23 marzo 2021

LA STORIA DEL PRETE CHE SI INNAMORO’ DEL MATESE, DON CARMINE CARMINATI.


PIEDIMONTE MATESE - Nel Circolo dell’Azione Cattolica “Piergiorgio Frassati” di Piedimonte Matese, ricorda il sig. Alfonso Ricigliano, da ragazzo ho potuto assistere a delle proiezioni, mi pare 8 mm, di filmati, riguardanti l ‘Africa e l ‘opera svolta dalle Missioni Cattoliche. Filmati di proprietà di un giovanissimo prete, venuto con il Vescovo dell’epoca sua Eccellenza Virginio Dondeo. Mi riferisco a don Carmine Carminati (nelle foto) che collaborava con il parroco di A.G.P. Mons. Espedito Grillo, spesso era presente nel Circolo Frassati con noi giovani. All’epoca avevo poco più di13 anni e tra noi si instaurò un vero rapporto di amicizia, di simpatia , per circa due anni , interrotto dalla partenza di don Carmine , perché si trasferì in Francia a CHARLY nelle Ardenne per imparare la lingua e recarsi missionario in Africa.  


In una cartolina scritta dalla Francia, il prete confessa al sig. Ricigliano: “spesso mi soffermo a pensare a Piedimonte, alla vita trascorsa in mezzo a gente, che possiede grandi e inestimabili virtù. Sinceramente qualche volta invidio di non essere nato napoletano ….. parte del mio cuore è rimasto nel sud”. Ma vediamo realmente chi era Don Carmine Carminati, questo giovani prete venuto dal nord è innamorato del nostro paese, della nostra gente e dei nostri luoghi, di passaggio a Piedimonte Matese (allora Piedimonte d’Alife) e ripartito per le missioni. 


Padre Carminati, nasce a Pandino (Crema) il 26 luglio 1930 si trasferisce con la sua famiglia a Monte Cremasco. Dopo le elementari entra nel seminario di Crema dove compie gli studi secondari e quelli teologici. Viene ordinato sacerdote a crema il 12 giugno 1954 da monsignor Placido Maria Cambiaghi. L’incontro con un missionario islandese padre Michele Colleran da poco incaricato di avviare la presenza in Italia della SMA (Società delle Missioni Africane) lo orienta verso una vita missionaria. Ottiene il vescovo di poter partire in missione e di lasciare la diocesi di Crema nel 1955 dopo un anno di prova in servizio pastorale a Piedimonte d'Alife (Caserta) e un anno di spiritualità a Chanly in Belgio fa giuramento temporaneo di aggregazione alla SMA il 16 luglio 1956.  Parte per la Costa d'Avorio dove è nominato alla diocesi di Ghagnoa, pronuncia il giuramento perpetuo di aggregazione definitiva alla SMA il 26 ottobre 1958 . 


Ritorna  a Genova nel settembre 1960 per inaugurare una nuova comunità SMA per la formazione di futuri missionari, da questo momento la vita missionaria di padre Carminati sviluppa un’azione pastorale attenta a sostenere le missioni. Per un breve periodo lavora all'Istituto “Raul Follerò” favorendo iniziative di tipo assistenziale ed in favore dello sviluppo, coadiuvato in questo dalle Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli mettendo in evidenza le capacità e le risorse delle popolazioni a lui affidate, valorizzando la profonda religiosità dell'anima africana, gli aspetti positivi della religione tradizionale. Collabora facilmente con vescovi e sacerdoti africani che si avvalgono dell’aiuto fondamentale di catechisti locali, vero braccio destro dei missionari. Organizza la vita delle comunità cristiane ricorrendo ai movimenti dell’Azione Cattolica attento ad orientare al sacerdozio e all'impegno della vita cristiana e sociale i giovani più promettenti. Negli anni dal 1960 al 1964 padre Carminati è incaricato dell'animazione missionaria vocazionale. Visita i seminari diocesani del nord Italia proponendo ai seminaristi la scelta missionaria e facendo loro scoprire le ricchezze umane e spirituali dell'Africa. Dal 1984 al 1989 risiede nella casa SMA di Palombaio (Bari) dedicandosi a risvegliare e a far crescere lo spirito e l’impegno missionario nella Diocesi di Bitonto. Anche qui la sua attenzione e rivolta a far scoprire alle nostre comunità cristiane i valori spirituali le ricchezze culturali e religiose della tradizione e della cultura africana suscitando il desiderio di impegnarsi personalmente al servizio della Missione e di sostenerla con la preghiera l'amicizia e l'aiuto materiale. Nel 1968 con la partenza di padre Colleran egli è nominato Superiore del distretto italiano della SMA con residenza a Genova. Incarico che verrà rinnovato fino al 1982 quando è nominato fino al 1983 superiore della nuova provincia italiana della SMA. Egli svolge il suo compito di superiore con delicatezza sempre attento al rispetto della personalità di ogni confratello cercando di valorizzarne ogni lato positivo condividendo le loro difficoltà e visitando regolarmente i confratelli anche in Africa. Per 20 anni la sua vita è condizionata dalle difficoltà legate alla salute, gli ultimi quattro anni li ha vissuti nella casa don Orione di Genova non lontana dalla casa SMA. Egli diceva della sua esperienza missionaria  “Ciò che mi colpiva di più era l'accoglienza della gente la voglia, il desiderio vivo di ascoltare la parola di Dio. Noi missionari avevamo mezzi molto limitati, non avevo né auto, né moto, mi muovevo a piedi nella foresta per visitare i villaggi ma credo che in quella povertà di mezzi o forse proprio attraverso quella potevo constatare ogni giorno il miracolo della grazia di Dio”. Giovedì 27 Aprile 2017 nella parrocchia di Santa Maria della Castagna a Genova è stata celebrata una messa di commiato, dopo di che, il feretro  è partito per Monte Cremasco dove è stato tumulato nel cimitero del paese. Con padre Carminati scompare una figura che ha segnato la vita e la vocazione in tanti missionari molti dei quali cremaschi.

