Pietro Rossi
Informazione,Attualità, Cultura, Cronaca, Politica e Sport della Provincia di Caserta
16 dicembre 2013
TANTI VISITATORI AL MERCATINO DI NATALE DI SAN POTITO SANNITICO
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Peter
UN SUCCESSO LA MOSTRA DI BICI D’EPOCA DEGLI ANTICHI MESTIERI A PIEDIMONTE MATESE
Pietro Rossi
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Peter
SUCCESSONE PER L’EDIZIONE 2013 DEL MERCATINO DI NATALE TARGATO VAIRANO PATENORA
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Daniele Palazzo
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Nuova rimodulazione delle sezioni elettorali a Mondragone.
MONDRAGONE. Durante le prossime settimane, direttamente nelle case di circa 6.000 cittadini mondragonesi, giungeranno gli aggiornamenti di indirizzo delle tessere elettorali. Infatti, durante la periodica revisione semestrale, e' stata effettuata una nuova ripartizione delle sezioni elettorali che aumentano nel numero da 25 a 27. Il D.P.R. n. 223 del 20 marzo 1967 prevede la possibilità di rimodulare il territorio e redistribuire i circa 23.000 elettori mondragonesi in 27 sezioni, con una media di 800 elettori per sezione. "L’obiettivo principale - commenta l'assessore delegato Valerio Corvino - è stato quello di avvicinare la sezione elettorale al cittadino, salvaguardando al meglio la sicurezza e l’ordine pubblico durante lo svolgimento delle consultazioni elettorali". Anche gli edifici scolastici coinvolti sono aumentati, prevedendo l’ubicazione di tre sezioni al plesso sito alla via Tommaso Maria Fusco che accoglieranno gli elettori della zona mare e della via Domitiana, invece all'edificio scolastico "Bruno Ciari" di via CastelVolturno andranno due sezioni cui apparterranno gli elettori della suddetta via e delle strade vicine. "Con una maggiore razionalizzazione - dichiara il Sindaco Giovanni Schiappa - non solo si è cercato di mettere a posto quelle anomalie di chi, pur abitando nelle immediate vicinanze ad una sezione elettorale, era costretto a votare in altra sezione più lontana ma, soprattutto, si è cercato di evitare file alle urne, ritardi nei conteggi e comunque disagi ai cittadini, già dalle prossime elezioni".
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Peter
Il presidente dell’AIDO racconta la Storia di una donazione di rene
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Guglielmo Venditti |
PIEDIMONTE
MATESE. Nella società
di oggi, nella crisi che attanaglia le persone, con la sensazione di essere
tutti contro tutti e tutto, si corre il rischio di non cogliere le azioni
positive. Quei comportamenti che testimoniano la solidarietà, l’amore, che
alberga nell’animo umano, qualunque sia il rapporto che unisce le persone
coinvolte. La donazione degli organi post mortem è, o
meglio dovrebbe essere, un gesto naturale ed ovvio. Ma la normalità ed insieme
la straordinarietà, a seconda dei punti vista, sta nel decidere di donare in
vita. Per esempio possiamo entrare nella banca dati nazionale dei donatori di
midollo osseo, così se mai ve ne fosse la necessità, dare una speranza di vita
a chi è affetto per esempio da una qualsiasi forma di Leucemia e resistente a
tutte le terapie farmacologiche e che può salvarsi solo con un trapianto di
midollo. Nel caso di un organo, possiamo donare da vivente un rene, più
complicato sarebbe donare porzione del fegato, per esempio tra marito e moglie,
padre o madre e figlio o figlia, tra sorella e fratello. La storia bellissima
che vogliamo far risaltare sui media ha come attori una un fratello ed una
sorella che vivono nella nostra Città. Da una parte c’era la sofferenza
psichica per la dipendenza da una macchina, come è un Rene Artificiale, per un
paziente affetto da una Malattia Renale Cronica. Dall’altra la metabolizzazione
di quel dolore, di quel disagio fino alla condivisione di quello stato mentale
che spinge alla decisione di offrire una terapia che non si compra, né si
produce in laboratorio, ma è il risultato del grande affetto che legava e che legherà ancora di più un
fratello ed una sorella. In un colloquio telefonico avuto con la donatrice,
alle parole di esaltazione fatte in merito al grande gesto di amore di cui si è
resa protagonista, la risposta dolce, decisa ma disarmante è stata: “….ma è
stato tutto normale”. Non so se si possa definire semplicemente “ normale “, la
decisione di donare un proprio rene al fratello credo che sia l’espressione più
alta della bontà, dell’altruismo, dell’essere solidale, del sentire l’altro
parte di te. Di tutto questo credo che tu sia da oggi una testimonial
d’eccezione. Mi auguro e spero che i media vogliano soffermarsi su questa
storia, che non è di cronaca nera e quindi non colpisce la morbosità di chi
legge o sente la notizia, ma deve si commuovere ma soprattutto lasciare una
senso di pace e serenità, in società in cui i disvalori dominano su quei
principi che consentono di avere speranza che un mondo buono può esistere. Grazie
amica mia a nome dell’AIDO Gruppo Comunale di Piedimonte Matese e dell’AIDO
Campania.
