09 luglio 2009

ALLARME PER L'INQUINAMENTO DEL FIUME VOLTURNO.


Alife. Dove va il fiume Volturno? Qualcuno potrebbe sorridere a questo interrogativo perché troppo semplice la risposta: a mare! A chiederselo sono un pò tutti dalle associazioni ambientalistiche e naturalistiche del territorio ai gruppi di appassionati pescatori, ansiosi di sapere per quanto tempo ancora vi sarà vita sulle sue sponde, dal corso medio alto del suo scorrere fino al mare. Frequentando le rive del principale corso d’acqua dell’Italia meridionale, nella zona che va dal ponte Quattroventi a valle, da qualche anno la vita animale in ogni sua forma è finita. Per rendersene conto basta costeggiare il Volturno nel tratto che bagna i comuni di Alife, Baia e Latina, Dragoni, Alvignano e praticare alcune specifiche località, come ad esempio Boscarello, Fontana Canapa, Ponte Margherita e S. Simeone. Si trova di tutto, ma ciò che è più grave bisogna munirsi di mascherina per accedere in quei luoghi che una volta rappresentavano un posto di svago per i tanti appassionati di canna ed amo. Il colore dell’acqua assomiglia molto a quella di una cloaca a cielo aperto e non potrebbe essere altrimenti considerato che vi si trovano rifiuti di ogni genere, carcasse di animali e liquami che, molto probabilmente, alcune aziende agricole presenti sul territorio scaricano direttamente nell’alveo del fiume. Nella zona S. Simeone, ad esempio, esistono scarichi di liquami misti ad acidi e detergenti che contribuiscono a diffondere nell’aria esalazioni maleodoranti ed insopportabili. Per salvare la fauna ittica del Volturno vi è bisogno di un serio programma di ripopolamento della trota e delle altre specie in via d’estinzione, se non addirittura già scomparse. Bisogna effettuare una consistente semina di avannotti, evitando semine sconsiderate, effettuate non con trote fario di ceppo mediterrane, ma con trote irridee di provenienza nord americana, arrechino un danno ancora maggiore al fiume. Nel caso del Volturno è sconsigliabile effettuare un opera come quella che si stà effettuando per il fiume Sarno, anche perché il Volturno è in parte malato ma non moribondo. Basterebbe solo individuare gli scarichi inquinanti e chiuderli, nonché pulire periodicamente le sponde dai detriti portati dalle piene. Anni fa il Corpo Forestale dello Stato pubblicò i risultati di un’indagine sullo stato del fiume, ora gli ambientalisti e i pescatori della zona matesina e dell’intera provincia chiedono nuovamente l’intervento del C.F.S., dell’Autorità di bacino, dell’ARPAC, del Consorzio di bonifica, della Provincia con il suo settore Ecologia e le sue Guardie provinciali, e dei Comuni interessati,tutti sono chiamati in causa per rendere fruibili le sponde del fiume più importante della provincia.

L’ASSESSORE RISELLI INVITA LA POPOLAZIONE A FARE PIU’ ATTENZIONE SULLE NORME DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA.


Piedimonte Matese. Con l’avvio della Raccolta Differenziata dei rifiuti dall’aprile di un anno fa i risultati ottenuti fino ad oggi sono decisamente confortanti. Abbiamo raggiunto negli ultimi mesi il 50%, ha precisato l’Assessore all’ambiente Giuseppe Riselli (nella foto), il che significa che metà della produzione dei nostri rifiuti va al riciclaggio e al recupero, con innegabili risultati un termini ambientali e di gestione del servizio. E questo grazie alla partecipazione delle famiglie piedimontesi, perché se abbiamo raggiunto questi risultati è dovuto soprattutto all’impegno e alla sensibilità. Ma sono convinto che si può fare di meglio, ancora oggi a seguito di controlli a campione è stato riscontrato che i depositi dei sacchetti di rifiuti e il materiale ivi separato non è conforme a quanto disposto dall’Ordinanza Sindacale n.58 del 4 aprile 2008 “Obblighi e metodologia da attuare per la raccolta differenziata”. Con tale ordinanza, ha ricordato Riselli, è stato disposto che le seguenti frazioni di rifiuti siano conferite secondo le seguenti modalità: Umido organico con busta trasparente biodegradabile; Multimateriale con busta azzurra; Secco non riciclabile con busta nera; Vetro nei contenitori stradali verdi; Ingombranti con ritiro su prenotazione telefonica; Pile e farmaci nei contenitori specifici dislocati sul territorio. Ancora oggi molte utenze continuano a depositare il rifiuto organico in sacchetti di plastica e buste della spesa invece di utilizzare il sacchetto biodegradabile fornito dall’amministrazione, pregiudicando, il corretto smaltimento e comportando la possibilità che ulteriori penali siano imputabili alla amministrazione in fase di conferimento agli impianti di recupero per la presenza di materiale non conforme (le buste di plastica non biodegradabili). Questo infatti ci costa due volte :prima il costo della selezione (ovvero separarlo dal rifiuto buono) e dopo il costo dell’invio alla discarica, in quanto l’impianto che riceve quel materiale è costretto a considerarlo rifiuto tal quale. E’ sufficiente un poco di attenzione in casa quando si separano i rifiuti così che i rifiuti organici depositati siano privi completamente di materiale non conforme. Ciò vale anche per il multimateriale: non vanno nel sacco blu i piatti e i bicchieri di plastica contaminati, i giocattoli, le custodie per CD e tutti quei contenitori e imballaggi in plastica contaminati da sostanze tossiche e pericolose (vernici, colle ecc.) e materiale plastico che non sia quello indicato nell’opuscolo informativo. Non vanno nel sacco blu del multimateriale anche i cartoni delle pizze, la carta oleata, quella chimica, il polistirolo che vanno depositati nel sacco nero del secco non riciclabile. Un ulteriore invito da parte dell’Amministrazione Comunale di Piedimonte Matese, quindi, a fare meglio e di più. L’Assessore all’ambiente Riselli ha precisato che nelle prossime settimane saranno attivati i controlli sul corretto deposito dei rifiuti, da parte degli Uffici della Polizia Municipale, al fine di far rispettare l’applicazione dell’ordinanza sopra citata, pertanto invita la cittadinanza a collaborare fattivamente per avere una città sempre più pulita.

Pietro Rossi