Ci si chiede. Ma nemmeno nel periodo di ferragosto si può organizzare una rete di controlli da parte di chi ha il dovere istituzionale di preservare queste bellezze della nostra montagna sacra. Questo a Fontegreca, ma spostandosi sui laghi del Matese, il quadro è apparso ancora più precario. Cumuli di rifiuti ovunque, musica a tutto volume tra i boschi che circondano i laghi e qualche autorità locale presente a questi “eventi” ha girato le spalle. I divieti del parco, dove sono? Manca del tutto l’informazione rivolta al turista. Che strana la politica matesina, brava a spendere addirittura 800 mila euro per creare numeri civici di ceramica per private(!) abitazioni nei comuni dell’Ente Montano e poi perdersi in un bicchiere d’acqua perché non trova poche centinaia di euro per apporre la segnaletica appropriata per un’area Parco. Ma diciamola tutta, continua il Prof. Fusco, tutto questo è figlio del sistema Bassolino: dall’ambiente alla formazione, dalle opere pubbliche alla nuova programmazione 2007/2013, tutto qui parla un solo linguaggio, quello dello scandalo strisciante. Si attendono “gli amici degli amici” per assegnare le risorse dell’unione Europea anche perché alle porte ci sono le elezioni. Intanto la Regione Campania, come denunciato da autorevoli membri della Commissione europea, è in grave ritardo sulla tabella di marcia predisposta da Bruxelles. E che dire della situazione gravissima delle scuole campane che da oltre quattro anni attendono di incassare i soldi di “Scuole Aperte”, “Fas”, “Pon”: addirittura da sei anni i dirigenti scolastici attendono i soldi del primo “Pon”. Se la legge lo consentisse, i presidi dovrebbero di corsa dichiarare il dissesto finanziario. E che dire delle opportunità perse per la formazione e l’educazione agli adulti per la nostra provincia perché commissariata? Oltre quattro milioni di euro in fumo per colpa della fallimentare politica dell’ex presidente De Franciscis. Questa è oggi la situazione in Campania. Vale la pena tenere in piedi il sistema Bassolino che non riesce più garantire nemmeno la coperta finanziaria a leggi storiche come la 51/78? I comuni, conclude Marco Fusco, lo sapete che a breve non potranno garantire nemmeno la mensa scolastica e i servizi essenziali? Insomma, commissariate la Regione Campania. La lenta agonia del governo regionale rischia di far saltare i già flebili equilibri sociali. Chi può intervenga, per amore di questa terra macchiata da tempo da una diffusa illegalità e governata da personaggi non più proponibili alla guida della cosa pubblica.
Pietro Rossi
Pietro Rossi