Pietro Rossi

CAMILLA SGAMBATO CHIEDE AL PD TERRA DI LAVORO, UN CAMBIO DI PASSO CON UNA NUOVA SEGRETERIA POLITICA.


CASERTA - “A Caserta, più che altrove, c’è bisogno di scrivere una nuova storia per il PD. Il nuovo corso delineato dalla segreteria Letta parte dalla mobilitazione dei circoli e dalla valorizzazione di tutte quelle energie che desiderano essere coinvolte in un confronto vero, che nasca dai territori e si apra alla società civile, ai simpatizzanti, ai sindacati, alle associazioni”. A chiederlo è Camilla Sgambato (nella foto), presidente provinciale del Partito Democratico. “Progressista nei valori, riformista nel metodo, radicale nei comportamenti: Questa la strada per un nuovo protagonismo del partito. Credo, però, che per poter realizzare tutto ciò, sia arrivato il momento di provare a risollevarci, anche in provincia di Caserta, da una crisi di rappresentanza pazzesca, con circoli disorientati e militanti delusi da lotte intestine che hanno inibito qualsiasi discussione proficua circa i progetti di crescita per le comunità.  Nessuno si senta innocente: ciascuno di noi infatti ha la propria parte di responsabilità. Ma ora possiamo e dobbiamo voltare pagina ed essere, appunto, radicali nei comportamenti.  Anche a Caserta, questo cambio di passo non può che partire da un rinnovamento della segreteria, necessario per poter aprire una nuova stagione di entusiasmo e di empatia, con una proposta condivisa, propositiva e convincente. “Ci serve un partito di prossimità”, ha ragione il segretario Letta. Un grande partito progressista che molti vogliono tornare a votare. Ma questo progetto di rigenerazione, di radicamento ed apertura necessita di uno scatto di orgoglio, di una segreteria autorevole che sappia guidare i complessi processi che riguardano la nostra straordinaria provincia, che stia al fianco di quelle comunità che desiderano ritornare ad essere protagoniste, che sostenga i singoli circoli esistenti, faccia in modo che rinascano quelli che non c’erano più, e che escano dal commissariamento quelli commissariati. Questo rinnovato radicamento territoriale, guidato da una cabina di regia forte, riconosciuta ed autorevole è indispensabile per opporci alle forze sovraniste e ad una destra radicata sul nostro territorio e per portare alla vittoria il centrosinistra nelle prossime elezioni amministrative che vedono impegnati ben 28 comuni della nostra provincia”, spiega la componente della direzione nazionale del partito. “Questo momento di inciampo può rappresentare il superamento anche a Caserta dei problemi atavici che la assillano ed un’occasione storica per il PD e per la nostra provincia. Sento fortemente il senso di responsabilità legato al ruolo che rivesto. Troppo abbiamo atteso, per una serie di ragioni, alcune indipendenti dalla nostra volontà, ma ora sarà ascoltata la voce che viene dai militanti e dai dirigenti sui territori: basta alibi! Pertanto convocherò a breve l’assemblea provinciale (secondo e nel rispetto delle norme anti-Covid). E contestualmente una grande assemblea provinciale aperta a tutte quelle straordinarie energie di cui la provincia è ricca e che hanno voglia di partecipare al confronto sui 21 punti proposti dal segretario. Sono certa che queste sono le modalità che porteranno alla ripartenza di un partito dinamico ed attraente che la provincia merita ed aspetta da troppo tempo”, conclude Sgambato (Pd).

