13 aprile 2021

Casatiello Figliato, un’altra grande sfida vinta dal Mastro Fornaio Domenico Fioretti


CARINARORievocare la tradizione in un viaggio salato nell’antichità. E’ questa la grande avventura abbracciata dal mastro fornaio Domenico Fioretti, che ha vinto la sua ennesima sfida con il Casatiello Figliato”, simbolo della natività, richiamante, nella sua profondità, la famiglia nella sua accezione più intima e condivisa. La specialità, che in quel di Pignataro Maggiore, con la classica “Pizza Figliata”, ha costruito la sua fama indiscussa, è stata scelta da 


Fioretti come sprono alla ripartenza, alla rinascita dalle ceneri in cui è caduta l’umanità intera con il COVID-19. D’altronde le eccellenze si fondono sin dall’impasto con una scelta accurata degli ingredienti: farine di Grano Nostrum di “Caputo - Il Mulino di Napoli” e salumi dei Mazzoni di Bellanca Salumi. 

“Ho approfondito ogni aspetto del casatiello figliato, ritrovandoli pienamente in quell’amore e in quel calore umano che solo la famiglia sa donare ad ogni suo componente - ha affermato Fioretti -. E’ come se avessi rivissuto quegli attimi dell’infanzia in cui si sta tutti insieme intorno ad una tavola e la spensieratezza la fa da padrone. Insomma, la mia ricetta della felicità”.

 


Il casatiello figliato sposa ogni periodo dell’anno, anche se diventa un “must” nel periodo pasquale. D’altronde, le radici di questo particolarissimo prodotto affondano nel passato, o meglio nell’idillio del paradiso agreste: “Tutti gli ingredienti portanti sono figli della terra, tesori incontrastati che dominavano le tavole dei nostri nonni - ha detto il mastro fornaio direttamente dalla sede di via Casignano 23, in Carinaro -. Un esempio concreto è l’immancabile salsiccia del Pezzentiello del Volturno, composta al 70% da carne ed al 30% da cotenna. Un piacere che vale davvero la pena di provare perché unico nel suo genere”. 

 

Pietro Rossi


GIORNATA INTERNAZIONALE DEI BAMBINI DI STRADA 2021 IN CONGO.


Celebrata in Congo, presso le Missioni della Congregazione Missionaria delle Sorelle di Santa GEMMA, la “Giornata Internazionale dei bambini di strada” che fa riferimento all’Accordo sui diritti dei bambini, approvato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificato dalla Repubblica del Congo con ordinanza n ° 90/4 del 22/8/1990. Le suore sono impegnate a portare avanti, dal 1989 nella città di Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, il Programma di inquadramento dei bambini di strada denominato “PEDER”, un'opera sociale e caritatevole della Congregazione Missionaria delle Sorelle di Santa GEMMA motivata dalla recrudescenza del vagabondaggio delle bambine vittime del disagio sociale, della miseria, della povertà e della degradazione continua del tessuto socioeconomico a Bukavu e nelle sue periferie. 

I paesi come il Congo, ribadisce Suor Olimpia Canfora, hanno ratificato il trattato sui diritti dei bambini, concordano sul fatto che la disciplina del bambino dovrebbe seguire le seguenti linee guida:

  1. Aiutare il bambino a svilupparsi e a sviluppare il più possibile la sua mente e il suo corpo ;
  2. Insegnare a un bambino a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali, nonché i principi della costituzione delle Nazioni Unite ;
  3. Insegnare a un bambino a rispettare i suoi genitori, il suo background, la sua lingua e cultura, nonché a rispettare la cultura del paese in cui vive, il paese in cui è nato e la cultura di altre persone ;
  4. Preparare il bambino per l'adempimento dei suoi doveri in una società libera, in uno spirito di comprensione reciproca, pace, tolleranza, uguaglianza tra uomini e donne, amicizia tra tutti i popoli, tra tutti i gruppi etnici del paese, tra gruppi religiosi , e con i nativi del paese e il popolo delle tribù minoritarie ;
  5. Insegnare a un bambino a rispettare l'ambiente (suolo, aria, acqua, piante, animali, ...)


È proprio in questa cornice, conclude Suor Olimpia Canfora, che la Congregazione, ha preso l'iniziativa assistere i bambini di strada per dare loro un nuovo orientamento di vita attraverso una rieducazione alla vita da uomini onesti e responsabili cercando di costruire un avvenire migliore per tutta la comunità.

Pietro Rossi

Pressing di Fipe Confcommercio sul Governo per la riapertura di tutti i pubblici esercizi.

