23 gennaio 2020

TASK FORCE DELLA COLDIRETTI PER COMBATTERE LA CIMICE KILLER,




NAPOLI - Prevenire l’invasione della cimice killer nelle campagne della Campania per scongiurare il disastro già in atto nel nord Italia. Con questo obiettivo si è riunita stamattina la task force di Coldiretti, convocata dal Direttore regionale Salvatore Loffreda e dai Direttori provinciali Giuseppe Miselli, Gerardo Dell’Orto ed Enzo Tropiano, con il coordinamento tecnico di Roberto Mazzei. Sullo stato attuale della minaccia in Campania è stato invitato a relazionare Massimo Giorgini, ricercatore del CNR – IPSP Istituto per la Sostenibile delle Piante. Ha partecipato alla discussione anche il professor Antonio De Cristofaro dell'Università del Molise. Ad oggi la cimice risulta presente in tutte le province, ma in numero tale da non destare ancora preoccupazione. Tuttavia, per scongiurare la minaccia che sta già devastando l’agricoltura in molte aree del Paese, Coldiretti Campania invierà alla Regione la richiesta di istituire un Tavolo sulla Cimice Asiatica, avviando un piano straordinario di prevenzione attraverso una campagna d’informazione presso le aziende agricole e un’ampia azione di monitoraggio. La federazione regionale di Coldiretti e le federazioni provinciali sono pronte a mettere a disposizione le proprie strutture territoriali. La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è un insetto polifago, in grado di colpire oltre 300 diverse specie vegetali. Pertanto è in grado di colpire tutta la frutta, dalle ciliegie alle pesche ai kiwi, compresa la frutta a guscio come le nocciole, e le produzioni orticole. Si tratta di un insetto alieno che ha sviluppato una forte resistenza, che può essere combattuta solo con un’antagonista naturale, tra cui la vespa “samurai”. Gli agricoltori del nord Italia stanno già contando ingenti danni alle colture e si ritroveranno per una manifestazione di protesta il prossimo mercoledì 29 gennaio a Verona in occasione della apertura della Fieragricola.

Pietro Rossi


Olio IGP Campania, primo importante tassello per costruire una politica di filiera del settore dell'olio di oliva in Campania.


NAPOLI - La necessità per la filiera di varare iniziative di maggiore impatto sui mercati per affermare il valore dell'olio extravergine di oliva prodotto in Campania, ha convinto gli operatori, sia gli olivicoltori che i trasformatori e i confezionatori, a rilanciare il progetto, in stallo da tempo, di dotare il settore del marchio comunitario di Indicazione Geografica Protetta (IGP), alla pari di quanto già fatto in questi anni nelle altre regioni italiane ove l'olivicoltura è maggiormente rappresentativa. L'obiettivo, anche in Campania, è di voler dare l'opportunità agli oli territoriali e quindi ai produttori, di avere a disposizione, per le attività di marketing e di promozione, marchi di tutela ampi, con denominazioni geografiche note (cosa che con le dop non sempre è avvenuto),  anche per incoraggiare operazioni di aggregazione attraverso l'utilizzo di marchi ombrello che diano maggiore visibilità e distintività al prodotto, oltre che di poter disporre di una massa critica di prodotto a marchio, da destinare soprattutto al mercato estero. “Ho assicurato il pieno sostegno all'iniziativa, anche presso le competenti autorità nazionali ed europee, perché l'IGP può diventare il primo importante tassello per costruire finalmente una politica di filiera del settore dell'olio di oliva in Campania. Solo mettendo in campo scelte strategiche aggreganti e di sistema, infatti, si potrà tornare ad essere competitivi sui mercati in un momento difficile per l'agroalimentare tipico e di qualità. - Lo ha dichiarato Nicola Caputo Consigliere delegato per l'agricoltura del Presidente De Luca, a margine dell’incontro con gli olivicoltori campani che hanno presentato al Ministero delle Politiche Agricole l'istanza di registrazione della denominazione IGP “Campania”, per gli oli extravergini di oliva prodotti nella regione, provenienti da olive raccolte in Campania”.

Pietro Rossi

Il garante regionale dei disabili interviene a tutela delle persone disabili oggetto di soprusi e violenze e chiede l’istituzione di una rete per migliorare la qualità della vita.


NAPOLI - Il Garante dei disabili della Regione Campania, avvocato Paolo COLOMBO (nella foto), in merito ai continui episodi di violenza a danno di persone disabili riportati dalle cronache, salvo le opportune verifiche, annuncia che solleciterà,  nei casi di soprusi e violenze compiute in danno di persone con disabilità, la Regione Campania e il difensore civico della regione, in base all’art. 36 della Legge 104 del 1992, a costituirsi parte civile e a destinare eventuali somme del risarcimento del danno ad iniziative in favore del mondo della disabilità. L’avvocato COLOMBO è convinto che chiunque compia un sopruso o una violenza a danno delle parti più deboli offenda l’intera comunità. Sicuro di tutto ciò l’avvocato Colombo, garante dei disabili della regione Campania, ispirandosi ai principi di massimo impegno, collaborazione e partecipazione e al metodo concertativo, ha richiesto a tutti soggetti pubblici e privati quali: assessori competenti, ambiti sociali u.s.r., centri per l’impiego, ai rappresentanti dell’U.P.I. e A.N.C.I.,ai presidenti di provincia e ai sindaci di capoluogo,  FAND e FISH, A.P.S. iscritte al registro regionale, di documentare le buone prassi, le criticità riscontrate e fornire le loro osservazioni e suggerimenti per meglio programmare le opportune iniziative da intraprendere per il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Il garante, è fermamente convinto che solo facendo rete tra tutti i soggetti animati di buona volontà si riuscirà a raggiungere dei concreti risultati.
Pietro Rossi