Guglielmo
Venditti
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Peter
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “L’ALBERO DI STELLE”
S. MARIA CAPUA VETERE- Un albero di stelle, e una
stella è da sempre simbolo incontrastato dello spirito: simbolo di eternità, di
luce, di alte aspirazioni ed ideali. Simbolo del contrasto tra luce e temebre,
tra sensò e spiritualità. E nella notte dell’anima, una stella illumina il
cammino del sognatore, di uno spirito puro, faro proiettato nel profondo
dell’inconscio. “…Non si parlò di
danaro…”. E forse questo è il leit motiv del libro di Angela, amica
ineguagliabile insieme a Gaetano, sensibili e protesi alla ricerca del bello e
del vero. Una ricerca interiore, la sua, che si concretizza in ogni sua scelta,
in gesti e valenze che rapiscono e coinvolgono quanti sensibili al bello e al
metafisico. E nel suo ultimo, breve capolavoro letterario pregno di
universalità, il protagonista, che resta anonimo fino alla fine del racconto,
ci narra con lapidarie metafore,
dell’autrice, in modo lampante “…Scoprì
in lei una seconda natura in quel suo modo di maneggiare ogni cosa con uguale
cura e consapevolezza…”, ma anche, “…La
frescura di un albero di gelsi lo accolse come un padrone di casa che offre
ristoro all’ospite…”. E poi “…Ci sono
cose a cui tu dai un valore e gli altri un prezzo…”. Ma traspare, nella lirica
dell’autrice anche il significato cristiano della morte e della resurrezione. “…Era tutto incantato, imbalsamato come in
attesa di un bacio liberatorio…”. Sulla prima di copertina c’è l’immagine di
un albero fantastico, immagine della natura, addobbato di stelle con un uomo
ingabbiato in vesti formali, che rincorre in volo una stella: un sogno. E la nostra fantasia corre
al valore simbolico di un albero, un abete, albero sempre verde, simbolo di
speranza nell’animo degli uomini e del Natale. Un albero che non muore mai,
neppure nel periodo più freddo e difficile dell’anno. L’unico, nel racconto a
rimanere, nel dolce abbandono del set narrativo, ritto e vigile come sentinella
del tempo. E
Natale, proprio nel solstizio d’inverno, è il momento in cui, dalla notte dei
tempi, la divinità maschile muore, per poi rinascere in primavera. Un ciclo di
morte-nascita, che lo si ritrova in moltissime culture, oltre quella
cristiana. “…Già persino la morte può diventare condizione necessaria per
risorgere…”. E
la casa, ed ogni cosa, rivive, dopo la morte dell’amabile figura femminile dai
dolci occhi azzurri, attraverso la donazione ad un uomo capace di apprezzarne i
primis i valori spirituali, e in quella casa “…Non avrebbe spostato mai niente…” A Natale, la natura vive un’attesa.
L’attesa di una trasformazione, e il tempo stesso pare fermarsi. L’oscuritá
regna sovrana, ma nel momento del suo trionfo cede alla luce che, lentamente,
inizia a prevalere sulle brume invernali. “…Non
si può tornare se non si è mai andati via…”. La
nostra gioia – così conclude Angela - si impasta con il dolore degli altri e il
nostro pianto ride in destini diversi:
“…c’era già dentro l’aria profumo di Natale. L’avrebbe acceso lui,
quest’anno, quell’albero di stelle…”.
Recensione
di Ernesto Genoni
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Peter
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