13 maggio 2022

SUCCESSO DELLA SCHOLA CANTORUM DI AVE GRATIA PLENA CON IL CONCERTO PER LA PACE

PIEDIMONTE MATESE – Ieri sera grande successo di pubblico nel Santuario di Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese, per il Concerto “Cantare e fare la pace con e come Maria” a cura della Corale parrocchiale diretta dalla Maestra Angela Faraone. E’ stato un Concerto impeccabile, dall’antico organo a canne suonato in maniera magistrale dal Maestro Roberto Di Buccio agli esperti coristi, tra cui è emersa l’esecuzione della solista Rossella Iovene, come sempre ben diretti dalla Maestra  Angela Faraone che ha trovato una formula speciale per portare le esecuzioni al di fuori della mera animazione liturgica e farle diventare qualcosa che incide sulla coscienza comune. 

Non era liturgia, non era evento laico, ma alla fine ha l’evento ha compendiato tutte queste cose diventando preghiera e riflessione, con un aggancio spaventoso all'attualità, che ha portato tutti dentro la questione "Pace". Abbiamo pensato, ha commentato Don Emilio Salvatore Parroco di Ave Gratia Plena,  di unire insieme al grido di tanti per la pace, anche il canto. 

Il canto di Maria che canta Dio operatore di giustizia e di pace, il canto di tutti noi che come Maria e con Maria vogliamo invocare la pace…. Per farlo ci aiutano i colori dell’arcobaleno, la naturale bandiera della pace e i canti antichi e nuovi della fede del popolo di Dio. L’arcobaleno sembra un arco rovesciato, un arco deposto, dopo il combattimento. Quel segno di guerra, quindi, diventa un segno di pace. 

Così è l’arcobaleno.  La bandiera della pace, ha ribadito Don Emilio Salvatore, ha ripreso i segni dell’arcobaleno con delle varianti successive. Noi credenti restiamo ancorati all’arcobaleno, nella disposizione dei colori che nella natura evocano l’impegno per la pace tra di noi e con tutte le creature. Il mondo ha bisogno di tuffarsi in questo azzurro del cielo e della terra per poter quasi rinascere dall’acqua e ritrovare la gioia della vita contro ogni segnale di morte. La pace, ha detto anche Papa Francesco, è un bene prezioso, oggetto della nostra speranza, al quale aspira tutta l’umanità. Sperare nella pace è un atteggiamento umano che contiene una tensione esistenziale, per cui anche un presente talvolta faticoso «può essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino». Solo l’amore ci permette di vedere gli altri come dono, ci dà la possibilità di sentirli come carne della nostra carne, di sentirli come parte della nostra vita.

Pietro Rossi