01 giugno 2011

I CATTOLICI NON POSSONO SOTTRARSI ALL’IMPEGNO SOCIALE.

PIEDIMONTE MATESE. L’acqua è fonte di vita, ribadisce Marco Fusco (nella foto) ex Presidente del Consiglio Generale della Comunità Montana del Matese,  è punto di incontro e confine tra diverse popolazioni,  segno del dialogo che valorizza la differenza e cancella l’indifferenza. Oggi, però,  è ambita come occasione di profitto;  l’acqua, orizzonte  di una terra promessa  ad un popolo la cui vocazione è la libertà,  oggi è chiusa nelle mani di pochi, costretta a diventare negazione della libertà. E’ necessaria, quindi, la rinascita di una nuova democrazia; una democrazia che assicuri ad ogni cittadino e a tutti il diritto ad avere l’acqua, ad avere l’acqua pulita. Tutto ciò lo affermavamo noi docenti cattolici , puntualizza il Prof. Fusco, già nell’ottobre del 2008 al Convegno Nazionale “Acqua fondamento di vita”,  e  oggi lo ribadiamo a fronte di chi vorrebbe negare il messaggio di gratuità insito nella natura stessa  dell’acqua. I quesiti referendari sull’acqua su cui occorrerà pronunciarsi sono due: il primo impedirà che l’acqua sia affidata ai privati; il secondo cancellerà la norma che “consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio”. Insomma  andiamo a votare, il 12 e 13 giugno, ai referendum. Non ci lasciamo sfuggire questo scampolo di democrazia. Si tratta di un voto di grande importanza per il nostro futuro. Un “Sí” contro le centrali nucleari, che mettono a rischio il futuro nostro e dei nostri figli. Due “Sí” contro la privatizzazione dell’acqua: provvedimento che ci ruba il piú importante dei beni comuni per cederlo a pochi furbi. Un “Sí” alla soppressione di un decreto che discrimina i cittadini, un decreto in base al quale la legge non è piú uguale per tutti. Si sta parlando poco dei referendum, conclude Marco Fusco, è proprio questo che deve insospettire: non vogliono che andiamo a votare e, se anche non ci fossero altri motivi, basterebbe questo per spingerci ad andarci. Il referendum costituisce uno di quei pochi momenti di democrazia diretta, di vera democrazia, quando siamo noi, i cittadini comuni, a decidere, senza intermediari, senza delegare politici, i quali spesso fanno strame del nostro voto. Sì, non facciamoci sfuggire l’occasione: il 12 e 13 giugno andiamo tutti a votare e votiamo quattro “Sí”.     

Pietro Rossi