San Potito Sannitico. Franco Panella (nella foto) presidente del CAI sezione di Piedimonte Matese affronta le problematiche ambientali del Parco Regionale del Matese in una intervista esclusiva alla vigilia della nomina del nuovo Presidente del Parco.
-Presidente, cosa ne pensa dell’ultima estate sul Matese?
-Ciò che di negativo è successo questa estate sulle nostre montagne rende quanto mai necessaria una riflessione sul ruolo di chi, a qualunque titolo, come turista, semplice camminatore, trekker o altro, si reca sul Matese. L’organizzazione dei rave party, funestati dalla morte del giovane israeliano, e più in generale l’assalto a luoghi che dovrebbero essere di rifugio e di benessere derivano da una coscienza ambientale. Non si va più in montagna per ritrovare momenti di serenità, tempi più lenti ed aria più pulita, si tenta di arrivare in auto, o con i terribili quad, in posti nei quali si dovrebbe andare esclusivamente a piedi per approfittare di una pausa dalla velocità di tutti i giorni.
-Manca quindi l’”educazione alla montagna”?
-Esattamente, molti trasportano semplicemente se stessi in montagna, quando invece si rende necessario un diverso approccio. Noi del Club Alpino Italiano, come molte altre associazioni ambientaliste, proponiamo un mondo diverso, con un approccio formativo e conoscitivo sul territorio. Da molti anni ci impegniamo nell’educazione ambientale, senza per questo venir meno alla serenità ed al divertimento. Anche una semplice passeggiata insieme ad altri amici può servire a conoscere meglio il nostro territorio, mettendo in collegamento tra loro le diverse zone di interesse ambientale, culturale ed archeologico e stimolando la conoscenza della fauna e della flora in un territorio che è vasto più di 33000 ettari. Questi interessi spingono il camminatore ad identificarsi nell’ambito territoriale, a mettersi in relazione con il paesaggio, a comprendere il potenziale che esiste e che potrebbe essere meglio e più rispettosamente fruito da tutti. Noi scherzando diciamo di fare il “cammino dell’asinello”: è l’identikit di chi percorre i vecchi sentieri del passato, quelli che venivano utilizzati da chi ci ha preceduto per spostarsi, comunicare tra i nostri paesi antichi, quelli che portano ad una vera immedesimazione con il territorio ed ad essere realmente sollecitati dall’abitat che viene attraversato.
-Quale è attualmente la situazione ambientale del Matese, e cosa si potrebbe fare?
-Mah.. è evidente che si può e che si deve fare di più! Il nostro gruppo, ch conta circa 170 iscritti, cerca di svolgere anche un ruolo di “sentinella”, segnalando la negatività e sollecitando le varie istituzioni, la Comunità Montana Zona del Matese, le amministrazioni locali e l’Ente Parco Regionale del Matese. Possiamo e vogliamo avere solo una funzione di stimolo. Come è facilmente interpretabile, la nostra è un’associazione senza alcuna coordinata politica. Esiste una rete di forze ambientaliste grazie alle quali si potrebbero ottenere grandi risultati: il Centri di Educazione Ambientale di Castello del Matese e San Potito Sannitico, i Rangers di Raviscanina, i diversi nuclei di Protezione Civile, il Gruppo Micologico del Matese, lo Sci Club Fondo Matese, l’Associazione FreeStyle, le diverse Pro Loco ed altre ancora. Tra noi esiste una forte collaborazione, avendo tutti il comune interesse della salvaguardia del territorio. Quel che molto manca, è il controllo del territorio. Noi vorremmo un tavolo di incontro al quale le diverse istituzioni possano, una volta e per sempre, comprendere che il nostro ruolo, quello di tutte le associazioni intendo, non è quello di fare da tappabuchi alle feste ed alle sagre, incrementando gli stands e facendo animazione, ma essere parte attiva nella tutela e nella valorizzazione del territorio, in quanto espressione della popolazione attiva. E poi bisogna assolutamente migliorare nell’educazione al rispetto del territorio. L’attività della nostra Sezione è finalizzata ad “iniettare” in ciascuno dei partecipanti alle nostre escursioni i “germi” della conoscenza ambientalista, facendo si che ciascuno sia un camminatore consapevole, che sia contemporaneamente un soggetto che lasci la minore impronta sul territorio, ed un propugnatore della tutela del mondo in cui viviamo. La cosa che più mi preme, come Presidente della nostra Sezione, è di far capire che i veri governatori del territorio non sono di certo le istituzioni, le associazioni, o quant’altro, ma lo sono i cittadini del Matese. Ogni cittadino deve infatti comprendere quanto sia necessario dare un contributo reale, e maturare l’interesse verso il luogo in cui si ha la fortuna di vivere. Bisogna riconoscere come proprio l’ambiente che ci circonda, ritrovare quello che uno dei grandi pensatori ambientalisti, Henry David Thoreau chiamava “lo spirito del territorio”.
