25 agosto 2020

La Consulta del Matese ritiene assolutamente necessario che siano chiare le intenzioni della futura politica regionale campana.

PIEDIMONTE MATESE - La prossima tornata elettorale dovrà essere occasione per comprendere pienamente le intenzioni, serie, fattive e pragmatiche della politica locale e regionale in merito al Parco Nazionale del Matese. È ormai noto a tutti la seria responsabilità della Regione Campania per le mancate risposte, concrete e costruttive, ai quesiti e solleciti avanzati dal Ministero dell’Ambiente relativamente alle ultime fasi costitutive del Parco Nazionale del Matese (proposte di perimetrazione e di zonazione dell’area considerata), che hanno di fatto bloccato il completamento del percorso costitutivo. Per questa ragione, la Consulta del Matese, organizzazione costituita da più di 70 Associazioni del territorio del Matese, ritiene assolutamente necessario che siano chiare le intenzioni della futura politica regionale campana, a partire dai candidati alle prossime elezioni, in merito alla costituzione del Parco Nazionale, aldilà di illusorie promesse elargite nel periodo preelettorale. Abbiamo quindi trasmesso una “lettera aperta” ai candidati nella quale chiediamo a tutti di assumere pubblicamente, laddove eletti, impegni chiari per il futuro del Parco, insieme ad alcuni punti da supportare perché si riesca a raggiungere l’obiettivo di far decollare e volare ad alta quota il “Buon Parco Nazionale del Matese”, un’Area Naturale Protetta 2.0. Abbiamo inoltre manifestato l’auspicio di un confronto pubblico sull’argomento, di interesse non solo per chi da molti anni ritiene che essere Area Protetta sia un fondamentale tassello per il benessere del territorio, a partire dalla qualità di vita fino alle potenzialità di sviluppo economico ed occupazionale, ma anche per ottenere considerazioni preliminari dei candidati e, laddove occorra, evidenziare suggerimenti e criticità, alla luce degli impegni da prendere sulla questione “Parco Nazionale del Matese.” L’impegno che sarà manifestato, dai singoli candidati o dai partiti rappresentati, sarà certamente la prova più evidente del grado di interesse e competenza verso un fondamentale argomento per il Matese sino ad oggi molto trascurato, talvolta addirittura disprezzato, o utilizzato per scopi esclusivamente propagandistici.

Comunicato Direttivo della “Consulta del Matese”

In provincia di Caserta tre alberghi su dieci ancora chiusi.

CASERTA - Il turismo, a Caserta e provincia, non è mai ripartito. In affanno già prima del lockdown, il comparto si ritrova oggi a fare i conti con un vero e proprio crollo del fatturato, migliaia di posti di lavoro a rischio e la totale assenza di turisti. E le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee. E’ uno scenario davvero poco rassicurante quello delineato da Confcommercio Caserta che emerge da un’analisi dei dati e delle testimonianze degli addetti ai lavori. ‘Quasi tutte le grandi strutture ricettive del territorio – fa notare Errico Falocco (nella foto), delegato al Turismo di Confcommercio – hanno deciso di non riaprire. Un segnale da non sottovalutare che denota la grave crisi in cui è precipitato il settore. I dati al riguardo del resto sono chiari: tre alberghi su dieci e oltre il 50% di pensioni e B&B non hanno riaperto i battenti dopo lo stop forzato innescato dall’emergenza Covid. Mentre chi è ripartito sta lavorando solo parzialmente e sfruttando appena la metà delle camere a disposizione e quindi la metà del personale, dovendo fare i conti con un numero ridotto di prenotazioni (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e con un incoming di appena due giorni. E’ vero che tra il 13 e il 14 agosto la città capoluogo ha fatto registrare un overbooking ma si tratta di un ‘tutto esaurito’ tarato sul numero limitato di camere disponibili e legato quasi esclusivamente a visitatori di passaggio che hanno dormito a Caserta perché considerata una tappa intermedia tra la città di partenza e quella di destinazione. Un risultato che non può assolutamente essere considerato un successo per la categoria, né essere interpretato come un segnale di ripresa. Al contrario. Lascia sgomenti il dover lavorare senza alcuna previsione o programmazione. Così come preoccupa il fatto che questo territorio non sia dotato di un piano del turismo che consenta a Caserta di diventare una meta turistica e non una tappa di transito’.

Pietro Rossi