Pietro Rossi

Rilancio dell’economia e delle imprese campane le proposte di Confcommercio alla politica.


NAPOLI - Un regolamento per i Distretti del commercio e interventi di rigenerazione urbana ad hoc per il settore. E poi maggiore liquidità per le imprese, un piano straordinario di investimenti per il turismo e una rivisitazione del Decreto sostegni. Sono alcune delle tematiche affrontate ieri mattina nel corso della web conference organizzata da Confcommercio Campania dal titolo ‘Se muoiono le imprese, l’Italia non ha futuro’. Nel corso dell’incontro on line - al quale hanno partecipato gli esponenti di Italia viva, Pd, M5S, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, rispettivamente Graziella Pagano, Piero De Luca, Valeria Ciarambino, Severino Nappi, Annarita Patriarca e Edmondo Cirielli, l’assessore regionale Antonio Marchiello e l’assessore del Comune di Napoli Alessandra Clemente – i vertici di Confcommercio Campania, il commissario Giacomo Errico e il direttore Pasquale Russo, unitamente ai presidenti provinciali di Caserta, Napoli, Salerno e Avellino, rispettivamente Lucio Sindaco, Carla Della Corte, Giuseppe Gagliano e Oreste La Stella hanno evidenziato le condizioni drammatiche in cui versa il settore, le ingenti perdite di fatturato registrate nel corso dell’ultimo anno, i limiti e i ritardi nell’erogazione dei ristori. ‘Bisogna intervenire immediatamente per attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi – ha dichiarato il presidente Lucio Sindaco (nella foto)– il commercio in Campania ha perso 1,625 miliardi di euro nel 2020 per effetto delle chiusure imposte dal lockdown e dalle zone rosse. E altri 365 milioni di euro nei primi tre mesi del 2021. Le imprese hanno urgente bisogno di liquidità e di ristori dignitosi. Contrariamente a quanto previsto dal Governo con il nuovo Decreto Sostegni, che risulta assolutamente insufficiente rispetto alle attese della categoria. I ristori non vanno intesi semplicemente come indennizzi per compensare le perdite subite, ma devono rappresentare risorse utili a garantire la sopravvivenza dell’attività e quindi una prospettiva di continuità’. Poi le proposte di rilancio dell’economia: ‘Abbiamo chiesto ai consiglieri regionali – ha aggiunto Sindaco - di farsi promotori di un intervento che preveda, all’interno del Por Campania 2021-2027, una apposita misura che contempli progetti di rigenerazione urbana e di riqualificazione delle attività commerciali nei centri urbani e al contempo di accelerare l’iter per l’approvazione del regolamento attuativo della norma sui Distretti, contenuta nel Testo unico sul Commercio, prevedendo uno stanziamento adeguato che ne incentivi la costituzione. Ciò anche alla luce degli ottimi riscontri ottenuti in altre regioni, come Veneto e Lombardia, dove questi ambiti territoriali omogenei, sono stati in grado di trasformare il Commercio in un fattore di integrazione, di coesione sociale e di valorizzazione di tutte le risorse delle quali dispone il territorio’. Infine una stoccata alla politica: ‘Confcommercio sta portando avanti molti progetti e si è fatta promotrice di numerose proposte, alcune delle quali anche particolarmente articolate, ci saremmo pertanto aspettati risposte concrete e fattive da parte dei consiglieri invece delle solite manifestazioni di intenti’. E intanto nelle prossime ore Confcommercio Caserta invierà una nota a tutti e 104 i Comuni della provincia per sollecitare agevolazioni e sgravi fiscali per le attività produttive. Nel dettaglio l’associazione di categoria chiederà, come già fatto nel corso del 2020, una sospensione (laddove possibile) o almeno una proroga del pagamento della tassa rifiuti e di altre imposte locali, un rinvio a settembre della scadenza (attualmente fissata al 30 giugno) della tassa di occupazione di suolo pubblico ed una serie di provvedimenti finalizzati ad alleggerire il carico fiscale delle imprese.

Pietro Rossi