Pietro Rossi
-Presidente, cosa ne pensa dell’ultima estate sul Matese?
-Ciò che di negativo è successo questa estate sulle nostre montagne rende quanto mai necessaria una riflessione sul ruolo di chi, a qualunque titolo, come turista, semplice camminatore, trekker o altro, si reca sul Matese. L’organizzazione dei rave party, funestati dalla morte del giovane israeliano, e più in generale l’assalto a luoghi che dovrebbero essere di rifugio e di benessere derivano da una coscienza ambientale. Non si va più in montagna per ritrovare momenti di serenità, tempi più lenti ed aria più pulita, si tenta di arrivare in auto, o con i terribili quad, in posti nei quali si dovrebbe andare esclusivamente a piedi per approfittare di una pausa dalla velocità di tutti i giorni.
-Manca quindi l’”educazione alla montagna”?
-Esattamente, molti trasportano semplicemente se stessi in montagna, quando invece si rende necessario un diverso approccio. Noi del Club Alpino Italiano, come molte altre associazioni ambientaliste, proponiamo un mondo diverso, con un approccio formativo e conoscitivo sul territorio. Da molti anni ci impegniamo nell’educazione ambientale, senza per questo venir meno alla serenità ed al divertimento. Anche una semplice passeggiata insieme ad altri amici può servire a conoscere meglio il nostro territorio, mettendo in collegamento tra loro le diverse zone di interesse ambientale, culturale ed archeologico e stimolando la conoscenza della fauna e della flora in un territorio che è vasto più di 33000 ettari. Questi interessi spingono il camminatore ad identificarsi nell’ambito territoriale, a mettersi in relazione con il paesaggio, a comprendere il potenziale che esiste e che potrebbe essere meglio e più rispettosamente fruito da tutti. Noi scherzando diciamo di fare il “cammino dell’asinello”: è l’identikit di chi percorre i vecchi sentieri del passato, quelli che venivano utilizzati da chi ci ha preceduto per spostarsi, comunicare tra i nostri paesi antichi, quelli che portano ad una vera immedesimazione con il territorio ed ad essere realmente sollecitati dall’abitat che viene attraversato.
-Quale è attualmente la situazione ambientale del Matese, e cosa si potrebbe fare?
-Mah.. è evidente che si può e che si deve fare di più! Il nostro gruppo, ch conta circa 170 iscritti, cerca di svolgere anche un ruolo di “sentinella”, segnalando la negatività e sollecitando le varie istituzioni, la Comunità Montana Zona del Matese, le amministrazioni locali e l’Ente Parco Regionale del Matese. Possiamo e vogliamo avere solo una funzione di stimolo. Come è facilmente interpretabile, la nostra è un’associazione senza alcuna coordinata politica. Esiste una rete di forze ambientaliste grazie alle quali si potrebbero ottenere grandi risultati: il Centri di Educazione Ambientale di Castello del Matese e San Potito Sannitico, i Rangers di Raviscanina, i diversi nuclei di Protezione Civile, il Gruppo Micologico del Matese, lo Sci Club Fondo Matese, l’Associazione FreeStyle, le diverse Pro Loco ed altre ancora. Tra noi esiste una forte collaborazione, avendo tutti il comune interesse della salvaguardia del territorio. Quel che molto manca, è il controllo del territorio. Noi vorremmo un tavolo di incontro al quale le diverse istituzioni possano, una volta e per sempre, comprendere che il nostro ruolo, quello di tutte le associazioni intendo, non è quello di fare da tappabuchi alle feste ed alle sagre, incrementando gli stands e facendo animazione, ma essere parte attiva nella tutela e nella valorizzazione del territorio, in quanto espressione della popolazione attiva. E poi bisogna assolutamente migliorare nell’educazione al rispetto del territorio. L’attività della nostra Sezione è finalizzata ad “iniettare” in ciascuno dei partecipanti alle nostre escursioni i “germi” della conoscenza ambientalista, facendo si che ciascuno sia un camminatore consapevole, che sia contemporaneamente un soggetto che lasci la minore impronta sul territorio, ed un propugnatore della tutela del mondo in cui viviamo. La cosa che più mi preme, come Presidente della nostra Sezione, è di far capire che i veri governatori del territorio non sono di certo le istituzioni, le associazioni, o quant’altro, ma lo sono i cittadini del Matese. Ogni cittadino deve infatti comprendere quanto sia necessario dare un contributo reale, e maturare l’interesse verso il luogo in cui si ha la fortuna di vivere. Bisogna riconoscere come proprio l’ambiente che ci circonda, ritrovare quello che uno dei grandi pensatori ambientalisti, Henry David Thoreau chiamava “lo spirito del territorio”.
Pietro Rossi