CASERTA - Una data certa per la ripartenza e un piano per la ripresa economica dei pubblici esercizi. Lo chiederanno con forza al Governo domattina a Roma i rappresentanti di Fipe Confcommercio in occasione dell’assemblea straordinaria che si svolgerà a partire dalle ore 11 in piazza San Silvestro. La delegazione casertana sarà guidata da Giuseppe Russo, presidente provinciale di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Confcommercio Caserta e vice presidente Fipe Campania. ‘E’ inammissibile che ad oggi – dichiara Russo - le attività produttive non sappiano ancora quando potranno finalmente riaprire al pubblico. Bar, pizzerie, ristoranti stanno lavorando ormai da mesi in zona rossa, con tutte le limitazioni che ciò comporta, e potendo contare soltanto su delivery e asporto che peraltro hanno fatto registrare un brusco calo rispetto ai mesi precedenti proprio per effetto della crisi economica e dei ritardi nell’erogazione dei ristori. Servono risposte chiare e immediate’. Sotto i riflettori il malessere della categoria innescato dalle restrizioni anti Covid e dai limiti del Decreto Sostegni che hanno determinato ingenti perdite di fatturato: ‘Non condividiamo il metodo adottato per la distribuzione dei fondi, peraltro particolarmente esigui, previsti per i pubblici esercizi – incalza Russo – lo Stato dovrebbe privilegiare le attività che sono in lockdown. Vorrei ricordare che in Campania negli ultimi sei mesi, fatto salvo un breve periodo a inizio anno, siamo stati sempre in zona rossa, lavorando quasi al 30% delle nostre possibilità. Alla luce di tutto ciò chiediamo pertanto che il Governo modifichi i criteri di erogazione dei ristori e si attivi per consolidare i crediti di imposta sulle locazioni commerciali, garantire una moratoria più ampia per chi ha bisogno di un prestito e assicurare una riduzione significativa delle tasse (in particolare quella sui rifiuti). Solo in questo modo sarà possibile scongiurare ulteriori fallimenti e ridurre i posti di lavori a rischio ’. ‘Siamo vicini ai ristoratori – fa sapere il presidente provinciale di Confcommercio Caserta, Lucio Sindaco – ed esprimiamo la nostra piena solidarietà per il difficile momento che stanno vivendo. Quello dei pubblici esercizi è infatti uno dei settori più colpiti dalle conseguenze dell’emergenza Covid. Le chiusure prolungate hanno messo in ginocchio migliaia di realtà, molte delle quali probabilmente non saranno più in condizione di ripartire. Siamo però anche consapevoli che, fino a quando non caleranno i contagi e non aumenterà la platea dei vaccinati, sarà difficile per il Governo disporre degli strumenti necessari a garantire una riapertura in tutta sicurezza delle attività produttive. Da qui dunque il richiamo al senso di responsabilità individuale e al rispetto delle regole, affinché ciascuno di noi possa fornire il proprio contributo alla risoluzione dell’emergenza che, è bene ricordarlo, è prima di tutto sanitaria’. 

Pietro Rossi

Riconoscimento dell’invalidità: la pandemia Covid19 provoca notevoli ritardi.


NAPOLI - Il Garante dei diritti delle persone con disabilità della Regione Campania, l’avv. Paolo Colombo (nella foto), e sottolinea gli effetti collaterali della pandemia che si sono abbattuti su una categoria particolarmente debole, quella dei pensionati di invalidità civile. Nel 2020 il rallentamento delle attività ha compromesso il già farraginoso smaltimento delle domande, allungando del 50% circa la lista d'attesa. Tradotto in numeri, mentre al 31 dicembre 2019 le persone che avevano fatto richiesta di pensione d'invalidità e ancora in attesa di essere convocate per la visita medica erano 1.261.373, un anno dopo, cioè alla fine del 2020, le persone in attesa erano salite a 1.819.028, cioè 557.655 in più. Di conseguenza i tempi medi di attesa per l'accertamento sanitario hanno subito un peggioramento arrivando a 4 mesi. Per la precisione, 122 giorni, 34 in più rispetto alla media del 2019, con punte negative tra l’altro a Napoli (174 giorni). La fotografia del problema è contenuta nel Pre-Rendiconto sociale 2020 presentato dal “Civ”, il consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps. L’avv. Colombo dichiara “già prima della pandemia le procedure per il riconoscimento delle prestazioni di invalidità civile non riuscivano a far fronte, in tempi congrui, al flusso delle domande, generando così un consistente arretrato. Le restrizioni dovute al Covid19 hanno peggiorato la situazione. Per smaltire gli arretrati, sarebbe opportuno rinviare, finché c'è la pandemia, le visite di richiamo per concentrarsi sulle sole prime visite, che potrebbero essere fatte su base documentale anziché di persona”.

Pietro Rossi